Ricordo una delle prime sue messe in seminario a Bedonia
La chiesa cattolica si ostina a infilare la testa sotto la sabbia nonostante l’emorragia di sacerdoti sia inarrestabile, sia in Italia che nel mondo dal Concilio Vaticano II, ma ciò che è peggio è l’ostinazione a mantenere una legge canonica che non ha nessun fondamento, sia nel Vangelo che nella tradizione umana.
Caro Damaso, come al solito una disamina precisa e soprattutto onesta. In effetti non fu Cristo a istituire il celibato, ma la Chiesa. Per quale motivo? Si dice che se il prete avesse famiglia non potrebbe seguire la sua famiglia pastorale. Io penso invece che avendo egli stesso famiglia potrebbe elargire amore con cognizione di causa e comprendere meglio le problematiche delle sue pecorelle. Il matrimonio dei sacerdoti risolverebbe il problema pedofilia? Non lo posso affermare con certezza ma senza dubbio spazzerebbe via un bel po' di alibi. Se poi vogliamo prendere in prestito il famoso detto che dietro un grande uomo c'e' sempre una grande donna, lascio a voi le conclusioni.
P.S.
Argomento troppo importante che non si può affrontare in poche righe.
I sacerdoti che non restano devoti alla loro ordinazione e che la abbandonano non sono pochi come si pensa. Il numero ci appare ridotto per questioni culturali, lo “spretato” per i cattolici è sempre visto come un cattivo esempio (un tradimento a Dio) possibilmente da accantonare e non parlarne. Ma nei duemila anni di cristianesimo ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno. Non saranno considerati un buon esempio eppure per la società civile restano persone coraggiose della loro scelta, nonostante siano considerate persone che tengono il piede in due staffe. E’ inevitabile pensarlo.
Ho letto con molto interesse l'articolo di Don Damaso Feci perchè, anche se uscii dal seminario dopo 6/7 anni di permanenza, mi feci una idea chiara della vita ecclesiale. I miei genitori volevano un prete in famiglia e, nel periodo prescolastico (avevo cinque anni), mi mandarono a servire le messe e dovetti imparare a memoria le risposte in latino che imponeva la liturgia vigente. Mi infilarono poi nel seminario di Bedonia dove prosegui gli studi superiori.
Furono gli anni più brutti della mia vita. A tutt'oggi non voglio nemmeno menzionarli per non rivivere quel periodo nefasto. Oltretutto capitai con un insegnate delle materie classiche (italiano, latino,greco) che era pazzo e/o psicopatico. Faccio anche il suo nome assumendomi tutte le responsabilità : Don Nino Maestri . Costui si divertiva a torturarci sghignazzando. Vi confesso con la massima franchezza che quando morì di tumore in età giovanissima (sui 33/35 anni) gioii.
Non volevo sconfinare in questi dettagli ma ormai l'ho scritto e non lo cancello.
Sono senz'altro favorevole alla possibilità di concedere ai preti di contrarre il matrimonio. Ai miei tempi seminariali le donne ci venivano descritte come l'emblema e la rappresentazione del peccato (erano gli anni cinquanta). Ora i tempi sono cambiati ma a loro non è ancora concesso di diventare sacerdoti. Comunque, da ex-credente qual sono, non mi interessa. Mi dispiace per le donne che vengono ancora considerate esseri inferiori.
La vocazione sacerdotale ? Per me era inesistente. Ma non era facile uscire dal seminario. Si conosceva solo quel mondo dove si viveva come reclusi e si aveva paura ad affrontare una vita "diversa". Infatti tanti miei compagni di classe diventarono preti ... senza volerlo. L'argomento "pedofilia" è già stato ampiamente ....argomentato da Don Damaso E' tutt'ora uno scandalo terrificante. Però, parlando del seminario di Bedonia, devo dire che ai miei tempi era un problema inesistente. Chiudo con una nota positiva.
Grazie per avermi fatto vedere la questione sotto un altro punto di vista... confesso che ero rimasta ancorata a quello che ci insegnavano al catechismo... e non era certo che gli apostoli e il primo Papa Pietro fossero sposati!!! Lo apprendo solo ora. Cio'che fa Dio é perfetto... peccato che l'Uomo pensi sempre di essere meglio del suo Creatore!
A me di certo scandalizzano di più i preti che se ne fregano delle condizioni di salute dei propri concittadini e non alzano un dito contro chi ne è la causa diretta o chi ne è la copertura politica...non certo per tutelare il lavoro...ma perché amici loro (COMcittadini). Ce ne sono forse esempi vicini, un "altro" modo per i preti...per maltrattare i bambini.
La crisi delle vocazione nasce dalla crisi dei valori (quelli logici e sensati che il cristianesimo ha nel suo DNA) che ha portato al calo delle nascite ed alla messa in discussione (spesso ridicolizzazione) del Cristianesimo, di tutte le religioni e di chi crede. Ed ora spiego il perché di quello che ho appena affermato. (ma vi prego di non fermare la lettura appena leggete qualcosa che non vi piace. Arrivate infondo, altrimenti dimostrate di essere anche voi vittime di pregiudizi.)
Ho apprezzato molto il pensiero di Damaso anche se su alcune cose la penso diversamente.
A mio parere la crisi delle vocazioni è dovuta soprattutto alla “religione atea” che é stata insegnata (e continua ad essere insegnata) nelle scuole occidentali (ma anche nei cinema, sui giornali, sui social ecc) negli ultimi 50 anni, e non parlo delle discipline scientifiche ma di quelle letterarie. Questa "religione" ha ridicolizzato gli insegnamenti della Chiesa e di Gesù, ma soprattutto i valori. Che sono i valori positivi universali. (Se andiamo a ben guardare i valori della Rivoluzione francese sono quelli di Cristo).
La crisi dei valori ha portato tante conseguenze, prima tra tutte il calo delle nascite ed è questo secondo me una altro elemento importante (uno tra diversi altri) che ha portato alla crisi di vocazioni.
Se un tempo le famiglie volevano che i figli diventassero preti, ora i figli sono così pochi che le famiglie che hanno un figlio (e sono sempre meno) con la vocazione lo spingo a desistere (lo stesso fanno anche la scuola e gli amici che gli fanno notare quanto sia stupida questa “sua cosa”). Le famiglie oggi desiderano che i figli facciano altro, qualcosa che dia prestigio alla famiglia e come appena dimostrato fare il prete nella società d’oggi non dà prestigio.... è quasi una forma di martirio. Esempio di persone scoraggiate a credere ne abbiamo milioni ogni giorno nella sola Italia. ...Ed io so anche di diversi ragazzi che pensavano di avere la vocazione che sono stati fatti desistere dalla famiglia e dalla società.
Continuare a demolire l'immagine della Chiesa ad esempio continuando a parlare solo dei preti pedofili (che sono un infinitesima parte del totale dei preti, in Germania sono stati segnalati 3700 abusi in 70 anni, quando i pedofili fanno milioni di vittime ogni anno), contribuisce a far scoraggiare le vocazioni.
Le messe in risalto delle cose negative della Chiesa (che sono infinitesimali rispetto al bene che fa) sono così tante che se fossi paranoico potrei pensare ad una macchinazione globale della “religione atea dominante” che deve demolire le altre (specie la cristiana, forse perchè la più bella e competitiva?).
Anche continuare a mettere in discussione quello che dice la Chiesa e il Papa da parte dei cattolici (di tutti i gradi) va in questa direzione.
Per ciò che riguarda i preti sposati sono d’accordo che qualcosa vada fatto, ma per fare il prete nel modo giusto, ci vuole una marea di tempo e toglierlo alle famiglie creerebbe sicuramente problemi alle stesse famiglie (ed avere preti poco presenti o con famiglie devastate non sarebbe un bell’esempio).
Fare il prete bene non è un "lavoro" (come lo definisco gli atei) a tempo pieno ma un impegno h24 non compatibile con la famiglia.
Per questo penso che più che avere dei preti sposati, sarei per avere dei diaconi che possono fare una parte di quello che fanno i preti (almeno fino a quando non torneranno ad esserci preti sufficienti).
Gli stesi preti che si sposano potrebbero diventare diaconi con famiglia e parrocchia, facendo quello che possono con un prete che li aiuti, sostenga e faccia la parte che non possono fare loro. Ovviamente nessuna carriera ecclesiastica per i diaconi (chi ha il potere deve servire e non servirsene).
In pochi lo sanno ma un esperimento lo stanno facendo proprio in questi giorni a ROMA (ed è significativa la diocesi in cui si sta facendo questo esperimento), con una parrocchia affidata ad un diacono con famiglia supportato da un sacerdote.
Perché già ora i diaconi potrebbero fare buona parte di quello che fanno i preti, ma la chiesa, o meglio le diocesi non sono ancora pronte, o meglio ci stanno ragionando.
Vedremo come andrà.
P.S. Damaso mi piacerebbe sapere cosa ne pensi!
Rispondo a El Loco
Lo scopo del mio articolo era quello di promuovere un dibattito e quindi ben volentieri rispondo alle tue osservazioni.
I nostri punti di partenza sono diversi anche se entrambi discutibili. Tu pensi che in un prossimo futuro “torneranno ad esserci preti sufficienti”. E’ difficile stabilire cosa significa “sufficienti”. Quello che pare certo, statistiche alla mano, è che tra preti che muoiono o abbandonano e preti annualmente ordinati, la bilancia pesa inesorabilmente verso il segno negativo. Ed è la ragione del mio campanello d’allarme. Perché tale lo considero.
Quanto a dire che un prete sposato non sarebbe in misura di assicurare un servizio adeguato a causa degli impegni famigliari (quello che io ho chiamato preti di serie b) vorrei dare una risposta articolata perché qui sollevi il punto essenziale:
anzitutto, a parte i primi preti della cristianità, tutti regolarmente sposati, ci sono al giorno d’oggi preti sposati o pastori in altre confessioni cristiane che onorano i loro impegni con altrettanta solerzia che i preti celibi. E a volte anche meglio per quel senso di paternità e empatia che ti viene dall’avere a carico una famiglia.
secondo: il prete sposato proprio perché tale sarà più propenso a concedere ai laici il posto che meritano nell’amministrazione delle parrocchie. I nostri preti hanno una “marea di lavoro” come dici tu perché organizzano tantissime cose che non sono necessariamente da prete. Penso ad attività “laiche” come cene sociali, tombole, concerti, campi estivi, concorsi sportivi, insegnamento nelle scuole, asili nido ecc
Ma c’è di più. Spero di non scandalizzare nessuno dicendo che alcuni sacramenti possono essere somministrati da laici (ben preparati). Il battesimo può essere celebrato da laici, così come il matrimonio che, come si sa è un sacramento nel quale i contrattanti sono i due sposi , e il prete è solo testimone. I funerali portano via molto tempo ai nostri sacerdoti: ma un funerale può essere celebrato, e anche in modo molto dignitoso, senza necessariamente celebrare una messa. Che, essa sì, rende indispensabile il prete. Nelle grandi città è il funerale senza messa è ormai diventato una necessità. Naturalmente serve un periodo di adattamento.
Ho assistito in molte parrocchie francesi a veglie in onore dei defunti: esse sono celebrate da laici che parlano della vita del defunto, della famiglia che ha fondato, del bene che ha fatto e ne traggono insegnamenti. A volte raccontano alcune sue barzellette. Molti canti sacri accompagnano la cerimonia che è viva e piacevole. Anche un parente del defunto può dire due parole se vuole. Da noi va di moda recitare il rosario alla presenza di un prete. Trovo la cerimonia un tantino fredda e standardizzata. Paese che vai usanza che trovi.
Tutto questo per dire una cosa: con i preti sposati molte cose dovranno cambiare nelle parrocchie ma non necessariamente in peggio.
Una bellissima riflessione che copio ed incollo sul mio blog dove tratto anche il tema dei presbiteri sposati essendo uno di questi. Segnalo il link alla pagina FB "Vocatio" che raccoglie persone sensibili al tema.
Concordo con quanto scrive Damaso Feci. Penso che vi siano due strade da percorrere, una possibile subito, l'altra conseguente alla prima.
Escludendo il fatto di non curarsi dell'opinione dei Pastori e, conseguentemente, di continuare ad esercitare il ministero anche da sposati (un bel servizio su "Nove" ha lumeggiato anche questo) la prima strada è cercare un dialogo con essi affinchè colgano e recepiscono il messaggio che i preti che lasciano il ministero per sposarsi non sono una vergogna o un problema per la comunità diocesana, ma possono essere una risorsa. E' la tesi che sosteniamo da anni quando riusciamo ad avere un colloquio con qualche Pastore sensibile e che, forse, sta facendosi un poco strada. Ritengo importante il dialogo con i responsabili della pastorale ecclesiale deputati a questo settore. Un dialogo in cui emergano istanze, si valutino esperienze, si propongano soluzioni. Successivamente si andrà approfondendo, sviluppandolo, il concetto teologico, spirituale e dogmatico del ministero presbiterale approfondendo le fonti della Chiesa delle origini senza trascurare la "Traditio".
Non vedo l'ora che la chiesa rimanga senza vocazioni sacerdotali. ..cosi , non fanno più soffrire i sacerdoti che desiderano tanto...una donna accanto e di avere dei bambini !
La vita bisogna viverla...con serenità. .e in coppia!
Sono una credente praticante da piccola ... e adesso mi rendo conto dalla sofferenza dei preti (scommetto che tutti desiderano di avere una propria moglie accanto e i propri bambini ) !
Peccato ... che per colpa di chi dovrebbe lasciare che i preti si sposino ..trovano la scusa ..che c'è scritto non so dove ..."che non si devono sposare"...
Spero che Dio ..gli illumini ..specialmente a questo Papa Francesco ...di lasciare i sacerdoti che si sposino !
Secondo me...è una cosa seria e buona per la salute di un prete per essere un prete. ..sereno...nella vita di tutti giorni !
Spero di non rimanere solo le parole. ..e che qualcuno resposabile... faccia qualcosa !!!
Carissimo,
dici tante cose che mi piacciono e a altre che non mi piacciono. Ho lasciato pure io. Ho una moglie fantastica ma vorrei non aver lasciato il ministero. L'innamorammento m'ha reso piuttosto miope e il mio orgoglio mi ha tenuto alla larga da chi poteva aiutarmi. È poi quella mia tendenza ad attribuire agli altri i miei errori. Ho buttato la tonaca e me ne DISPIACE. La maggior parte dei preti celibi, penso e credo, si son fatti celibi perché innamorati follemente di Gesù. Ora viviamo in famiglia. Che possiamo farlo al meglio, con il suo aiuto. Salutoni e tanti auguroni.
NDM
01/10/2018Lettura molto interessante, che porta a riflettere anche sull'altra faccia della medaglia. Grazie mille per averlo condiviso.
Dio s'è fatto uomo e l'uomo -cambiando le regole nei secoli a suo piacimento - s'è fatto Dio.