58 - 11 Dicembre 2018
Pietro, lo Zar dell'elettronica
Ingegnere, diventato boscaiolo e muratore per cambiare vita. Oggi è arrivato il riscatto
Il destino è paziente, non ha fretta, quando sa che è giunto il momento è lui stesso a farsi vivo, a battere un colpo sulla spalla, l’importante è ascoltarlo e non girarsi dall’altra parte. Credo che sia andata così anche a Petro Lypnyy, nato nel 1971 a Buchach, da genitori operai, in quella che era ancora la potente Unione Sovietica.
Pietro, come ormai lo chiamano tutti a Borgotaro, era un bambino come tanti e con dentro tanta curiosità. Fin da piccolo amava smontare e rimontare i suoi giocattoli. La curiosità di vedere come sono fatte le cose all’interno deve far parte di quell’istinto innato nel genere umano. Crescendo non ha ceduto alla passione di aprire radio, televisori e lavatrici, sì perché con quei circuiti e quelle valvole riusciva a creare qualcos’altro che potesse essere utile a lui o agli altri.
Dopo la scuola media si iscrive ad un istituto tecnico-professionale e successivamente all’Università: ingegneria elettronica industriale. Una volta ottenuto il dottorato viene chiamato per assolvere il servizio militare obbligatorio, due anni trascorsi, anche lì, a smontare e rimontare circuiti elettronici.
Nel frattempo l’URSS si sgretola e sorge la Repubblica Ucraina. Abbandonata la divisa dell'esercito (vedi foto allegate), trova un posto fisso in uno zuccherificio e poi in una grande centrale del latte. Passano dieci anni. La vita non è comunque facile, la svalutazione corre, gli stipendi sono bassi e pagati sempre più in ritardo, motivi che lo stimolano a vagliare la richiesta del suo amico d’infanzia Boris: “Io vado in Italia, se vuoi venire con me... partiamo subito”.
Partono, destinazione Napoli e poi Avellino. Lì conoscono un impresario che taglia legna in Valtaro, accettano subito il lavoro e s’instradano in direzione Borgotaro con al seguito moglie e figli. Pietro farà il boscaiolo per tre anni, dopodiché trova lavoro presso un’impresa edile borgotarese e farà il muratore per altri dodici anni. I tempi cambiano in fretta, l’edilizia rallenta e la schiena è rotta dalla fatica.
All’inizio del 2016 decide così di cambiare lavoro, mettersi in proprio, in pratica di rimettersi a fare ciò che ha sempre fatto fin da bambino: smontare, riparare e rimontare aggeggi elettronici. “Nelle prime settimane ero disperato, da quella porta entravano solo i miei amici, credevo di aver fatto la scelta sbagliata”.
Pietro, in questi due anni, è diventato l’idolo indiscusso dei ragazzi, "Aggiustatutto" lo chiamano, infatti non c’è smartphone, tablet, playstation o computer che non sia in grado di riparare o ripristinare. Non solo, anche le casalinghe lo considerano il loro "Mago salvatore" quando gli affidano lavatrici, forni da accomodare, oppure televisori e decoder da sintonizzare.
È passata mezz’ora, lo smartphone è pronto, rubrica e foto sono tornate al loro posto. Pago, mi complimento e lo saluto. Esco e penso che Pietro questo riscatto se lo meriti tutto. Mi ha fatto anche capire che volontà, impegno, perseveranza, determinazione e capacità sono ingredienti in grado di cambiare il proprio destino. Petro Lypnyy ha quarantasette anni, ma sta già vivendo la sua seconda vita. Questa è la sua storia.
Micol
11/12/2018Un'altra bella storia e questa volta mi hai commossa ❤️