Mai più avrei creduto che una firma fosse così doverosa. L’idea me la sono fatta in questi giorni, osservando la determinazione delle persone a prendere la penna in mano e firmare senza indugi: “
Non voglio che questa situazione peggiori”. Sì perché davanti al dubbio non hanno scelta, se non di affidarsi a quella più logica: “
Meglio prevenire che curare”.
Dopo aver appoggiato la penna si lasciano andare ai propri timori, a quelle paure che hanno sostituito i dubbi, si perché davanti alla possibilità di triplicare una produzione, già invasiva allo stato attuale, la risolutezza e la lungimiranza è d’obbligo. A ritenerlo un atto dovuto e saggio lo testimoniano le oltre mille firme raccolte in venti giorni.
Davanti alla salute, al dubbio di quello che potrebbe capitare, non si scherza, in questo caso si pensa più a noi stessi e non a chi vuole convincerci del contrario. A fare questo ragionamento equilibrato, da buon padre di famiglia, sono in gran parte i borgotaresi, seguono poi a ruota le famiglie di Albareto, Bedonia, Ghiare di Berceto e chi a Borgotaro ci sosta per più motivi, tutte persone preoccupate del loro futuro, di quello dei propri figli o nipoti. La ragione è semplice, ai propri cari si cerca sempre di lasciare in eredità gioie e non dolori.
Ormai sappiamo tutti che la richiesta della fabbrica, quella sottoposta agli Enti tramite una nuova VIA (
Valutazione Impatto Ambientale), riguarda la concessione a passare da una produzione di 190 tonnellate al giorno a 600.
Un cambio di passo sconsiderato o come dicono ormai in molti “
Da fuori di testa”, se si considerano le evidenze portate all’attenzione negli ultimi tempi da esperti del settore ceramico, i quali sostengono che nelle emissioni delle industrie ceramiche ci sono numerose sostanze (formaldeide, acroleina, acidi, ecc.) che potrebbero avere un impatto dannoso per la salute dei cittadini (
vedi video allegato), tanto che il “
Caso Borgotaro”, così si dice nel modenese, stia scuotendo il settore ceramico regionale.
I continui tentativi di ridimensionare tali evidenze hanno l'unico scopo di imporre ad una comunità il proseguimento di una attività industriale che sul territorio ha sempre fallito, laddove la comunità non la sente propria ed è consapevole che la vita e l'aria di prima non potrà più essere conciliabile: l’insediamento è a due passi da case, scuole, impianti sportivi, ospedale, il tutto all’interno di una valle chiusa come la nostra.
Il problema in due anni non è stato risolto e nonostante tutto si vuole triplicare; richiedono di moltiplicare nonostante non si sia ancora fatta luce sulle cause e gli effetti dei disturbi odorigeni e dei malesseri registrati dai medici locali; senza attendere i risultati del lavoro del Tavolo di Garanzia (a garanzia di chi?) istituito dalla Regione Emilia Romagna e finanziato con 400.000 Euro di soldi pubblici (per un problema privato?); nonostante le indagini della magistratura siano ancora in corso.
Che si tratta di una pretesa insostenibile, di un vero paradosso, lo capirebbe anche un bambino. A sostenere questa ipotesi di “sviluppo” restano loro, gli artefici politici, quelli che sostengono ancora oggi “
Non ci sono problemi”, proprio gli stessi che nell’ombra della loro codardia cercano ancora consenso per sostenere le loro scelte assurde e ormai indifendibili.
Ecco perché firmare in calce all’osservazione collettiva approntata dal Comitato, da inviare poi in Regione entro il 30 novembre nel rispetto della
privacy, è rilevante per la causa. Una semplice firma su un pezzo di carta è un'antica dimostrazione della propria identità di pensiero, oltre ad essere la più primitiva manifestazione di libertà e perciò fortemente temuta da chi si elegge decisore delle nostre vite.
Per firmare entro il 30 novembre è possibile rivolgersi ai membri del Comitato “Aria del Borgo”, presso i banchetti in via Nazionale, oppure nei seguenti esercizi pubblici: Bar Centrale, Abbigliamento Panta Rei, Libreria Borgo Libri e Immobiliare Valtaro.
Anna
20/11/2018Una semplice firma può veramente fare la differenza: abbiamo nella mano uno strumento apparentemente banale ma potentissimo, l'unico in grado di fare veramente la differenza! In tanti hanno già espresso il loro NO a parole, ma non basta: purtroppo nel nostro mondo la parola ha perso valore, purtroppo si ragiona solo con i numeri, pertanto serve mettere nero su bianco il nostro desiderio che vengano garantiti i più elementari diritti umani, perché non possiamo pensare sempre che altri risolveranno la situazione per noi. Ed è giunto il momento che anche chi finora inspegabilmente ha deciso di non prendere posizione, faccia apertamente e senza timore la propria scelta. Coraggio!