La mia bisnonna Marianna che dalla bassa parmense, col marito Desiderio era finita a vivere a Spora, Travaglini, Romezzano. Per arrotondare le sue misere entrate, andava a lavorare alla Pergola e il cibo cotto in più, glielo davano da portarsi a casa e lei, dimenticando la stanchezza, tornava a casa felice.... Sua figlia invece, nonché mia nonna Ida, anni dopo mi aveva portato x la 1' ed ultima volta a Bedonia per far spese. Avendo fatto tardi, mi aveva portato all'albergo San Marco ed io mi sentivo ricca: non riuscivo a credere che eravamo sedute in un ristorante... servite e riverite... come fossimo signore! Sono passati più di 50 anni, ma ricordo ancora il menu: minestrina, scaloppine e fagiolini per lei, cotoletta e patate fritte per me. E credo che un pranzo così, non l'ho mai più mangiato!!!
Erano ormai passati gli anni in cui, ancor più piccola andavo con mia zia Maria dei Pariotti dove vivevo, alla trattoria del ponte Lecca. Allora era gestita dalla sorella Carmelina (figlie di Giuseppen e Meghina dei Pilati) e marito Liviu di Succon. Mi portava volentieri con sé perché camminavo volentieri, perché il mio fratello gemello Walter era pigro e avrebbe dovuto portarlo in braccio. Giu', nel sentiero che da scopolo conduceva quasi al mulino dove aveva i nonni materni. Poi proseguivamo verso quella lunga casa col pergolato di uva frambosa e un gioco da bocce dove Tognu si dava un gran da fare per aiutare i suoi amici che lo accudivano. Io davo una mano a sistemare i tortelli e anolini che le due donne preparavano insieme ai dolci e torte salate.
Poi mi divertivo con Flavio, quasi mio coetaneo e figlio degli esercenti, fingendo di guidare la loro Topolino parcheggiata sotto un enorme pianta ancora esistente: col motore a fiato, percorrevamo in lungo e in largo le fantomatiche praterie e le innumerevoli curve che con la fantasia ci portavano al nostro paese. Prima di salutarci però, mi faceva fare il giro della sala più grande che spesso fungeva da balera e mi mostrava le foto dei cacciatori che avevano ai loro piedi le prede di cinghiali e lepri.
Lo scriccioletto Flavio con la sua 'banana inzuccherata' sulla fronte, stava fiero in mezzo alle canne da fucile e dopo avermi salutato... scappava a sostituire i fiaschetti di rosso che i gruppi di giocatori di carte, facevano sparire in un attimo. Superando il torrente Lecca che si univa al Ceno e guardando il paesaggio montano di rara bellezza mi giravo per l'ultimo saluto alla Carmelina e mi accingevo ad ascoltare le lunghe e fantastiche storie della mia zia Maria...
Stefano
11/12/2019Purtroppo, da osservatore, ho notato che spesso ove ci siano state nuove iniziative private per 'ravvivare' con costanza e regolarita' le serate estive con balli e musica (gia' organizzativamente operazioni onerose e burocraticamente 'tediose') la scelta di orari e limiti ha portato a far prevalere le esigenze del sistema nervoso di alcuni rispetto alla voglia di socializzazione e divertimento di altri 😎😊.