Queste parole hanno persino un volto, l'aspetto umano di una persona che non conosco ma che la rendono vera. Bellissima anche questa lettura
Gigi non avevo capito che eri stato malato, leggevo tutti i giorni i tuoi post su Bedonia che hanno fatto tanta compagnia a me e mia mamma ma ti immaginavo a casa in buona salute. Sono contenta che tutto sia passato, spero ci incontreremo presto per un caffè nel nostro amato paesello.
Come ti capisco! Sono in casa dal 7 di marzo...più o meno la stessa storia. Il mio test, da quel giorno in poi, è stata la noce moscata, però cominciato solo da qualche giorno a recuperare l’olfatto... il gusto è ancora un po’ così, ma si sistemerà anche lui! Un abbraccio gigante...
Innanzitutto: evviva..... sono contento che ti stia riprendendo e questa è l'unica nota importante e decisiva; il momento, alquanto surreale, è triste e particolare dove commozione, preoccupazione e disagio la fanno da padroni. Ora speriamo che tutto torni alla normalità (???) ed attenderemo lo tsunami economico inevitabile.
Il "paesello" mi manca tanto ed il tuo diario è veramente coinvolgente.
Un forte abbraccio.
alberto squeri
Caro Gigi, sono felice di sapere che hai ritrovato la salute fisica e spero anche quella interiore. Io ho una grande fortuna: Dio mi ha donato due bambini. Avere a che fare con i bambini ti fa vedere il mondo con i loro occhi: il coronavirus? È pericoloso ma noi restiamo in casa e cantiamo con la gioia dei nostri 7 e 4 anni perché se cantiamo forte urlando le sirene delle ambulanze non si sentono più! Mamma guarda starnutisco nel gomito come Amadeus nella pubblicità! E mentre ci laviamo le mani cantiamo due volte "tanti auguri a te" e facciamo a gara a chi fa più bolle! Mamma disegnamo anche noi un arcobaleno così ANDRÀ TUTTO BENE!
E alla sera una preghierina a Dio perché protegga medici infermieri e volonatri e tutti gli animali del mondo anche quelli che ancora non conosciamo! Mamma guarda don Angelo è in tv! E il Papa poverino fa la quarantena da solo? E così tra risate canti e litigate furiose e qualche lacrima di sconforto perché mancano i nonni da abbracciare, i vitellini nella stalla a cui dare il latte, i cavalli del maneggio da accudire, le voci di amici e maestre, il tempo passa...tra il fare il pane in casa, una torta, la pizza il tempo passa e lievito e farina diventano la prima voce della lista della spesa!
I tg come sanno i moderni genitori si guardano ben poco con dei bambini piccoli e urlanti per casa, noi non abbiamo facebook perciò le brutte notizie arrivano solo tramite il passaparola, a volte incontrollato, di Whatsapp...ma le giornate passano veloci e ringrazio Dio ogni giorno per la salute dei miei cari, ringrazio Dio perché nonostante tutto dall'8 marzo ad oggi ho avuto modo di riempire la mia vita e le mie giornate con i sorrisi dei miei figli dal primo tuffo nel lettone all'ultima fiaba prima di dormire, e vorrei poter fare la mamma a tempo pieno per il resto dei miei giorni ben oltre la fine della pandemia!
E ringrazio medici infermieri farmacisti carabinieri e forze dell'ordine, vigili del fuoco, militi dell'assistenza pubblica e croce rossa, protezione civile e anche i dipendenti dei supermercati o i dettaglianti, perché sono anch'essi genitori, mogli, mariti, figli e grazie al loro sacrificio fatto sempre con un sorriso mi permettono di sperare ancora che alla fine ANDRÀ TUTTO BENE 🌈
In letteratura ci sono "memorialisti" e "cronisti" (per intenderci Paolo Diacono e Fra Salimbene) tu Gigi hai il naturale talento di mischiare queste due modulazioni espressive e la grazia, di cui ti siamo grati, di essere culla della nostra memoria e cronaca, ora purtroppo dolente, dei nostri giorni.
I tuoi racconti/diari di viaggi passati sono stati una bella compagnia in queste settimane di quarantena. Sempre bello leggerti. Nemmeno io sapevo che eri malato.. mi fa piacere che tu stia meglio. Forza! 💪🏼😊
Caro Gigi, ho letto tutto il tuo racconto e mi sembrava di viverlo con te....
io sto bene ma questa QUARANTENA non finisce piu’ data la mia eta’ e salute!
Grazie per tutto quello che fai, per le persone all’estero è molto importante.
Un abbraccio grande con tanto affetto
Pia
Non avevo capito che eri stato ammalato e mi fa piacere che tutto va bene ora. Grazie per le notizie che ci dai dei nostri cari paesi sconvolti anche loro da questo terribile virus. Confinati anche noi fino all 11 maggio le giornate sono un po lunghe ma alla fine la lettura, i film, il giardinaggio, la cucina, qualche attività, la famiglia e gli amici via whatsapp o skype aiutano molto...
Buona continuazione e grazie ancora per tutto quello che fai.
Caro Gigi,
Quello che hai vissuto tra le mura di casa e saputo riportare sul tuo blog mi ha tanto fatto pensare a quello che possono attraversare persone recluse condannate ad una malattia, una disabilità, un'ingiustizia o una giusta pena. Qualdirsivoglia, sono situazioni che portano per forza di cose ad una introspezione che va ben al di là dell'apprezzare la libertà che finora abbiamo avuto e forse non ci sarà mai più restituita con il pretesto del momento drammatico che ognuno di noi sta vivendo a modo suo. Credo anzi sono persuaso che ci porti a conoscere ed affrontare i nostri demoni e paure più recondite, portando a galla tutte le nostre fragilità.
Come sai lavoro in una struttura per anziani e a sua volta anche mia moglie in un'altra a pochi chilometri. Entrambi abbiamo assistito ed affrontato (ed affrontiamo tutt'ora) situazioni molto complesse dove è nostro dovere tutelare tante persone contemporaneamente cercando di proteggerle come farebbe un buon padre e madre di famiglia. Volutamente e per non voler passare per eroi (perché non lo siamo, facciamo solo il nostro lavoro) non scendo nei dettagli, ma posso dirti che la fatica fisica e psicologica quando rientriamo a casa si aggiunge allo strazio di non poter riabbracciare i nostri figli da oltre un mese e mezzo che ci chiedono coccole e qualche minuto per giocare insieme, per la paura di trasmettere loro qualcosa che ci portiamo a casa in quell'ambiente che abbiamo tanto protetto fino ad oggi. Purtroppo o per loro fortuna non percepiscono la gravità della situazione nonostante siano vittime di un isolamento forzato (e anche di grazia che abbiamo un cortile). Penso a quelle povere anime in città, magari nemmeno un terrazzo dove poter godere il primo sole. Per questo riconoscente al luogo dove sono cresciuto e la mia natura di arrangiarmi nel tenermi occupato con i lavoretti che mi attendono da tempo dentro ma soprattutto fuori casa. Ho voluto perciò rubarti un po' di spazio perché la tua condivisione mi ha spronato a raccontarne un'altra che nonostante in un piccolo paese ognuno di noi vive in maniera diversa.
Mi si alleggerisce il cuore saperti guarito e più forte di prima, anche perché di brutte notizie di nostri compaesani a noi cari ne sono susseguite davvero troppe. Ora è tempo di rialzarci e purtroppo imparare a convivere con questo male che ci ha cambiato profondamente, più di quanto percepiamo ora come ora. È stato un duro periodo di prova, ma che ha rivelato quanto straordinario sia l'essere umano che in tempi tremendi ha donato e supportato chi aveva bisogno ma altrettanto la natura che tenta di riprendersi il pianeta da quando le abbiamo dato un poco di respiro.
Sta bén me nan!
Ciao Gigi, ci siamo conosciuti di sfuggita durante un'escursione, ma ho letto con grande coinvolgimento la tua cronistoria. Non immaginavo che anche tu stessi passando la quarantena da Covid. Non quella che noialtri ormai stiamo mescolando con il semplice distanziamento sociale, ma quella più preoccupante e angosciosa, da sospetto contagio. Credo ancora più inquietante per il fatto di non fare il tampone, insieme a quella inevitabile costellazione di pensieri che si mettono a ripercorrere tutte le persone con cui hai avuto contatti recenti, e un senso di colpa in sottofondo, irrazionale (per come la vedo io) ma comprensibilissimo.
Le giornate che mi hanno colpito di più: 7, 19, 22, 39. Mi chiedo che sensazione può essere la prima uscita dopo tanto tempo, io che malsopporto più di 3 giorni di seguito senza uscire.
Ci sono due cose che però non sono riuscita a digerire di tutto questo: che al numero verde della regione risponda una voce registrata (pazzesco), e la Vanoni (ti prego).
Ti abbraccio.
Ciao Gigi, nel caos di questo periodo con ritmi di vita sconvolti si perde un po' di lucidità e così non avevo capito che eri malato anche perché hai continuato a scrivere.
Modificando solo qualche dettaglio penso che la cronaca della tua quarantena sia un'interfaccia delle giornate che stiamo vivendo. Ma l'importante è che sei guarito e mi fa molto piacere saperlo. La tua giovane e forte fibra ha vinto:" GIGI-COVID19 1 - 0 "
A proposito nessuno ha il coraggio di confessarlo ma - diciamo la verità: la distrazione del calcio ci manca ! (tranne a mia moglie che anzi dice che questo fatto è l'unica nota positiva di questo mostro di virus).
Scherzi a parte molto più difficile è la partita dei ragazzi degli anni quaranta. A questo proposito mi permetto di segnalare - per chi non l'avesse ancora letto - l'articolo di Antonio Scurati (Corriere del 15 aprile: "eravamo sopravvissuti alla guerra"). L'intensità emotiva delle sue parole nei confronti della fascia di età più colpita potrebbe essere assunta - a mio avviso - quale simbolo di questa tragedia tanto terribile quanto inattesa.
Ciao Gigi
Bellissimo e commovente... nonostante il periodo anch'io ho iniziato scrivendo qualcosa, ma poi gli eventi mi hanno schiacciato e ho smesso..... Nella mia famiglia ci sono persone molto fragili, quindi la tensione era ed è sempre alta... BRAVO
Volevo ringraziare di tutto cuore Paola e Giovanni Tagliavini della "Pasticceria Steckli 1915" per il gentil pensiero che mi hanno riservato, esaudendo così il sogno espresso in questa mia quarantena, quello di recapitarmi i loro Amor... sarà un giorno migliore. Grazie davvero.
A volte ci si dimentica della bellezza della vita e serve uno choc per ricordarsene.
Non si comprende davvero il senso dell’esistenza finché non si rischia di perderla.
Il senso della vita lo hai degnamente disegnato.
Pure io ho letto con molto interesse il tuo diario. Non mi sprofondo in congratulazioni perchè ne hai ricevute a iosa. La cosa che mi ha colpito di più è il fatto che nella descrizione del virus, non hai fatto cenno alla sofferenza ed all'angoscia che attanaglia chi la subisce. Anzi pareva che raccontassi di un percorso, quasi obbligato, che coinvolgesse l'interezza della vita di ogni persona. Probabilmente o l'hai voluto rappresentare così o sei una persona che non si lagna ad ogni piè sospinto.
Mi ricordo che quando ti successe mi telefonasti per sapere come stavo trascorrendo la giornata, da segregato, un "agitato" cronico come il sottoscritto. Ti dirò che, anche per far conoscere i fatti a chi ci legge, cambiare se stessi è il compito più difficile che la vita ci possa riservare. Mi sono auto-fustigato (metaforicamente) facendo ricorso a quel poco di pragmatismo che mi era rimasto. Cioè che non potevo cambiare ciò che fu imposto a tutti gli italiani. Ho ingoiato il rospo e mi sono messo a fare in casa ciò che più mi piaceva. Ovvero ascoltare musica classica e/o operistica.
Ricetta perfetta. Per almeno otto/dieci ore al giorno (mediamente) musica dei compositori italiani (in primis) e stranieri. La nota irrequietezza si trasformò in pacatezza. Anzi in benessere psico-fisico e di equilibrio che avevo provato raramente nella mia vita nonostante che l'ascolti da svariati decenni. Naturalmente, come ben sai, il merito fu del maestro Arturo Curà che mi introdusse in questo mondo sublime per gradi. Ho scoperto anche altri esecutori e cantanti che non conoscevo.
Mi permetto di allegare un link del violoncellista croato Stjepan HAUSER di Pula (Pola quando era italiana) che è considerato il migliore al mondo. Concerto tenuto nell'arena romana della sua città accompagnato da una orchestra e da altri solisti. NON si tratta di musica "pesante" tipo sinfonie che non andrebbero bene per i non addetti ma di musica "facile" che piacerà a chiunque. Vi farà strimpellare il cuore.
https://www.youtube.com/watch?v=Dp4UrPsHO3g
Ho letto tutto di un fiato il tuo racconto: vissuto, sentito, animato, diretto, sensibile, materiale, provato. La casa è diventa un tutt'uno anche per me, ho fatto cose che aspettavano di essere prese in considerazione da anni ma con piacere le ho assolte. A tua differenza non ho avuto sintomi e mi ritengo fortunata. Sai che conosco persone che si vergognano ad ammettere che sono state contagiate ? Il mondo ne uscirà migliore e su questo siamo d'accordo caro GG.
Complimenti all'amico Gigi per aver saputo fermare sulla carta giorni sui quali, invece, il mio pensiero dominante è stato -e sempre più è- che possano scorrer via il più velocemente possibile.
E che essersi dimostrati forti nel momento della prova ci predisponga a giorni veramente migliori!
Si che possano finire al più presto...ma non troppo presto!
Prendo spunto dal commento successivo al mio, per chiarire che l'espressione da me usata era puramente un augurio che la cosa FINISCA realmente al più presto, e non conteneva alcuna smania di "farla finire" anzitempo.
Anzi, se dipendesse da me, questo sarebbe proprio il momento di imporre, per 15-20 giorni, quella chiusura totale di ogni attività (eccetto quelle necessarie a sopravvivere) che potrebbe veramente dare il colpo di grazia a questo virus schifoso e maledetto. Dopodiché, certo che si potrebbe ragionare su una "ripartenza"...
Signor Piero Rizzi Bianchi non mi riferivo a lei, mi scuso se ha interpretato il mio brevissimo sospiro come un commento negativo al suo pensiero non era assolutamente mia intenzione! Il mio è stato uno sfogo dopo aver udito più di una persona dire che non vede l'ora che arrivi il 4 maggio per tornare ad uscire e portare i bambini ai giardini...e mi sono sentita spofondare...certa gente evidentemente pensa che sia finita ma non è così! E la mia paura è che tutti fuori significhi tornare a breve tutti dentro...e lo sforzo dei nostri medici infermieri e volontari vano...sarò pessimista ma visto che ho perso fiducia sul buonsenso di molti miei concittadini rimarrò in autoisolamento coi miei bimbi anche dopo il 4 maggio...data che rischia di divenire ben più conosciuta del celebre "5 maggio" manzoniano. Un caro saluto a tutti Anna
Gentile Sig.ra Anna, premesso che le stesse critiche (purché espresse in modo civile) fanno parte di uno scambio di idee, e quindi non andrebbero soggette a scuse; mi fa piacere che qui, invece, si sia trattato di un equivoco e che la pensiamo in modo simile.
Ed è verissimo che l'ottimismo fondato su voglie e necessità non ha fondamenta valide: è perciò molto augurabile che a guidare il nostro comportamento, anche dopo il 4 p.v., resti un prudente e sano realismo.
Zaroschi
17/04/2020I tuoi giorni sono vivi, ripercorrono interamente le giornate e soprattutto emanano paure e angosce iniziali di molti, così come la calma dopo la tempesta e la voglia di rivedere il panorama oltre la finestra, non è detto che sia bello ma sicurante vivo, la voglia di arrivare alla riva dopo il nubifragio...!