Letta che bella storia. Questi racconti mi fanno sempre sognare. Immagino Domenico che sogna l’America poi il viaggio l’approdo la nuova lingua, la città i rumori la gente... un mondo differente. Mi fanno sognare queste storie ma mi fanno anche tanto stringere il cuore. Un peccato dover cercare l’America e non poterla trovare qui.
Mia mamma ha lavorato con “Meghin” e Ademea per quasi 40 anni. Erano dei veri signori. Sempre altruisti, disponibili e generosi. Ademea è stata la grandissima forza dietro un uomo incredibilmente pieno di creatività e talento. I suoi smoking erano i migliori a New York e indossati di chiunque era qualcuno.
Bellissima storia e in particolare il pezzo riferito a Don Costa mi ha fatto commuovere complimenti
Una storia apparentemente come tante ma non nella sostanza. Traspare il tipico ingegno italiano accompagnato dalla tenacia, se poi aggiungiamo il grande coraggio, affrontare lunghi viaggi in terre sconosciute e di un’altra lingua non era come assaporare un bicchierino di rosolio, il successo del signor Verti era già stampigliato sul biglietto di sola andata. Una storia che appare come un segreto ben custodito che ora ha preso luce.
Bellissimo racconto sul grande sarto newyorchese Dominic Verti, affettuosamente conosciuto in Val Ceno-Taro come "Meghen di Sartu' da Sen" (dei sarti del Ceno).
Essendo amico e cliente dei Sarti di Ponteceno (Giovanni e Giuseppe Verti) ho avuto la fortuna, l'unica volta che andai nella "Grande Mela", era il 1973, di portare i saluti a Domenico, dei suoi fratelli "Giuvannen" "Giuseppen", e dei suoi nipoti.
Cosi' in quel torrido luglio, a New York, Manhttan, incontrai Domenico Verti che, impegnatissimo sul lavoro, mi disse di visitare tutti gli undici piani di "Saks" (nel palazzo che occupava tutto un quartiere) e aggiunse : "Vai e scegli un regalo da portare in Italia e poi fammi telefonare che ci penso io"...
Scelsi una racchetta di legno e ritornai a salutarlo e ringraziarlo; lui sollevo' le sue preziose dita dalla stoffa e con un sorriso mi disse di salutare tutti i suoi, oltremare.
Grande persona Domenico, grande famiglia cenese, i Verti... bella esperienza... conoscere queste persone indimenticabili.
E bravo Gigi,
un altro dei tuoi lavori di ricerca terminati in racconti delle persone delle nostre valli, come sei solito fare... ciao
Nell'armadio a Revoleto conservo ancora la giacca di velluto e il gilet (u zippon) del nonno Pietro cuciti dai "sartù de Belvedere" di Ponteceno... era un lusso avere un capo cucito dalle loro abili mani.
Una bella storia di cui essere orgogliosi
L'esempio del sign. Domenico Verti che cosa ci insegna ? Che con la dedizione, l'intraprendenza, la capacità si possono ottenere anche grandissimi risultati. Ovviamente solo poche persone possono scalare delle vette così elevate ma quando si ama un certo lavoro la fatica viene sopraffatta dalla passione e dalla gioia appagante della conquista.
Purtroppo negli ultimi decenni si è persa l'abitudine di andare ad imparare un mestiere e ciò lasciò la popolazione in una sorta di stallo dove, per trovare un idraulico, un elettricista, un falegname, un meccanico o altro ci voleva la pazienza di Giobbe. Il "vengo domani" non dava alcuna certezza e le telefonate di sollecito si ripetevano all'infinito.
Per nostra fortuna ci venne in supporto l'IPSIA che, come tutti sanno, è una scuola professionale dove studio e lavoro viaggiano in perfetta sintonia. Non solo aule scolastiche ma anche laboratori. E poi anche collocamenti "pro-tempore" presso le varie azienda della zona per apprendere direttamente quale sarebbe stato il loro lavoro a fine studi.
Faccio un esempio. Nel condominio dove abito c'era un ragazzo (Alessandro Roffi) che studiava "meccanica" e, nel tempo libero, era sempre nel garage della madre a smontare e rimontare biciclette. Iniziò così ma poi passò alle moto ed infine alle auto. Aveva una passione smisurata accompagnata da una forte bramosia di apprendere. Ebbene, appena finiti gli studi, presentò una domanda alla nota azienda "DALLARA spa" di Varano e, dopo un colloquio conoscitivo, fu immediatamente assunto.
Ben pochi riusciranno a giungere nella quinta strada di New York ma con l'impegno e la passione ognuno di noi potrà realizzare i propri sogni.
Buonasera a tutti,
dopo aver ricevuto il suggerimento di dare un occhio a questo link mi ritrovo catapultato in questo sito ed alle sue belle storie sulle nostre valli, veramente belle e ben scritte, è sempre bello capire e conoscere il passato del nostro paese ed è altrettanto bello che ci sia qualcuno che si preoccupa di raccontarci storie come questa!
Certo non siamo qui per parlare di me, ma ringrazio davvero tanto Remo per avermi preso come esempio, ho tantissimi bei ricordi di via Manzoni e molti dei quali grazie a lui.
Come me ci sono tanti ragazzi e ragazze che hanno voglia di guardare “un po’ più in là” e di essere curiosi ( perché nella vita non bisogna smettere di essere curiosi ) e per chi sa cogliere questo modo di essere, la nostra scuola aiuta molto a capire qualcosa in più sul proprio futuro.
Nel nostro piccolo siamo una bella realtà e dobbiamo continuare ad esserlo !!!
Ciao a tutti e grazie della bella lettura.
Alice Franchi
28/07/2020Grazie per averci raccontato una bella storia. Tante persone sono partite dalle nostre zone per le Americhe, a inizio novecento, sì sono fatti onore