Quanti bei ricordi !!! Alla domenica finito il catechismo tutti andavamo dalla Baderna per farci fare dalla Maria o dalla Teresina il panino con la nutella o a comprare dolcetti vari !
Il 2° firmatario da Sx probabilmente è mio padre Capella Renato...
Tra queste firme c'è anche quella di mia mamma. Mi ricordano tante persone che ho conosciuto. La famiglia Reboli era originaria di Tarsogno e imparentata coi Lagasi "Falampo". Erano tutti dei personaggi originali e il loro punto di riferimento era la sorella Maria, Teresina era addetta alla cucina, Attila era emigrato in Francia e gli altri fratelli curavano il terreno in via Rona (ora Casa Fiordaliso/Valsana).
Famoso il loro torrone e "U straccadenti" detto croccante
Il terreno che era dei Baderna è quello dove è edificata la casa di mio Papà in via Roma 56. Quello della Fiordaliso/Valsana era di un altro proprietario. Ricordo questo particolare perchè, quando scavarono le fondamenta della nuova casa, tirarono su di tutto; barattoli di conserva, ossa di animali, gomme vecchie ecc ecc.
Mio nonno Giovanni e mio papà si ricordavano che uno dei fratelli, purtroppo non ricordo quale, ogni giorno si recava del podere e scaricava tutto ciò che secondo lui poteva fertilizzare il terreno. Anche i suoi, diciamo così..... bisogni, finivano in Via Roma. Tante cose sono state assorbite, ma altre, tipo le gomme e le ossa grosse, sono ancora presenti. La cascina di mattoni rossi, viene ancora chiamata dalla mia famiglia, la cascina di Baderna.
Ho ancora il rogito dell'acquisto del terreno con sopra tutti quei nomi, che io con gli occhi di bimbo li figuravo come dei fumetti.
Bellissimo racconto... mi hai fatto ricordare la mia infanzia e un posto così l'ho incontrato in un piccolo paesino sul mare dove trascorrevo tutta l'estate... era bellissimo andare a prendere il latte appena munto la sera con il porta latte in alluminio di 1 litro e a volte anche qualche dolce della bottega affianco.. sorrido al pensare che il mondo non era così diverso tra paesi.
Gigi 6 sempre il top con le tue foto !
I tempi in cui, a volte, valeva il buonsenso, prima delle leggi.
Mi hai riportato alla mia fanciullezza che con 10 lire le sorelle ci mettevano caramelle nelle mani stese... bellissimi ricordi.
Sempre bello Gigi leggere queste pennellate di memoria...
C’è anche la firma di mia nonna Leonilde.
Ricordo vagamente l’ultimo dei “Baderna” lo vedevo dalla finestra, ma i miei ricordi partono già con Anna, e poi in anni molto più recenti Sabina ed ora anche Giada.
A Bedonia certe cose restano così... immutate e “Baderna” è una di quelle, nessuno in paese ha il dubbio di quale negozio possa essere anche oggi... Curioso che nessuno dei proprietari abbia mai avuto questo nome...
Bellissimi ricordi della nostra gente! I "straccadenti", non li facevano loro, li faceva per loro mia zia Lina e li faceva cuocere nel forno dei Tedaldi. La ricetta originale è di mia nonna paterna Ines Salini.
L'evoluzione della firma: un tempo la maggioranza metteva prima il cognome e poi il nome. Oggi quasi tutti antepongono il nome al cognome...
Certo che lo ricordo. A parte il latte, ci compravamo la requilizia. Le due sorelle sempre gentili e i due fratelli. Beppe giocava a scacchi con mio papà
Ho visto le firme di mia nonna Natalina e mia zia Maria. Grazie Gigi per farci rivivere certi ricodi
Scrivo anche io così completiamo la presenza di famiglia...
ma Beppe di Baderna ma che personaggio era... aneddoti e battute irriferibili ma indimenticabili.
Io ho lavorato dalla Baderna. Bei tempi.
Bello il ricordo dei Baderna, il cui negozio era favorito anche dalla centralità nella Pieve.
Oltre alle sempre gentili Maria e Teresa, ricordo i loro nipoti (Susanna e Jean-Claude, se non sbaglio) miei coetanei che venivano in villeggiatura da Marsiglia.
Il latte lo vendevano in tanti (prima dell'arrivo di Parmalat), tra cui anche i "Lugagnan", nonni materni della compianta Marisa Serpagli.
A casa mia e ad altri utenti di Via Mons. Checchi lo portava Delchini dalla sua fattoria vicino alla strada per Roncole.
Peppino Serpagli
L'argomento è stato sviscerato dai numerosi commenti e resta poco da aggiungere. Però mi sovviene qualche particolarità curiosa che riguarda questa famiglia assai singolare. Erano persone uniche, a se stanti, che vivevano nel loro ambiente ristretto e che non amavano condividere il loro "modus vivendi" con l'esterno. Una singolarità che riguardava soprattutto i due maschi.
Ma uno della famiglia era emigrato in Francia ed aveva due figli che d'estate venivano a trascorrere le vacanze presso gli zii. Si chiamavano Susanne e Jean Claude. Anche loro avevano il marchio e "l'imprimatur" comportamentale tipico dei "Baderna". Susanne si differenziava per i suoi abbigliamenti arditi e spigliati (per quei tempi) ed era guardata con stupore ed invidia dalle donne. Per la strada svolazzava e pareva sempre che avesse la testa fra le nuvole.
Con Jean Claude riuscii a stabilire un certo rapporto amichevole anche perchè ii suoi comportamenti "sui generis" mi incuriosivano parecchio. In definitiva era un bravo ragazzo ed io non capivo se il "diverso" era lui o noi bedoniesi che vivevamo in un paese lontano dalle città. Con il passare degli anni non li vidi più anche perchè i loro zii mancarono.
Mi ricordo "la bottega della Baderna" è domenica, alle due inizia la dottrina all asilo, in fretta finisco di mangiare perché, con 20 lire in tasca, devo correre dalla Baderna prima che arrivino gli altri e mi mettano fretta: -maria,maria- la piccola signora scende da una scaletta buona, apre la portina sul retro e mi fa entrare. Passo tra i sacchi di riso e di pasta sfusi, un forte odore di merluzzo salato mi infastidisce. Il negozio è seminudo perché è domenica e le ante non sono state tolte: è giorno di festa e al pomeriggio il negozio è chiuso. Mi avvicino allo scaffale dei vasi di vetro che contengono le caramelle da una lira. Ce ne sono di verdi, le mentine a forma di lettere dell'alfabeto, di numeri, di colorate, ci sono le gialle, quelle d'oro, le pasticche bianche. La Maria è sempre paziente e aspetta che mi decida, intanto fra un po' arriveranno anche gli altri. Come me, hanno 20 lire da spendere. Faccio mentalmente i conti su ciò che posso comprare: 2 verdi, 2 gialle, 2 rosa, una liquirizia... ma quella costa 5 lire. E la Maria tranquilla apre un vaso, poi l altro e... finalmente ho speso la mia paghetta e me ne vado felice, salutando e mettendomi una mentina rosa in bocca.
Claudio Agazzi
28/10/2020Molto bello.
Tempi che ci hanno sfiorato e dei quali ancora trasudiamo per eredità.
Claudio Agazzi