58 - 04 Dicembre 2020
Ugo il meccanico
La storia dell'officina "Bernabò" di via Roma, condotta ininterrottamente per 56 anni
Chi di noi non ha una passione? Il segreto, una volta individuata, è semplice: assecondarla e coltivarla, sarà questo a fare la differenza, magari realizzando il sogno nel cassetto. Quello di Ugo era diventare meccanico e aprire un'officina. Un desiderio che realizzò nel 1960, quando aveva 27 anni.
Sono rientrato in quell'officina con Marco e lì abbiamo fatto due chiacchiere, seduti su due pile di pneumatici, le nostre comode poltrone, proprio come quando eravamo bambini... spesso andavo lì per gonfiare le gomme alla bicicletta o per oliare la catena.
È così che mi sono sentito di raccontare la storia di "Ugo il meccanico". Nonostante il cartello sulla porta indichi "Torno subito", l'officina è ormai inanimata da tempo, ma nell'aria c'era ancora quel tipico profumo di olio e anche la sua "presenza" non era da meno: il "toni" blu da lavoro ancora attaccato al chiodo a fianco del portone, gli attrezzi tutti puliti e ben allineati sopra al bancone di legno, quello con la morsa agganciata, sotto i cassetti colmi di candele, guarnizioni e manicotti. Piccoli particolari a suggello della "passione" di cui accennavo.
Ugo iniziò a fare il meccanico a Lavagna, prima e dopo il servizio militare. Partiva da Bedonia in Vespa il lunedì mattina e tornava a casa la domenica pomeriggio, perché in quell'officina si lavorava sempre: "Mio papà mi diceva che in estate sentiva il rumore degli zoccoli dei bagnanti che andavano al mare. Questa era per lui l'unica differenza tra estate ed inverno. Nonostante la presenza del mare, mai una volta in spiaggia... tanto non sapeva nuotare".
Una "vita da rospi" che fece per sei anni, dal 1954 al 1960, poi la decisione di mettersi in proprio e aprire un'officina tutta sua. In quegli anni le riparazioni delle auto erano molto frequenti e soprattutto necessarie per farle funzionare: l'olio era minerale e non sintetico, perciò ogni 1.500 km occorreva sostituirlo; i motori facevano al massimo 40.000 km, dopodiché era necessario sostituire i pistoni o rifare le fasce elastiche, se non addirittura l'intero motore.
A proposito di continue riparazioni: nella foto di copertina si nota, sulla sinistra, la Fiat 130, 3200 cc di cilindrata, allora proprietà di Pietro Galli (1973).
In pratica si lavorava giorno e notte, ferragosto compreso, tant'è che le giornate estive finivano alle 22 tutti i giorni, proprio come racconta Marco: "Quando sono nato io, il 3 agosto del '64, alle 22,30 lui stava ancora lavorando col suo operaio 'Pissunellu' (Fausto Mariani): c'era da riparare il camioncino di Felloni, il concessionario di bibite. In pieno agosto c'era pieno di villeggianti ed occorreva rifornire alberghi, ristoranti e pensioni".
Poi ci sono i momenti storici, come quello di aver messo le mani, per la prima volta, dentro a un motore di una Ferrari: la famosa 275 GTB "Rosso Bordeaux" del '68 di Ennio Rapetti. I pezzi di ricambio dovevano essere "mandati a prendere" a Maranello e costavano una fucilata, altro che quelli della 500. Un avvenimento che rievoca anche Marco, quello fu il suo primo (e ultimo) giro su una Ferrari: "Quando mio padre dovette provarla dopo la riparazione, mi chiese di salire e facemmo il giro di San Marco. E chi se lo scorda più?".
La nostra chiacchierata procede, i ricordi, in qualche modo, mitigano lo stato d'animo: "Quando ero bambino ero sempre in officina con lui e la sera mi chiedeva di ricordargli chi era venuto durante il giorno, così da fare i conti in "brutta", dopodiché, mia mamma (Maria Luisa, che sposò nel 1963) li trascriveva in "bella" per poi consegnarli ai clienti. Non aveva nemmeno il tempo per mangiare, alle 13 scendeva, spesso il campanello di casa suonava già".
Poi i tempi cambiarono, anche per i meccanici. Con l'arrivo del nuovo millennio le auto non avevano più bisogno di una manutenzione costante e anche i motori duravano una vita. Così arrivarono le "Revisioni" e con il loro il computer... così Roberto, l'altro figlio, intervenne per insegnargli ad usarlo. Per fronteggiare l'inevitabile calo del lavoro "meccanico", si specializzò nella vendita e riparazione di rasaerba, decespugliatori e motoseghe. Avrebbe potuto continuare l'attività da solo, ma conservò il suo operaio fino al 2011, anno in cui mancò. A Fausto c'era molto affezionato, in fondo condivisero quel lavoro per 48 anni consecutivi.
L'officina andò avanti fino al 2016 o meglio, fino al compimento dei suoi instancabili 83 anni. Non male come vita. Da lì in poi si dedicò con altrettanta passione al frutteto, all'orto, alle sue decine di galline e faraone. "Ugo il meccanico" se n'è andato in primavera, portato via, come tanti altri bedoniesi, da questo stramaledetto Virus. Quel giorno era il primo d'aprile: San Ugo, il suo onomastico. Per Marco e Roberto era ancora un ragazzo, solo che aveva 87 anni.
Elena Mariani
05/12/2020Grazie per aver ricordato il mio papà.... Fausto....
Elena