Chi scrive la musica, la scrive per lasciarla a qualcun altro. Un concetto che appartiene a molti, in questo caso al Maestro Ezio Bosso. Le note del suo pianoforte o la musica d'orchestra diretta e composta sono state spesso colonne sonore di notti silenziose o di momenti di astrazione. Una collocazione specifica, a volte necessaria e dettata dall’esigenza, uno spazio riservato musicalmente a pochi, insieme a lui solo Ludovico Einaudi è capace di rapirti da tutto ciò che c’è intorno e anche oltre.
Le sue note rimangono e per me continuerà a vivere.
"La malattia non è la mia identità, è più una questione estetica. Ha cambiato i miei ritmi, la mia vita. Ogni tanto "evaporo". Ma non ho paura che mi tolga la musica, perché lo ha già fatto. La cosa peggiore che possa fare è tenermi fermo. Ogni giorno che c'è, c'è. E il passato va lasciato a qualcun altro".
Ezio Bozzo