Appare come una visione tipicamente ottocentesca, ma siamo nel terzo millennio. E' questo lo stupore.
Da circa una settimana, questi due signori francesi, a bordo della loro carrozza trainata da due cavalli, transitano e sostano in Valtaro e Valceno. L’obiettivo è di spingersi verso la Toscana per poi raggiungere la Sicilia.
Ogni sosta dura uno o due giorni, si spostano solo al mattino presto e nella frescura percorrono qualche chilometro, fino a che non trovano un altro punto di sosta: un prato verde per il sostentamento dei cavalli e con degli alberi per beneficiare della loro ombra.
La scelta è senz'altro quella di lasciarsi alle spalle la società contemporanea, andare alla ricerca della dimensione della tranquillità e del silenzio, di un altro spazio e di un altro tempo.
Ho tentato di contattarli, prima a Bedonia e poi a Isola di Compiano, ma arrivavo sempre troppo tardi: non c’erano già più. Per fortuna che nella loro tappa di Anzola c’è stato l’incontro con Benedetta, sarà quindi lei a raccontarci di loro.
G. C.
Una casa viaggiante, azzurra come il cielo sopra gli Appennini nelle serene giornate di sole. Due inquilini, Kristen e Pierangelo, accompagnati da due maestosi e fulvi cavalli, unitamente a Pluto e tre galline, anche loro indispensabili al viaggio, stanno attraversando le nostre valli destando stupore e curiosità a molti. L’Appennino regala sempre emozioni: il tempo, i profumi, la gente. Tutti fattori che, di per sé, comportano riflessione e rallentamento, ammirazione e devozione ai luoghi.
Nei giorni scorsi, l’incontro con questi viaggiatori inconsueti, mi ha permesso di approfondire e apprezzare ulteriormente ciò che attualmente ci divora nella quotidianità, ovvero la frenesia dettata dalla modernità, da quel maledetto “Tutto e subito”. In questo caso non c’è tempo, non c’è meta, non c’è sosta, nulla di programmato, una sola data ha determinato la loro scelta di vita: il 24 settembre 2019. Il giorno della loro partenza dal nord della Bretagna, da un paese sulla costa atlantica, che altro non è che il loro luogo di origine.
Stanchi della quotidianità, stressati dalla modernità e volenterosi di compiere una buona azione a favore del nostro pianeta, sono partiti per un viaggio realmente sostenibile: i cavalli come mezzo di trasporto, i pannelli solari per l’energia elettrica, una piccola stufa per riscaldarsi in inverno, il pollaio incorporato nella roulotte, mentre il resto è composto dai luoghi, dalla reale tipicità e naturalezza che, mano a mano, li contrassegna.
Le loro anime si somigliano, la necessarietà del viaggio compone il loro amore, mestieri diversi che li hanno condotti a questa scelta. L’arrivo in Italia il 5 maggio scorso, l’idea è di attraversare lo stivale, raggiungere la Sicilia e poi chissà… un giorno la Grecia: “Ma al mare ci si va in inverno, ora c’è troppa gente, troppo caldo, i cavalli necessitano di acqua ed erba fresca; rimarremo all’interno delle coste…”. Sulla parte esterna del loro scrigno viaggiante c’è già una mappa, disegnata e aggiornata, che indica la loro determinazione.
Tra una chiacchiera e l’altra Kristen mi mostra con estrema felicità la casa, un tuffo nel passato una casa delle bambole a misura di adulto, tutto composto con estrema minuzia e bellezza, c’è posto per tutto, libri, stoviglie, pizzi, merletti, lampade, cesti… tutto richiama al calore di “casa”, ad una piacevole ed incontrastata armonia, il senso dell’essenzialità.
Le chiacchiere proseguono tra racconti e aneddoti. Pierangelo mi racconta della necessaria e prolungata sosta dei giorni scorsi in Liguria, del malessere temporaneo di Pluto, il bagno al mare, l’ammirazione dei paesaggi. La curiosità mi spinge a chiedere se c’è un luogo “rimasto dentro” e mi risponde così: “Ce ne sono tanti, ma qui è bello, c’è tantissimo verde, sono luoghi ancora vergini e poco conosciuti”.
La sorpresa della loro presenza ad Anzola mi ha commossa e anche un po’ intimorita. La mia passeggiata l’ho deviata, tra la curiosità e la timidezza, verso questo curioso e arcaico “caravan”, ma alla fine ha vinto l’accoglienza di quattro mani, quelle che da lontano mi hanno incitato all’avvicinamento. Chiacchiera dopo chiacchiera, il sole è diventato più debole, l’ora giusta per una birra e due chiacchiere al bar Barilari, a conoscere altre persone, a cercare altri confronti. Occhi e momenti semplici ed entusiasmanti.
Rimane nel cuore l’incanto dell’essenzialità, l’incentivo all’autonoma volontà e predisposizione al cambiamento, un po’ come la luce sospesa delle lucciole, che, con estremo stupore per Pierangelo e Christelle, ha reso meno buia la notte in Alta Val Ceno: “Era da tanto tempo che non le vedevamo, è stato come tornare bambini”. Flebili luccichii, ma sufficienti a rendere splendente il loro viaggio ed accompagnare la nostra fantasia.
Fabio Mallero
24/07/2022"Avremo il nostro carro per dormire, dove metteremo i figli a riposare..."
Se ricordo bene cantava così Arturo Curá.