Uno squarcio di storie trasversali interessantissimo. Grazie Gigi, come sempre
Il ripudio alla pena di morte è da me sottointeso ma la storia narrata si dimostra avvincente, apre ad un mondo lontano e passato dove le avversità erano solo fastidisosi sassolini sul proprio cammino, niente di più. Giù il cappello a questi nostri emigranti coraggiosi ed intraprendenti.
Ho letto che i bisnonni hanno abitato anche nei dintorni di Cavignaga. Sarà per questo motivo che quel posto è anche conosciuto e chiamato ancora oggi come "Int'a Fratta" ?
Grazie per condividere con noi le tue ricerche, magnifico salto nella nostra storia.
Grazie Gigi, anche se è una storia molto triste, sapere che un nostro paesano oltre oceano, è morto in questo modo.
Penso ai suoi antenati, che hanno lasciato la sua terra, con tanta malinconia e non avrebbero mai pensato che potesse succedere una cosa simile a un suo caro... Svelato il mistero
Innanzi tutto complimenti Gigi per questo racconto che mi lascia molta tristezza sapendo che esistono ancora troppo governi dove la pena capitale è vista come giusta punizione (il Texas è lo stato giustiziere per eccellenza). Sono da sempre contro la pena di morte, proprio alcuni giorni fa ho visto un film sulla sentenza capitale di un uomo innocente, tratto da una storia vera, dove venivano citati quasi 200 condannati a morte che sono riusciti a dimostrare la loro innocenza. Questo mi da ancora più convinzione ad essere contro la pena di morte. Mi domando che giustizia può essere uccidere un uomo dopo averlo lasciato nel carcere più di 30 anni, senza la tanto esaltata tempistica "esemplare", a me sembra più una sublimazione perversa della legge del taglione. Comunque ti rinnovo i miei complimenti per le tue interessanti narrazioni. Grazie
Una bella storia, si fa per dire. Grazie al signor Erik per la diligente segnalazione ai bedoniesi e complimenti al padrone di casa Gigi per averla riportata dopo l'attenta ricostruzione. Infine una preghiera per Bob e i suoi famigliari. E che nessuno tocchi Caino!
Un’altra storia e un’altra conferma che allora si partiva per fuggire dalla miseria e dalla fame. L’attrattiva del nuovo mondo chiamato America, di quelle terre straniere e lontane dove magari fare fortuna e avverare i propri sogni che nelle nostre campagne tormentate sarebbero stati impossibili.
Grazie per questo emozionante scenario che mi ha accompagnato nelle lettura di storie incredibili, di disperazione tangibile ma anche di morte.
Al di là del protagonista con antenati bedoniesi, mi domando se sia peggio una giustizia sommaria immediata, come ci hanno abituato nei film western, o una giustizia che ti lascia per trent'anni nel braccio della morte in attesa che un giorno, magari rinviato chissà quante volte, arrivi un altro uomo venga a porre fine alla tua vita.
Mi ricordo che quando avevamo l'osteria, veniva sempre una persona di Cavignaga che di soprannome lo chiamavano "Fratta", anche se oggi scopriamo che non era nient'altro che il suo cognome.
Luigi Lucheni, l'alto-valtarese più famoso della storia, voleva essere "condannato a morte", ma il Canton Ginevra in cui era in carcere non prevedeva tale pena. Inutili le sue preghiere di essere trasferito in un Cantone svizzero dove era possibile la condanna a morte. Lucheni aveva assassinato con un punteruolo Elisabetta (Sissi), imperatrice d'Austria e regina d'Ungheria, a Ginevra nel 1898.
Di Lucheni si sa solo chi era la madre (forse Lacchini) di Albareto che lo abbandonò in un orfanatrofio di Parigi prima di partire per l'America, dove pare avesse poi sposato un certo Longinotti e con lui gestito un bar a San Francisco.
In quel periodo, gli anarchici italiani erano famosi per le loro gesta in tutto il mondo, tra gli altri Sante Caserio che uccise il presidente francese Sadi Carnot a Lione e Gaetano Bresci che uccise il re d'Italia Umberto I a Monza.
Peppino Serpagli
Un pensiero alla povera ragazza di soli 33 anni strappata alla vita e ai tre piccoli innocenti privati della loro mamma.
Marco
07/02/2023Il Comune di Bedonia è una anomalia ? La legge sulla protezione dei dati personali consente l'accesso ai dati di persone decedute da parte di chiunque vi abbia interesse, ed è inoltre consentita la consegna di una copia integrale dei documenti anagrafici o degli atti richiesti. Se vi è opposizione interviene l'abuso di ufficio.