58 - 27 Febbraio 2023
Il Maurizio Costanzo Show
Cinquant'anni di presenza televisiva e qualche ricordo personale
Maurizio Costanzo, un po’ come succede con tutti i personaggi della televisione, lo ricordo come fosse un conoscente di lunga data, fin dalla metà degli anni ’70. Era allora che “entrava” in cucina con Bontà loro… una trasmissione che ovviamente guardava mio papà e da me considerata noiosa – le conversazioni erano per grandi e non certo di mio interesse – e che però poteva risultarmi piacevole e inusuale, specie quel gesto di chiudere la finestra (era la scenografia di studio) prima di iniziare a parlare. Poi, dopo un paio d’anni, “entrò” di nuovo con Acquario, ed anche in questo caso il grado di interesse del programma rispecchiava il precedente, quindi nullo… ma quello era il televisore e quello era il “Primo Canale”: insomma, in pratica non ce n’erano altri.
Un effettivo interesse per il personaggio arrivò più avanti, con quella voce fuori campo che annunciava: “Dal Teatro Parioli in Roma, il Maurizio Costanzo Show”, in concomitanza con l’apertura del sipario. Erano i primi anni ’80, ed io ero cresciuto: ora ero io a prestargli attenzione, a cercare di non perdermi nemmeno una puntata in onda su Rete 4, forse per la novità dei contenuti o per il nuovo modo di proporli. La mia generazione, fino a quel momento, era abituata a delle gran “Tribune politiche” con Jader Iacobelli, Ugo Zatterin, Giancarlo Pajetta e Giorgio Almirante, dove ospiti e argomenti noiosi, impersonali e monotoni erano ascoltati dai più con una rassegnazione ben lontana da qualsiasi entusiasmo.
Questo gradimento del Costanzo Show ha, per me, una data e un luogo ben definiti: dal 1992 al 1995, nell’appartamento in via Bandi a Parma, assieme ad Andrea e Paolo. Ancora oggi, tra i vari messaggi che ci scambiamo, c’è sempre qualche rimando ad una battuta o un riferimento ad uno di quegli ospiti. Ogni notte si faceva l’una passata, a volte per ironia e curiosità, altre per sbarcare la serata, ma il più delle volte ridendo per gli atteggiamenti tenuti dagli ospiti, tra cui molta gente comune, e di questi alcuni veramente inconsueti e stravaganti, insomma “scovati con il lanternino”. Tra le persone che non dimenticherò mai c’erano il mistico ufologo Valentino Compassi e il divino Otelma, ma anche personaggi di livello come l’attore Carmelo Bene – che in quello stesso periodo fu ospite al Teatro Regio di Parma (e, ancora oggi, ringrazio Costanzo per aver favorito questa opportunità di conoscere, apprezzare e incontrare il poeta su di un palcoscenico).
Quelle serate “a tre”, al di là dei “filmoni” che guardavamo, rimarranno veramente legate al divano con davanti il televisore accesso sul Costanzo Show, alle sue battute di tipo “Bbooni, state bbooni…”, con cui teneva a bada gli ospiti, oppure quando richiamava qualcuno del pubblico se si alzava dalla poltrona: “Dove va’ llei…?" o quando chiese fondi per la ricostruzione del ponte sul Tanaro danneggiato da un’alluvione, aggiungeva “Dove va’ llei, ha fatto un’offerta per il ponte di Bagnasco?”.
Poi, tra le serate storiche, c’è quella dedicata all’occulto, dove tra gli ospiti c’erano solo indovini, fattucchiere e sensitivi che disquisivano con il pubblico con discorsi seri, impegnati e autorevoli, tant’è che dopo un’ora di belle parole e buoni propositi, Costanzo li interruppe, stroncandoli, con quel suo intercalare, tutto romano: “Mo’ stàmo un poco a esaggerà … a maghi”. Da quella sera, per noi, il suo nome si è tramutato in “Maghi”.
Ero così fedele alla trasmissione, che nel 1996, trovandomi per qualche giorno a Roma, ospite di mio cugino Andrea, gli chiesi se poteva trovare i biglietti per il “Parioli”, poiché mi sarebbe piaciuto sedere, almeno una volta, su quelle poltrone di velluto rosso. Riuscì ad esaudire il mio desiderio, e da qualche parte ho ancora la VHS di quella puntata con il giornalista seduto sullo sgabello, con ai lati Vittorio Sgarbi, Enzo Iacchetti, Sonia Cassiani, Aldo Busi e Gioele Dix.
E così, anche quella notte, dopo l'inframmezzo di Franco Bracardi al pianoforte, la passerella finale degli ospiti sul palcoscenico, ebbi il piacere di ascoltare Maurizio Costanzo licenziarsi dalla platea con le sue classiche parole: “Grazie e buona notte... sipario”.
Paolo
27/02/2023Grazie GiGGi per il ricordo, quando il divino Otelma dissertava sulla differenza tra Ermete Trismegisto e, non ricordo bene, Casmagor.... esoterismo puro e cristallino.
ciao Paolo