Nooo! Che brutta notizia Gigi.
Ciao Peppino, mi mancherà fumare quella sigaretta insieme.
Rip. Sentite condoglianze a Ermanno
Caro Peppino, pace all'anima tua nella terra del padre che in questi anni hai imparato ad amare unitamente a tua madre, alla sorella Iride e indimenticabile nonna Bettina.
Ho mancato di essere presente alle esequie solo perchè anche io ero ricoverato in un ospedale milanese da cui sono stato dimesso proprio il giorno del tuo funerale.
La tua morte in una casa - nota bene non di ricovero ma di convalescenza - anche se abbastanza prevista, mi ha colpito come una stilettata.
Immediatamente il mio ricordo va al lontano passato quando - dodicenne come te (nascita lo stesso giorno, stesso mese, stesso anno) divenimmo amici e tali saremmo rimasti tutta la vita.
Il ricordo più indistruttibile resta leggere un libro di Salgari insieme seduti sul gradino della tua bottega paterna per poi parlarne trasognati.
Mille episodi della tua incredibile vita sono stati tratteggiati dagli amici di Bedonia che poi sono diventati anche miei.
Potrei rivedere qualche particolare ma nulla cambierebbe della sostanza: spirito libero eri e così sei rimasto sempre anche negli anni della tua magra pensione.
So che amavi Milano e tutte le grandi città dato che offrono un senso di compagnia ma anche di completo anonimato.
Eri educato, sensibile, determinato nei tuoi pensieri e un po' timido; persona nella quale mi rivedo molto.
Sapevi di inglese, francese e, soprattutto tedesco; ti invidiavo ma spesso scambiavamo qualche frase in francese e così ti sei rivolto alla madre dell'architetto che cambio' il Seminario in albergo e lei pensava che la prendevi in giro. Incredibile.
Addio Giuseppe Serpagli detto Peppino, aspettami, e mi rivedrai presto e andremo berci un caffè in qualche bar del centro di Milano.
Luciano Serpagli
Caro Peppino,
quanti bei ricordi di te, di tua sorella Iride e di tua mamma Edvige, se penso al vostro negozio, in via Mons. Checchi, dei saponi (Raggio di sole), dei detersivi (Tide, Ava e Lip) dove venivo volentieri con mia nonna Genoveffa a comperare quei prodotti e per poter vedere con occhi da bambino le sorprese (abbinate a quegli articoli igienici) che poi erano i miei giocattoli agognati (il palombaro, il soldato, i primi razzi).
Profumo di pulito e il campanello che suonava sulla porta quando aprivamo... accolti dal sorriso di tua mamma e di tua sorella.... e, qualche volta, dal tuo accompagnato da qualche battuta simpatica in dialetto bedoniese.
Grazie.
Claudio M.
Non ti ho conosciuto ma leggendo quanto hanno scritto le persone che ti hanno conosciuto dovevi essere una persona molto speciale anch'io vivo da molti anni via da BEDONIA ma il ricordo è sempre presente. La settimana prossima a Udine ci sarà l'adunata degli alpini verrò a vedervi per sentire il dialetto bedoniese. Grazie per le vostre cronache mi fanno sentire a casa.
Bravo Eddie e’ bello leggere il breve racconto di un uomo ke ha vussuto la vita seguendo il suo istinto piuttosto che ke opportunita’ di lavoro controvoglia. Nn ho conosciuto Peppino ma mia Mamma Mirca Oscar Fefuccia kissa’ Antonietta o Alice si’, mi unisco a tutti voi che qui lo ricordate e lo salutate con stima e affetto. Ciao Peppino riposa in pace. Vik
Giuseppe, je n'avais plus de nouvelles de toi depuis quelques années et le hasard me fait découvrir ce blog qui m'apprend que tu nous as tous récemment quittés.
Nous étions amis depuis 1978. Rencontrés sous les torchères d'Hassi r'Mel en Algérie. Sans doute qu'avec toi je découvrais le pouvoir positif du pessimisme mais toujours dans la bonne humeur.
Triste nouvelle mais en même temps heureux de savoir où tu reposes.
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Giuseppe, non ti sentivo da qualche anno e per caso ho scoperto questo blog che mi dice che ci hai lasciato tutti da poco.
Eravamo amici dal 1978. Ci siamo conosciuti sotto i bagliori di Hassi r'Mel in Algeria. Senza dubbio con te ho scoperto il potere positivo del pessimismo ma sempre con il buon umore.
Notizie tristi ma allo stesso tempo felici di sapere dove tu riposi.
ValeBD
03/05/2023Mi dispiace molto, ogni volta che tornava alla pieve si fermava sempre a fare due chiacchiere.