11 - 09 Agosto 2023
Solidarietà senza frontiere
Un gruppo di nove bambini della popolazione Saharawi è stata ospitata a Bedonia
Cosi come sul desolato asteroide B-612 del Piccolo Principe, anche a Bedonia possono fiorire bellissime ed inaspettate rose, come già ho già peraltro avuto modo di dire in un mio post di qualche anno fa. Rose che risplendono di bellezza e grazia, come quelle che crescono anche nei nostri più reconditi giardini. Rose che ci parlano di solidarietà, di pietas, di inclusione e responsabilità e che ci inducono a credere che, volendolo, un futuro migliore è possibile anche su questo nostro tormentato pianeta.
Nello specifico, la rosa in questione (ovvero, la bella esperienza che sto’ per descrivere) è una rarissima “rosa del deserto”, in virtù delle profonde radici che la stessa ha nelle aride e caldissime sabbie del deserto del Sahara (Occidentale, per essere più precisi). Da questa terra, infatti, è provenuta la piccola delegazione di bambini (9 in tutto) del *Popolo Saharawi che, fra fine Luglio ed inizio Agosto, è stata presa in carico da “Bedonia Accoglie”, un comitato di mamme e ragazze Bedoniesi le quali, durante sedici intensissimi giorni, si sono prodigate in tutti i modi immaginabili e possibili per organizzare un soggiorno capace di consegnare, a questi piccoli principi e principesse berbere, un lascito che possa aiutarli a rendere (se possibile) più leggero i loro giorni a venire all’interno dei campi profughi Sahariani a cui un destino avverso li ha finora confinati ed ai quali, purtroppo, presto si troveranno a tornare.
Un lascito fatto di tanto affetto e momenti di toccante solidarietà e costruito quotidianamente tramite una congerie di esperienze che hanno visto i piccoli ospiti coinvolti in passeggiate in una natura verde e rigogliosa cosi come mai avevano conosciuto prima; nuotate fra le fresche ed ancora cristalline acque del Taro; partite di calcio; esercitazioni equestri; spettacoli teatrali e canori dei quali sono stati spesso attori più che semplici spettatori; cene solidali e tanto altro ancora.
Percorsi condivisi spesso anche con le varie istituzioni locali, ovvero il Seminario ed il Comune di Bedonia che hanno coadiuvato “Bedonia Accoglie” durante l’intero stage; l’Asilo Infantile; la Glenn Miller Band; la Biblioteca Comunale; il Centro Ippico Rugalli; il caseificio Porcari & Tambini; le guide locali GAE; la sezioni locali della Assistenza Pubblica e della Croce Rossa, cosi come tanti altri singoli individui (o imprese, come la Barilla) che hanno donato tempo e risorse preziose a garantire il buon esito di questa esperienza.
Da parte loro, i piccoli membri della delegazione Saharawi lasceranno, in chi ha avuto il privilegio di conoscerli e frequentarli, una eredità composta di struggente affetto e toccante tenerezza, oltre che di quella allegria e gaiezza che solo i bambini riescono, con la loro leggerezza e contagiose risate, a generare e trasmettere.
In definitiva, davvero arduo capire se sarà più Bedonia (in senso lato) a mancare a questi bimbi, o questi bimbi a mancare a Bedonia. Quanto, invece, è certo è che il giardino di Bedonia si è arricchito di una nuova rosa che, ne son sicuro, non mancherà di regalarci nuovi boccioli in un non lontano futuro.
* Il popolo Saharawi, costituito da gruppi tribali arabo-berberi che da epoche lontanissime si sono insediate nelle aree del Sahara Occidentale (ex colonia Spagnola) site a sud del Marocco, rivendicano inutilmente da anni un riconoscimento internazionale ed il diritto ad una propria indipendenza, cosi come sostenuto a più riprese dalla stessa ONU. L’Italia ha, fin da subito, manifestato pieno appoggio alle rivendicazioni di questo popolo che, nel tempo, è stato cacciato dai territori che originalmente occupava e relegato in gran parte in campi profughi fuori dallo stesso Marocco. Atti concreti della solidarietà Italiana hanno incluso, fra i tanti, permanenze estive in Italia di delegazioni di ragazzi Saharawi.
Gigi Cavalli
09/08/2023La serenità di questi bambini è tutta racchiusa nel video che ho visto. Ci sono sorrisi, urla e tanta spensieratezza. Abbraccio di cuore chi ha saputo cogliere la loro gioia e le persone che hanno reso felici questi ragazzini. A malincuore penso però al ritorno nella loro terra, a quel campo disumano dove vivranno tanti altri giorni, ma molto diversi da questi. La speranza è che crescano in fretta e possano tornare alla felicità che gli spetta. Bravi e brave!