Non immaginavo fossero già passati vent'anni dalla morte di Sergio Leone. Appare davvero strano credere che il cinema sia orfano da così tanto tempo di uno dei suoi geni per antonomasia. La sua maestria la conobbi negli anni '70, seduto nella prima fila del cinema "Orfeo" di Bedonia -con le arachidi salate in una mano e nell'altra una bottiglia di Royal Cola- guardando quelli che sarebbero poi diventati nel mondo gli "spaghetti western": Per un pugno di dollari; Per qualche dollaro in più; Il Buono, il Brutto, il Cattivo; C'era una volta il West e Giù la testa... u Nillu de Pudì ci faceva entrare con 100 Lire, sempre se riuscivamo a trovarle tra le tasche.
Tutti film che sono poi rimasti indelebili nella mia memoria. Appena possibile li acquistai in VHS per poi riacquistarmeli negli ultimi anni in DVD. Ancora oggi non passa anno che almeno un paio di quei titoli me li riguardi con sommo piacere.
Il "mio film", il capolavoro indiscusso, ma non sono l'unico ad avere questa considerazione, è: C'era una volta in America. Penso anche di non commettere uno sbaglio a considerarlo il "Cinema!... tanto che se dovessi spiegare ad un alieno cos'è il "cinema" lo siederei in poltrona davanti a questa pellicola.
Inutile aggiungere che questo film lo conosco ormai a memoria, ma nonostante lo abbia guardato ormai una decina di volte non c'è occasione che non riesca nuovamente a stupirmi: ogni volta scopro un particolare sfuggito alla visione precedente.
Sarà per la storia raccontata, per la bravura degli attori, per la scenografia o forse per le incredibili musiche di Ennio Morricone, che ora, dopo diversi decenni, sono ancora qui a parlarne.