La festività della Madonna di San Marco è effettivamente nel cuore di tutti. Ognuno di noi, a suo modo, ne conserva solo bellissimi ricordi. Sono certo che il motivo, visto dal lato profano, vada ricercato nei meandri della nostra memoria. Sì, perchè questa classica festa bedoniese ti entra dentro da bambino, quando già un mese prima pensi a quello che si potrà fare nella seconda settimana di Luglio. Eppure sono decenni che non cambia mai nulla, all'infuori delle caratteristiche donne 'zerasche', ultimamente soppiantate dalle meno tipiche bancarelle cinesi.
Un ruolo importante credo lo abbiamo i profumi. Sono proprio giorni impregnati da tantissime sensazioni odorose. La festa già la senti nell'aria: dai Tigli in fiore; dall'odore di fumo nero durante l'arrivo della carovana del Luna Park; dalle abbondanti infornate notturne di pane fresco per affrontare la ressa del sabato; dalle bancarelle di dolciumi che 'forgiano' bollenti barrette di croccante; dalla porchetta e piadina nei pressi dei camion romagnoli; per noi parlare poi di patate fritte, incensi orientali, di grasso e olio meccanico attorno alle giostre. Infine c'è quello riservato alla domenica sera, quello di zolfo e polvere da sparo, lo stesso che poi si riversa sulle nostre teste, tutte con il naso all'insù, ogni qualvolta rimbomba un "botto" sopra al cupolone.