Prospettive imprevedibili, seppur comuni. Container, marmi, teli, muri, imballi, ruggine, graffi. Apparentemente possono tutti apparire come materiali ermetici e inespressivi, mentre attraverso la visione del fotografo si trasformano in materiali emozionanti ed espressivi.
Questa è infatti la capacità di Enrico “Giulio” Serpagli di trasformare elementi ordinari in visioni curiosamente astratte e farle così appartenere a: "Il senso dell'ordine", titolo della sua mostra fotografica che ho visitato nei giorni scorsi a Borgotaro, presso il Museo delle Mura. L’impressione iniziale, ancora prima di avvicinarmi alle fotografie, è stata quella di vedere appesi alle pareti quadri di Mirò, Fontana, Carrà o Kandinsky.
Quando invece mi sono trovato di fronte ai suoi scatti, carpiti da materiali usuali, semplici e introversi, ho scoperto la sua genialità. Che sia una sorta di fotografia "metafisica"? Sono tutte fotografie dove viene fissata, ancor prima di essere bloccata sulla pellicola, la natura propria degli elementi, la loro immobilità, il silenzio o il caos che li circonda. “In questa mezz’ora mi ha svelato, attraverso la sua visione inconscia, la realtà oggettiva delle cose”. Sì, questo è quanto ho scritto, oltre ai complimenti, sul registro dei visitatori.
“Giulietto” Serpagli è un noto e stimato bedoniese, ragion per cui sarebbe senz’altro un’ottima occasione ospitarlo nuovamente a Bedonia, l’ultima sua esposizione “I colori della materia” risale all’anno 1999, presso il nostro Asilo, su invito del Centro Studi Card. Casaroli.
Mantegari
03/04/2013I miei più sentiti complimenti per l'originalità nonchè qualità di queste immagini