Quando si dice essere ligi al dovere. Sì, questo è proprio il caso di dirlo! Sabato mattino, in pieno mercato settimanale, in isola pedonale, tra il classico trambusto che si crea tra bancarelle e persone, si faceva spazio imperterrita la Panda bianca delle Poste.
Avanzava proprio come se la via principale fosse deserta, dribblando ad ogni metro cose e persone, senza mostrare assolutamente attenzione a tutti quei visi stupiti che la stavano osservando e a tutti quegli imprechi mal celati, tant’è che il postino alla guida sembrava dicesse: “Ma cosa volete da me, cosa c’è da guardare, mi hanno dato la macchina e io la uso”. Sì, in mezzo a quella bolgia umana procedeva imperturbabile perché doveva svolgere il suo lavoro, in altre parole consegnare lettere.
Peccato che il ligio postino si fermasse proprio ad ogni metro (senza esagerare). Sì, saliva in macchina ed ogni numero civico scendeva per poi risalire e riscendere al successivo, lasciando ovviamente la macchina in moto. Il massimo dell’incredulità c’è stata quando, per non fare dieci metri a piedi, ha imboccato il vicolo di “Botti”: dieci minuti di manovre e retromarce, il tutto tra gli scancheramenti vari dei passanti. Eh sì, le Poste sono proprio cambiate, in che modo valutatelo voi…
Una vittima
10/06/2010Essere ligi al dovere è, per il suddetto dipendente delle poste italiane, dire davvero poco. Pensate che a me ha "gentilmente" suggerito:
1) Cambiare la targhetta recante il nome sul campanello esterno, in quanto poco leggibile;
2) Cambiare la targhetta del campanello interno, in quanto rea di aver anteposto il mio cognome a quello di mio marito;
3) Cambiare il citofono, in quanto mal funzionante.
Davanti alle mie risposte poco accondiscendenti, mi ha tacciato di essere maleducata, a differenza sua che ha ricevuto una buona educazione dai suoi genitori!
Che dire? Credevo di essere su "Scherzi a parte"!
Forse il signore ha preso troppo alla lettera cià che gli è stato detto di fare, tralasciando il buon senso che, a volte, aiuta molto di più di un perfetto inquadramento professionale ed etico. Una vittima