Gigi, io sarò molto meno tenero di Arturo. In poche ma sentite parole, ti mando a dare via i ciappe!!! Appena ho visto la gelata mi son detto... qui qualcosa ci salta fuori. Risultato... uno scatto che ne vale mezzo del tuo peggiore!!!
INVIDIA SOTTO ZERO!!!
Bravo Gigi ma chissà che freddo! A giudicare dalle tue fotografie i danni del maltempo non sono stati così ingenti come in altre zone, in alta Valceno e Valtaro sono il simbolo della desolazione. Un bel paesaggio ma peccato per gli alberi.
Eccoli !!! I due artisti avviluppati in un gelido abbraccio.
Entrambi cinti indissolubilmente in questo turbinio di candelotti trasparenti e vividi come il cristallo.
L'uno intento a cogliere ogni palpitante singhiozzo dispensato da mamma natura cliccando in ogni dove e l'altro, da eccelso artista tuttologo, ad indorare, con suadenti tratti espressivi, i componimenti esvasivi del nostro funambolico patron/padron.
Caro Gigi il nostro prode Arturo, con grande proprietà linguistica, ti ha confezionato un declamatorio riconoscimento (lui lo chiamerebbe " pistolotto ") arricchito da sapienti perifrasi e da dotti astrazioni filosofiche.
Hai avuto anche l'insperabile; io non posso aggiungere null'altro.
Persino l'agguerrito Fausto si è arreso ancor prima di pugnare. Ma al prossimo cimento ti contrasterà più bellicoso che mai; sta allerta.
A Parma e nel parmense stamane abbiamo trovato il vetroghiaccio ma nulla in confronto a questo paesaggio fiabesco del vostro appennino. Fortunati e complimenti al fotografo
Arturo Curà
10/01/2011Ghiaccio d'autore.
Questo réportage fotografico coglie in pieno il simbolo più forte del rigore invernale: il grande gelo, non dimenticando l'eleganza del ghiaccio quando miracolosamente tutto ricopre. Il classico dualismo delle favole di un tempo dove la natura smetteva improvvisamente di essere la fanciulla tenera per diventare la perfida matrigna in un doppio incanto fantasioso e doloroso.
I ritratti di Gigi, come sempre puntuali e ricercati, contemporaneamente ci raccontano due bellezze considerate scomode ma pur sempre due bellezze: quella elegantissima del "vetro" in quel rincorrersi di trasparenze ben al di là delle bellurie "swarowskj".... e quella del "ghiaccio" che si fa "bellezza dell'orrido": la morte che avvolge e congela barbaramente rami e bacche, lo schianto doloroso degli alberi che si spezzano, i rari colori delle foglie agonizzanti che ci ricordano com'era la natura appena prima del "day after", come giustamente dice l'autore.
La camminata di scatti racconta perciò i due volti dell'inverno in aperta contrapposizione come in un estremo duello western: la lotta tra bene e male, tra compassione e delitto, tra inverno innocente ( la neve ) e inverno fuorilegge ( il vetroghiaccio ).
Caro Gigi, mi hai raccontato una splendida favola sotto zero, una favola tenera e feroce che, a guardarla bene, non è che la realtà.