Dopo aver visto Bedonia negli anni '60 e '70, attraverso le cartoline postali, ora faccio un ulteriore passo indietro, dal colore passiamo al bianco e nero, arrivando così a quelle degli anni '50.
Ciò non toglie che quanto già detto la scorsa volta vada confermato e rincarato: il verde, qui grigio, abbondava e abbelliva sempre il paese, ogni angolo ritratto offriva l’immagine di un incantevole e tranquillo paese appenninico, interessato ad incentivare il turismo e soprattutto a mantenerlo negli anni.
Purtroppo non è stato tanto così, ma non voglio rimarcare ciò che ogni bedoniese pensa da tempo. Una conferma c’è anche stata data leggendo le e.mail ricevute dopo la pubblicazione dello scorso post, inviate principalmente dai bedoniesi residenti all’estero che hanno di quegli anni un ricordo ancora ben saldo; per rendersi conto di quanto detto basta guardare le cartoline del “piazzale delle corriere” e dell’originaria “piazza municipale”. Quest’ultima piazza poi è stata testimone di parecchi cambiamenti avvenuti negli ultimi cinquant’anni, e tutti atti a ridurla ad un banale parcheggio.
Stessa sorte, se non peggio, è toccata ai sovrastanti giardini municipali, dove fino all’estate scorsa l’ornamento di punta era un bombolone del GPL posizionato per anni al centro dell’aiuola (ora è interrato e recintato) o addirittura adibito a comodo parcheggio per le auto comunali; stendo invece un velo pietoso sulla “miglioria” adottata ai sottostanti gabinetti pubblici, qui non oso dilungarmi, anche se l’argomento sarebbe alquanto “stimolante”.
Tuttavia ciò che più mi dispiace è che queste sono situazioni che in genere diventano permanenti, purtroppo, ed una delle tante colpe è dell´immobilità che ci ha colpito, dovunque dobbiamo arrivare con la macchina, e questa, dove passa lascia inesorabilmente la sua scia: nera.