Giuliana ha pubblicato su Facebook una fotografia di famiglia. Mi sono soffermato a guardarla, ho letto il nome di suo papà, ed è lì che si è aperta una finestra nel tempo. Mi è riapparso un viso famigliare e sono contento che questa persona sia nuovamente affiorata, nonostante siano passati quarant’anni.
Un'immagine che mi ha riportato a quando ero bambino, ai miei nonni, a quei pensieri che mi fanno contento. "Arriva Bosi". Era con questa frase che mio nonno annunciava alla casa che all’indomani sarebbe arrivato “Bosi” da Momarola, lui con il suo trattore di legna per l’inverno, quindi con tutto quello che quel carico comportava, ovvero il trambusto assoluto, tutti coinvolti, nessuno escluso.
Nel "Giorno della legna", atteso da un anno all’altro come il giorno dell’Apocalisse, non c’era scusa buona per difilarsela. La luce in cucina si accendeva di buon ora, c’era gente a pranzo... "Bomba di riso con i piccioni" era il piatto scelto da mia nonna per l’occasione e poi: "A Bosi piace".
Il ricordo che ho oggi di Luigi Bosi è lo stesso di allora: occhiali rotondi e spessi, tanto da ricordare i fondi di bottiglia, brillantina sotto all'inseparabile cappello, canottiera bianca e soprattutto quel suo gesto di pulirsi la mano nei pantaloni prima di stringerla... un atto questo che mi ha sempre fatto pensare all'uomo onesto.
Luigi Bosi, classe 1924, si sposò a Pione di Bardi il 15 ottobre 1962 con Maria Sarcinelli. Il pranzo di nozze si tenne all'osteria di Molino Leca (nelle foto allegate è presente ancora oggi una testimonianza di quel giorno: "W gli sposi" pitturato su delle assi in legno del fienile). Vissero a Momarola di Bedonia e da quel matrimonio ebbero poi cinque figli. Luigi lavorò inizialmente come "Cantoniere" della Provincia di Parma e successivamente si dedicò al taglio e al commercio di legna da ardere.
M. M.
04/11/2013Il Signor Bosi lo ricordo con la falce in mano, non quella abbinata al martello ma quella autentica che si usa in campagna, tra balle di fieno e con la paglia sulla giacca. Vecchi ricordi.
Ti ringrazio per questo viaggio a Momarola. Mi hai fatto risentire il profumo di segatura e d'erba bagnata.