Vizi in soffitta

I fratelli Fredàn hanno tirato fuori il tabarro, l'inverno è iniziato, siamo sotto zero. Se arrotoli la carta della ciunga puoi anche far finta di fumare, le vetrine dei negozi sono tutte appannate e la 127 rossa di Calchini è ricoperta, oltre che dal plaid sul parabrezza, da uno spesso strato di ghiaccio. Sembra di vivere dentro la televisione, tutto in bianco e nero, con un'unica eccezione: il tappeto verde del biliardo.

Talvolta il freddo eccessivo ci spinge a rintanarci in soffitta. Qui i passatempi non sono molti e tra una Nazionale e un'Esportazione (senza filtro e non di ciunga), ci sta anche una partita a biliardo.
Il nostro tavolo verde consiste in una cassapanca ricoperta da una tovaglia accuratamente tesa tra le quattro sponde in compensato.
Sul tappeto-tovaglia spiccano i bianchi birilli (furtivamente sottratti uno alla volta al bar Mellini), le coloratissime palline numerate a pennarello, le stecche in legno stagionato, comunemente chiamato 'a manico di scopa' per via del suono secco e deciso che le contraddistingue da quelle più scassate. Il tocco per decidere la migliore avviene battendo l'estremità sul tavolo.
Lo spacco del triangolo, musica ad alto godimento per noi professionisti, non è un bang bello tosto come al bar, perchè la nostra carambola è giocata con le palline in plastica, molto leggere tanto che ad ogni tiro bisogna recuperarle sotto il divano, dove la mano una volta su due incrocia un Caballero (non il motorino.. come farebbe a starci sotto al divano? ) e la partita viene sospesa per aggiornarci sulle 'ultime notizie' dall'interno.
Il testo in questi tipi di riviste è reso parziale da quello strano fenomeno delle pagine attaccate, ma questo non basta a scoraggiarci perchè le immagini parlano da sole e per una rivista 'cult' che si rispetti non è cosa da poco.
Sugo alquanto emozionato da quello che ha appena appreso, gradirebbe un 'buon' San Giovese della Lavinia per tirarsi su che è depresso, ma il profumo che emana non è dei più gioviali. Inizia allora lo scambio di battute tra i vari intenditori per scoprirne l'anomalia. Una discussione senza fine. Viole candite, marmellata di rose, uva passa, pere al vino e marascato fanno da contorno al Fortana portato da Paolo e allo spumantino Ambassador sempre presente sugli scaffali del bravo cantiniere.
Risultato: ci ritroviamo dopo mezz'ora stesi sul divano a fare 'ron ron' con la bocca spalancata.
Al risveglio sentiamo tutti il bisogno di un buon caffè ma vista l'ora tarda Maurino consiglia un the, preparato immediatamente dal padrone di casa secondo il tradizionale e 'velocissimo' metodo inglese 'Candle' (il fornello non è altro che una lucerna con la candela). Ma al solito 'pesantotto del trentotto' non gli va mai bene nulla.
- Qui si fa notte e ci stiamo riaddormentando tutti e poi la prossima volta o ci dai meno fiori da mangiare o ti fai una bella scorta di Citrosodina.. -
E' in momenti come questi che si iniziano ad interpretare le parole del grande vecchio 'Alla sera leoni, al mattino coglioni'.