Madonna che San Marco - La sagra

In mezzo al fermento per la Festa fervono gli ultimi preparativi. Gli operai comunali sono indaffaratissimi a rifare il trucco al paese:
- Avranno consumato un camion di pittura! - dicono i vagabondi col gelato in mano seduti davanti al bar Mellini.
Le strade hanno più righe di una zebra, tutti i tronchi delle piante sono per metà bianchi e sulle panchine rosso porpora spicca un bel cartello:
- Non sedersi: pittura fresca.-
Insomma un trambusto generale di lavori in corso.
Arriva la festa, arriva gente, arrivano facce 'foreste' quindi incombe il pericolo zingari. in questo periodo le raccomandazioni di chiudere bene le porte quando usciamo di casa si sprecano fino alla nausea. State attenti ci sono in giro gli 'stròleghi'!!!

Per un paio d'anni è arrivata l'autopista anche a Maggio, ma il clima che si respira 'laggiù dalle Poste', non ha niente a che vedere con la sagra del paese. Questa inizia a sentirsi nell'aria una settimana prima, accompagnata da quella straordinaria fragranza di tiglio in via di fioritura che avvolge le strade del paese. più si fa intenso più sentiamo che è giunta l'ora del divertimento, ed è tanta la sua puntualità che lo chiamiamo 'Odore di Madonna di San Marco'.
I baracconi arrivano il martedì, la sera stessa inizia la prima perlustrazione in loco per accertarsi che tutto vada per il meglio e per fare le immancabili domande di circostanza ai fratelli 'Budino':
- Domani sera, vanno già le giostre? -
- Ce ne sono di nuove? -
- Quanto costa un gettone dell'autopista? E' vero che ci vogliono cinquecento lire per tre giri? -
Purtroppo la notizia è fondata.
- Forse sarà meglio dargli una mano a metter su qualche luce. una manciata di gettoni ci scappa sempre. -
Ma per non aver altre brutte sorprese e dopo aver acquisito tutti gli elementi utili, scatta la delicata operazione del reperimento fondi. La scarsissima rendita dopo l'attenta ispezione all'armadio ( tasche di giacche e pantaloni ) ci suggerisce di mettere in pratica altri infallibili trucchetti.
Andare subito a trovare i parenti francesi per un sincero benvenuto (ogni bacio frutta mille lire, quindi con la loro tradizione siamo già a buon punto: di baci ne danno tre! ) o anche dagli zii locali che è dallo scorso anno che non li vediamo (cinquemila) oppure andare a fare la spesa per la nonna: al "Consorzio" per dieci chili di zucchero, sotto il portico per la paglietta, dall'Adelaide per il latte. Farci un pò di cresta è un giochino. La nonna non se ne accorge o finge di non accorgersene.
Una volta risolto il problema, il clima che si vive è febbricitante, una fabbrica dei sogni: luminarie, giostre, lotteria e moltissimi altri giochi, specialmente quelli dove 'SEMPRE SI VINCE'.
Tutto questo 'ben di Dio' è posto tra una cornice di variopinte bancarelle, il nostro interesse ricade ovviamente su quelle 'dolci', tutte colme di croccante che fuma, straccadenti duri come sassi e grossi lecca-lecca che ti lasciano la lingua a strisce per una settimana.
Ma l'apice si raggiunge con una vera e propria folla attorno al banco delle aste. Il venditore con il microfono attorcigliato al collo riesce a radunare intorno a sè centinaia di passanti che poco dopo litigheranno tra loro per aggiudicarsi giganteschi pacchi dall'interno misterioso, reso tale dal perentorio consiglio del 'battitore' di non aprirli sul posto, ma comodamente a casa:
- Signori, siate cortesi! Ho avuto ordine dalle guardie di non sporcare per terra! -
Meglio andarsene, visto che ci sono ancora tante cose che ci aspettano: autopiste, pesci rossi, bowling e poi c'è anche l'irresistibile lotteria di Don Costa con premi veramente unici, alcuni dei quali meritano un po' più d'attenzione. Alcuni esempi, il biglietto N° 999 che è anche il primo premio, fa capo a una "A112" colore arancio-cantoniere con soli 01118 Km, peccato che il contachilometri sia già al terzo giro di boa. il N° 1782 è uno scampolo di stoffa "Principe di Galles" e il N° 785 è una bambola gigantesca da riporre ogni mattina sul letto appena rifatto.
Sono i tanto desiderati 'NUMERI'. I restanti biglietti ( quantità da diluvio universale ), tutti quelli con i nomi dei paesi, sono delle vere piaghe per l'umanità. "Masanti": diecimila astucci scolastici con dentro dodici pennarelli, un mini righello, gomma e temperino; "Monti": cinquemila yo-yo; "Selvola": ottomila borse ritagliate su di un resistentissimo jeans Wrangler, tasca posteriore compresa, e 'dulcis in fundo' con il bliglietto "Illica": cinquemila mini-vasetti di sanissima marmellata di prugne da 20 grammi ciascuno.
Premi molto belli, utilissimi e ambitissimi, ma purtroppo le conseguenze di quella frenetica corsa "all'oro" affiorano dopo qualche tempo.
Il vincitore dell'A112 dopo un'attenta occhiata al motore è costretto a non ritirare il premio per non cadere in miseria (così ce la ritroviamo anche il prossimo anno, ma di colore verde muschio).
E così anche quest'anno è arrivata la Domenica sera, lo zucchero filato in una mano, il sacchetto con dentro il pesce rosso ben stretto nell'altra e la collana di nocciole attorno al collo.
La festa tra poco si spegnerà ma intanto sono iniziati i fuochi. Tutti con il naso all'insù, la bocca aperta e le tasche vuote, esclamando un 'Ohh...' di stupore ad ogni botto che rimbomba sopra il cupolone.
Poi l'ultimo colpo che sembra quello di un cannone squarcia l'aria e manda tutti a casa.
Che magone..