La maglia rosa
Dopo aver passato intere estati sul cumulo di sabbia dietro il palazzo comunale, quasi sempre impanati come cotolette alla milanese, a tracciare piste (tirando per un piede l'amico) per farci correre sopra le palline con dentro la foto di Gimondi e Merckx, anche per noi è giunta l'occasione di guadagnarci la mitica maglia del vincitore.
In tivù inizia il giro d'Italia e all'istante la voglia di bicicletta prende il sopravvento su tutto.
Un'ultima ripassatina alle bici, da 'Giuliàn' per la pressione delle gomme, da 'Vichèin' per tirare freni e catena e da 'Ugo' per un'ultima occhiata alle pedaline.
Ora tutto è pronto anche per la nostra corsa.
- Tre. due. uno. pronti... viaaa!
Fabio, meglio conosciuto come 'Piedone', partito con il ruolo di 'outsider' ha sovvertito tutti i pronostici vincendo alla grande il Gran Premio della Montagna. gli ottimi risultati ottenuti con il secondo posto alla corsa del "Groppo" e il terzo in quella di "Pieve di Campi" dello scorso anno non erano stati casuali.
Ha lasciato che nella prima parte fossero i favoriti ad affrontarsi, Luca e Gianpiero (gli sportivi confidenzialmente li chiamano Sasso e Gipì), gestendo la corsa come se per lui la vittoria fosse utopia. Infatti, dopo l'inizio della cronometro al ponte di Compiano, terminata poi sul Passo Colla, non si parlava che di 'Sgudi', già maglia rosa nella scorsa edizione.
'Piedone' era lì, vicino ai primi, ma pochi osavano sostenere che da quel punto avrebbe dominato per tutta la gara. Invece lui, forte della 'Bianchi' da corsa di suo fratello, ha dimostrato di essere il migliore e di possedere tutte le qualità per essere un grande ciclista.
'Gipì' invece era la nostra grande speranza.
Tutti lo volevamo vedere fischiettare su per le salite come gli anni scorsi, tutti ci aspettavamo fosse lui il dominatore e tutti lo attendevamo incoraggiandolo con un 'Vaii Bitossi...'. Ma ora al primo tornante è già di mille colori: rosse E123 le vene del collo, viola tendente al nero le labbra e bianco candela il resto del viso. già dopo i primi chilometri, dove non aveva brillato molto, si pensava ad un 'Gipì' con un qualche asso nella manica, invece un disastro. La sua ammiraglia, capitanata da 'Cocò' è costretta a fiancheggiarlo per incalzarlo e potergli permettere di arrivare almeno all'intertempo di Strela, mentre Silvo, con un gesto coraggioso, gli consiglia confidenzialmente il ritiro, ma il rifiuto da parte sua è netto e risoluto:
- Stàttene!
Poco dopo, al bivio di Caboara, il tracollo.
Attaccato al tettuccio della 'Cinquecento' riceve l'ultimo suggerimento dai suoi assistenti.
- Molla, porca vacca! Fermati! Non vedi che non respiri più? -
Lui, il grande 'Gipì' continua a pedalare, a trascinarsi a peso morto sulla bici, a straparlare:
- Amici, amici miei, non fa nùla, non fa nùla... -
E gli altri all'unisono:
- Non fa nula un casso!!! -
Era veramente in uno stato d'incoscienza delirante, come un 'macumbero' in trance. Ed è lì che si è verificata la fine di un mito.
'Morto un Papa se ne fa un altro' sussurravano i più maligni da altre ammiraglie, che alla mano avevano già nuove leve da lanciare.
Questo a cominciare dal giovane esordiente 'Barnaby', gregario di 'Sgudi'. 'Barnaby' ha lavorato sempre con devozione, ma la sua Scarabeo è troppo pesante per un giro così impegnativo. Non rimane altro da fare che aspettarlo al varco della 'Dieci chilometri mista', dove è prevedibile un buon piazzamento, più alla portata della sua due ruote.
Si concluderà così un Gran Premio con un 'Super-Piedone', il più forte e oramai il più popolare personaggio del mondo ciclistico locale, capace di non fare rimpiangere minimamente Meo 'Il Pedale d'oro dei giardinetti', protagonista indiscusso delle grandi corse del passato.
- A proposito e il Zacchi detto Gipì non è ancora tornato.?
Non varcò mai la linea del traguardo!
Al calar della notte le notizie più rosee lo davano a Cereseto, purtroppo aggregato ad un altro gruppo, quello dei cantori del 'Cantamaggio', lui che aveva una voce discreta..