Austria - Vienna
5/7 ottobre 2018
A guardare questa foto di copertina verrebbe da pensare a Barcellona, alle sinuose curve di Gaudì. Invece no, siamo in Austria, più precisamente a Vienna.
E pensare che nel mio immaginario la consideravo come statica, fredda e grigia. Ora so che non è così. Vienna l’ho vista e apprezzata a colori, anche grazie a un caldo sole autunnale e a un cielo azzurro senza la macchia di una sola nuvola.
Una città imperiale e affascinante sotto tutti gli aspetti, non solo per la presenza del meraviglioso Palazzo di Schönbrunn, la dimora preferita dalla Principessa Sissy, per i quadri di Klimt e Egon Schiele o per le danze viennesi e la musica di Mozart.
Per rivivere ancor oggi gli antichi fasti è sufficiente camminare per le vie del centro storico a naso in su e guardarsi intorno. I palazzi sono meravigliosi, veramente uno più bello dell’altro, tutti gravitano intorno alla Hofburg, la reggia degli Asburgo, una città nella città. È anche facile notare che non c’è una sola facciata cittadina che abbia il bisogno di essere sistemata o riporti scritte allo spray. Così strade e piazze, pulitissime e prive di ogni segno d’inciviltà, nonostante le carrozze turistiche, quelle trainate da cavalli, siano parecchie e sbuchino a ogni angolo.
I mezzi pubblici funzionano, ma per conoscere una città non c’è bisogno della metro o dei tram, bensì delle gambe. I quindici chilometri quotidiani l’hanno testimoniato. Ad esempio, nel 3° distretto, quartiere viennese dove è difficile passare per caso, in quella zona non ci sono musei o monumenti storici, ci sono degli edifici che valgono la passeggiata, alcuni di loro sono il frutto della creatività dell’Arch. Friedrich Stowass.
La prima costruzione che si incontra non passa inosservata, è conosciuta come “Casa Hundertwasser”, divenuto poi manifesto e pseudonimo del progettista. Si tratta di un palazzo con una cinquantina di alloggi popolari che ancora oggi il Comune affitta a prezzi contenuti. Le facciate sono decorate con colori vivaci e ceramiche, le linee sono irregolari, gli angoli arrotondati, le finestre differenti una dall’altra, sporgono terrazzi fioriti e dal tetto spuntano grandi alberi. Una visione talmente irreale da ricordare la casa di marzapane nella favola di Hansel e Gretel.
A qualche centinaio di metri c’è un altro edificio fuori dagli schemi, il “KunstHaus”, il museo di Hundertwasser, ed è anche qui la facciata è decorata a colori vivaci e le linee curve la fanno da padrone.
E poi c’è lei, la materia del desiderio, la Sacher torte. Per tutti e tre i giorni è sempre rimasta in primo piano. Anche quando si celava dietro a qualche vetrina illuminata o tra i calici di un Rosé, il profumo, la delicatezza e il desiderio persistevano ad oltranza. Una fetta di dolcezza che vale tutto il viaggio.