Roma
Tornare a Roma è sempre un piacere, anche per lo spirito. Non credo esista un motivo per rifiutarne la 'chiamata'.
Questa volta è stato per accompagnare Melina e Mariela, due care cugine argentine, e contraccambiare così la gentilezza che mi avevano mostrato nel mio viaggio a Buenos Aires di qualche anno fa.
Anche qui il solito temporale estivo, intenso quanto breve, mi ha tenuto compagnia, ma non è stato poi così inopportuno, a quel paesaggio dal cielo indaco donava una luce impalpabile, delicata, tenue, attraverso i suoi bagliori infondeva tutt'intorno un'aria meravigliosa, consona alla 'città eterna'.
Tutti riparati sotto l'arco di Settimio Severo. Da quel punto vedevo il vento far dondolare gli alti cipressi, lì, per qualche attimo, ho ripercorso la cadenza musicale che Ottorino Respighi diede alla sinfonia 'I pini di Roma'. un dolce ondeggiare di rami e note.
Sono state splendide giornate. La maglietta si è asciugata, però i piedi dolgono ancora, ma in compenso il cuore è compiaciuto.