Ancora Teletua; ancora Fabio, il cronista che di quella piccola emittente ha fatto una ragione di vita; ancora la Riviera di Levante, quell’odoroso angolo d’Italia nel quale non succede mai niente, ma che torna a far da cornice ad un inspiegabile, quanto intrigato delitto.
Può Giobatta, un integerrimo pensionato dissanguarsi in un angolo buio di Lavagna? E perché si è infierito su di lui fino ad arrivare ad accelerarne la fine strangolandolo con un collant?
Un vero rompicapo sul quale s’arrovellano le ipotesi più disparate di Nusca, il maresciallo dei carabinieri e della bella Maria Furlato, il Pubblico Ministero incaricato delle le indagini.
Fabio, sempre in cerca di notizie per la sua emittente, comincia ad indagare sulla vita privata della vittima finendo coll’incappare in sordidi meandri di prostituzione, in loschi figuri che organizzano combattimenti di animali, nonché in vecchie signore ancora vogliose ed altre nelle cui vene scorre solo ghiaccio.
Ma questo secondo libro di Aldo Boraschi è molto di più.
Il racconto, infatti, seppure affascinante e con un finale a sorpresa, è quasi una scusa per dare sfogo alla intima filosofia di vita dello scrittore, il quale cerca di dare un senso alle cose che più ama: il giornalismo; la vita di provincia; l’odore ed il suono delle strade del suo quotidiano, la gente comune che gioca la briscola a cinque... e che lotta per il suo spazio; l’anelito ad un utopistico ideale di giustizia.
Sicché, man mano che il racconto si evolve, fra i personaggi che lo popolano ritroviamo anche quelli a lui da sempre più cari: dall’oste Brunin la cui unta focaccia è un tripudio per i sensi, al marocchino “vu cumprà” che stupisce per saggezza ed umanità; dall’anonimo entusiasta, finto come giuda, alla “donna”, madre - sorella - compagna - sposa - sostegno - saggia - coraggiosa - mai vinta.
Vi s’incontra, perfino, la sua piantina di basilico, profumata allegoria d’una esistenza intimamente irrequieta, in cerca delle risposte ai tanti interrogativi della vita.
Questo nuovo lavoro si presta così a varie letture - a seconda se conosci o meno l’uomo Boraschi - ma in ogni caso ha in sé la capacità di catturarti e di sorprenderti.
Un bellissimo intervento del mio amico Dario Temperino! Non ho ancora letto il libro, ma una volta letto quanto scritto da Dario qua sopra, lo farò senz'altro quanto prima... e lo sapete anche perché? Perchè il mio amico Gigi Cavalli, come fulimine a ciel sereno, saputo che ancora non l'ho letto, mi ha scritto che me lo regala lui ! Urka ! Questa notizia mi ha fatto veramente piacere e ne sono lusingato specialmente per le motivazioni addotte.
Un buon libro è un bel regalo sempre e comunque, perciò un libro si legge, ma anche si regala...
Gli ottimi interventi di Dario e di Gigi dovrebbero aver perlomeno incuriosito molti, come d'altronde sono riusciti ad incuriosire me, ed allora gente... tutti in libreria !
E poi... quando Aldo scrive è certo che non sciupa carta... è inchiostro buono ed ottima penna.
Ciao a tutti da Stefano
Sonia
08/04/2013Aldino anche questo libro mi è piaciuto e hai fatto il bis col botto. Lo consiglio