Martin Pescatore

Una noia ormai trascorrere le vacanze andando per nidi con amici esperti come 'Mugito', 'Endriu' e 'Cocò', oppure giocando tutto il giorno nel piazzale di Giacomo a 'frisbee' o a 'going' e nei ritagli di tempo fumare qualche 'Camel' ai giardinetti dietro un cespuglio.
Meglio cercarsi un po' di tranquilla in riva al fiume.

Con la canna di bambù sul manubrio della bici, il cestino di vimini a tracolla e con un sole che ti arrossisce il 'coppino' ci avviamo verso la cascata di Borio. Parcheggiate le due ruote all'ombra per non farle sgonfiare ( oggi c'è un caldo da ammazzare persino i grilli ) attraversiamo furtivamente il 'vivaio' per raggiungere l'acqua:
- Il fondone sarà zeppo di cavedani... -
L'amarena è già infilata sull'amo, il lancio è lungo, ma... ma la lenza si è già agganciata alla rete dei 'gabbioni', laggiù in fondo, sott'acqua. Strappo nervoso del filo, 'rilamatura' e via. di nuovo. Dopo un'ora però il cestino è ancora vuoto.
Si cambia zona.
- Dietro la curva ci sono degli 'Sbarbi' lunghi così. -
Alzati i pantaloni e sfilate le calze, si parte alla ricerca dei 'Portasassi'. Con il cambio d'esca aspettiamo con il dito sul filo nell'attesa che 'tiri'.
Passa un'altra ora e il cestino non è ancora stato aperto.
- Oggi non è proprio giornata! -
Ritentiamo spostandoci sui 'gabbioni' sopra la cascata, al 'lago dei 5 metri'.
- Da lì sopra e con la pasta fresca tirerò fuori tanti di quei pesci...-
Zero assoluto e. un altro 'strappo'.
Decidiamo allora di andare più a monte e provare in corrente.
- Sotto i sassi ci sono le 'trotelle'... -
Nascosta la canna dentro ad un cespuglio iniziamo con quest'altra tecnica che è proibita:la pesca a mano. Dopo un chilometro di strada ecco le 'Casette in Canadà' e il fiume adatto. Ma dopo cento tentativi le mani sono viola, il sole sta calando e la pazienza ci sta per abbandonare. A peggiorarci il morale ci si mettono pure le trote, tutte uscite dalle tane e tutte saltellanti alla faccia nostra.
Sconfitti, sconsolati e senza aver beccato nemmeno la coda di un pesce, ritorniamo alle bici.
Ma chi è quel deficiente che ci ha sgonfiato le gomme?
Disposta nuovamente la canna sul manubrio iniziamo rassegnati a spingere la bici. Sudore e lacrime di rabbia. Dopo più di mezz'ora arriviamo in paese.
- Dove siete andati? - è la domanda di rito appena passiamo davanti al bar Biasotti.
- A fare un giro nel Taro, ma qualcuno ci ha sgonfiato le ruote. -
- E chi è stato? - un paio di ribaldi chiedono con gli occhi sghignazzanti.
- Chi è stato comunque è uno stronzo! -
- Stavamo pescando dopo la Chiusa.-
- Dopo la Chiusa?!? -
- Proprio lì.perchè? -
- Non lo sapete che lì i pesci sono tutti morti o se ne sono andati a causa dell'acqua gialla e rossa che scarica la nuova fabbrica di ceramiche? Ma dove vivete? -
E' vero. Gli scarichi della Ceramica hanno fatto piazza pulita e allora come si fa?
Le alternative rimaste sono due. Una è che se vuoi vedere qualche trota viva non ti rimane altro che andare al 'Bar Milan' e sbirciare la vasca che sta sotto la veranda. lì c'è gremito di trote. L'altra è provare sotto il ponte del 'Pelpirana' con il rischio però di essere beccati da Carletto Biasotti o dal terribile guardiapesca di Tornolo.
Domani tenteremo lì. A dire il vero quando si pesca in riserva il cuore ti batte in gola e poi se ci va possiamo anche fare il bagno, ma non solo. Siamo anche più vicini a casa e alla fine non c'è nemmeno il rischio che ti sgonfino le gomme... ... ...