Sotto Spirito

Pensare allo spirito riporta istintivamente alle visciole poste nel bel mezzo della notte su un dente doloroso per placarne il tremendo battito, ma ci sono anche altre cose che fanno pensare allo spirito. Per esempio trovarsi a notte fonda nel cimitero aggrappati al cancello con braccia e gambe spalancate a pronunciare ad alta voce 'gatto con le orecchie'.. oppure quando la Caterina di Opilio, esperta segnatrice, riesce a farti passare il Fuoco di Sant'Antonio con la sola imposizione delle mani o quando vedi un lenzuolo che ondeggia nel vuoto privo di peso.e subito pensi:
- Oddio un fantasma! -
Poco dopo ti accorgi che era solo un folata di vento che trascinava con sè uno straccio e i nervi ritornano tranquilli. Ma quando ti ritrovi davanti a un tavolo con un bicchiere che gira animatamente senza alcun sollecito non si hanno più dubbi:
- Perbacco qui ci sono davvero gli spiriti! -

'A Zigo Zago c'era un mago con la faccia blu, il sette di Luglio la sveglia sul collo suonava le ventitrè'. Con l'ultimo rintocco della mezzanotte la casa di Arturo si trasforma d'incanto nel regno dell'occulto.
Il padrone di casa, il medium Domenico, Paolo, Silvo, Marco, Zeffirino e Roberto i commensali di quella strana tavola ancora scossa dalla sera prima per aver 'preso contatto' con una signora vissuta e deceduta per morte violenta nel 1700. Risultato: terrore generale.
Zeffirino cercava la mamma in un fiume di lacrime, Paolo corso a casa a gambe levate non ha fatto chiudere occhio a tutta la famiglia, fornendo in piena notte anche i più piccoli dettagli della serata.
Pareti rosso fuoco odoranti di incensi orientali, tavolo rotondo illuminato dalla fioca luce di un candeliere e sette pesanti sedie di quercia, disposte a raggio, per ospitare da lì a poco, una trepidante catena umana.
L'immersione in un ambiente così saturo di cariche positive o negative ( non si sa. ) e lo sprigionarsi di un'energia intensa rende la stanza piena di suggestione ma nello stesso tempo attraente e misteriosa. Le immagini dentro le cornici sembrano prendere vita, si impongono, suscitano paura, il silenzio è d'obbligo, solo il ticchettio di una vecchia pendola avverte che il momento propizio sta per avvicinarsi.
Rintocca la mezzanotte.
Impera il silenzio.
Solo il botto di un pallone di ciunga, scappato di bocca a Zeffirino per l'emozione, rompe di soprassalto quella magica atmosfera:
- Un po' di silenzio per cortesia, queste sono cose serie! -
Tutto è di nuovo pronto, la mente è sgombra, il foglio bianco con scritto l'alfabeto è ben steso sul tavolo, il bicchiere cristallino e le nostre anime pronte ad ospitare, da lì a poco, chissà quali messaggi ultraterreni...
Quando non ancora tutte le dita si trovano a sfiorare il bordo del bicchiere, questo inizia a girare fornendo le prime parole, senza un filo logico, ma questo basta a far presagire un'altra grande nottata. Infatti l'esterno alla catena, colui che segna su un quaderno l'ordine delle lettere che a poco a poco formano la parola, dopo alcuni minuti intuisce un curioso messaggio:
' T E S O R O A G R I C O L O S T E R P A G L I E A F R I C A ' e altro ancora...
Un giovane è indicato come possessore di un grande tesoro, trovato presso una tribù africana e sepolto al suo ritorno ai piedi di un grande albero nel Bosco dei Soldati.
Avendo intuito immediatamente, senza ombra di dubbi, che si tratta di un nostro giovane concittadino partito per il Sudafrica in qualità d'agronomo, le domande al nostro 'spirito' si fanno sempre più pressanti e mirate per potergli strappare ulteriori notizie e conferme.
E queste non tardano ad arrivare.
- Ma chi Andrea... Andrea il figlio della Mina? -
Senza esitazione il bicchiere si ferma sul 'SI' e prosegue marcando altre lettere:
' A N D R E A O R O T O R N A R E S O L D A T I B U CO B A U L E '
Non c'erano più dubbi. Ora bastava solo aspettarlo per chiedergli personalmente cosa fosse veramente accaduto in quel Paese così lontano.
Qualche tempo dopo.
- Ciao Andrea come va? -
- Mi hanno detto che hai fatto grande fortuna laggiù! -
I suoi occhi si sbarrarono per la strana domanda.
- Ma si! Non fare il finto tonto, l'Africa, la tribù e la cassa piena d'oro.. ti hanno visto tutti scaricarla dal tassì e seppellirla la notte stessa nel bosco. A me puoi dirlo: 'Ciùro' che non lo dico a nessuno. -
Il povero Andrea non capiva realmente di che cosa stessimo parlando.
Gli spiegammo tutto. Si rilassò.
La sua conclusione fu però categorica:
- Mi sa che con lo spirito avete esagerato un po' troppo. Cercate di berne meno. sarà meglio per tutti! -