Arriverà quel giorno

Nel frattempo i piccoli paesi cambiano, perdono "pezzi" importanti del loro patrimonio di saggezza e cultura
È il bello e il brutto di nascere in un piccolo paese: qualunque cosa accade, tutti ne sono subito a conoscenza. La vita di un piccolo paese è sempre stata così, quando nasci, ma soprattutto quando muori, la notizia arriva a tutti. Che c'è qualcosa di anomalo si capisce anche dalle bacheche per le pubbliche affissioni, il nostro Cinzio non ha più spazio per incollare i manifesti funebri, deve ricorrere a pannelli provvisori di compensato pur di far posto a quello nuovo del giorno.

Sono nella mia terza settimana di quarantena, ma è come se frequentassi via Garibaldi o il bar, le notizie arrivano quotidianamente. I Social e Whatsapp non sono però fondamentali per sapere cosa ci accade intorno, è sufficiente sentire le sirene delle ambulanze o le campane “a morto” per comprendere che qualcun altro è stato colpito o è volato via. Annunci che suonano come sentenze che spezzano il cuore.

Roger, Pier Giorgio “Sardella”, Roberto, Sergio “Boss”, Bruno, Dario, Gian Luigi, Anna, Rosella, Iva, Iolanda o Caterina, sono solo alcuni nomi di bedoniesi che ci hanno lasciati nel giro di pochi giorni e tutti per lo stesso motivo: Covid-19. Uomini e donne caduti come foglie dopo un colpo di vento, da un momento all’altro, senza nemmeno il tempo di salutare i propri cari o un amico. Nomi e volti familiari. Persone, non numeri. I ricordi di una vita intera. È sempre la legge del piccolo paese, quella dei sentimenti.

Molti di loro facevano ormai parte del tessuto bedoniese, un po’ per la loro età o le peculiarità del lavoro che svolgevano, vuoi per le battute ironiche o per il carattere docile o burbero che le caratterizzavano, rendendole però persone uniche. Questo stramaledetto virus si sta portando via una generazione alla nostra società, un patrimonio di saggezza e di cultura. Alcuni di loro li avevo persino fotografati, li avevo “messi da parte” per un’ipotetica mostra fotografica, in fondo erano “personaggi” che avevano dato lustro al paese.

Sono giorni tristi. Una Quaresima che si è trasformata in Quarantena. Siamo tutti impotenti, qui con le mani in mano, rinchiusi in casa come i costretti agli arresti domiciliari, smarriti e timorosi che possa accadere anche a me, a un altro amico o un famigliare. Lo avevo già anticipato e ora ne abbiamo la conferma: siamo in guerra. Mai abbassare la guardia, continuiamo a pensare che la fatalità non esiste.
Il sole, il caldo, gli abbracci, i sorrisi, insomma luglio, l’estate… non tarderà ad arrivare. Sarà difficile ricominciare, ma quel giorno sarà comunque la fine di questa brutta storia.

P.s.
Alcuni lettori, specialmente da quelli esteri, mi hanno chiesto di indicare i nomi per esteso e di tenerli aggiornati anche in futuro: Roger Rossi, Pier Giorgio Bozzia “Sardella”, Roberto Martini, Sergio Mantegari “Boss”, Bruno Scaffardi, Dario Lagasi, Gian Luigi Guatelli, Mauro Bertorelli, Bruno Bernabò, Anna Raggi, Anna Vignali "Rosella" in Bernieri, Iolanda Gardella in Ponzini, Caterina Manfredi in Cavalli, Iva Serpagli, Ugo Bernabò, Mario Squeri "Tugnassu", Rosetta Scagliola in Bruni.
Nel comprensorio Bedonia-Compiano-Tornolo, nei mesi di marzo e aprile 2020, vi sono stati 55 decessi.



36 Commenti
  1. Graziano

    I ricordi di “Sardèla” in salopette quando veniva a leggerci il contatore, del “Boss” quando gli portavo l’Aprilia a far revisionare, “Ù Marengón” nel suo negozio con l’Alba e la mia compagna di classe Anya, rimangono dolci e indelebili in me.
    Riposate tutti assieme e in pace ragazzi !

  2. Andrea

    Gigi Cavalli, per chi come è via da casa, vedere ciò rattrista, tutti i giorni dobbiamo piangere qualcuno a causa di questo male invisibile.
    Condoglianze a tutte le famiglie, ma un ringraziamento va a Te, per come li ricordi. Persone che hanno dato lustro a Bedonia e alla Valle e che da lassù ci proteggono

  3. GIAN GIUSEPPE GALLUZZI

    Caro GG come fare a non condividere quanto hai appena espresso, sono settimane che lo ripeto: questa sembra una guerra che ha come obiettivo una sorta di "pulizia etnica"...
    Sapessi come capisco quanto dici, ne ho anche scritto su Facebook due righe per la festa del papà.
    E tutto questo lo provi proprio nelle piccole realtà come le nostre, dove, quando sorgerà l'alba del nuovo giorno, avremo meno sole e purtroppo molte più stelle in cielo ...

  4. Fiorello

    Ciao Gigi, arriverà Luglio, ma niente sarà come prima. Stiamo perdendo una generazione, questo renderà i nostri paesi ancora più tristi, considerando le persone care, non solo perché nostri parenti, ma perché parte di un mondo che se ne và...
    Sono al 50% bedoniese e conosco tutte le persone mancate, fra'queste anche mio cugino Bruno. Voglio sperare che un giorno ci rivedremo tutti. Intanto dobbiamo solo farcela.
    Un caro saluto a tutti, Fiorello

  5. Giacomo Bernardi

    Ciao, Giorgio. Da tanto non ci vedevamo. Di strada insieme ne abbiamo percorso molta. Da ragazzi negli scout. Poi nell'Azione Cattolica. Poi quando imparavi il mestiere lavorando da mio padre "al Ninì". Ricordo le tue spericolate "passeggiate" sui tetti a collocar grondaie. Mi spaventavo soltanto a guardarti. Ora vai ancora più in Alto, ma al sicuro.

  6. Cristina

    La tristezza nella tristezza è che questa povera gente è morta sola, essendo tutti i reparti in isolamento. Nemmeno un famigliare vicino a stringergli la mano verso la fine. E nemmeno dopo i famigliari li possono vedere. Una brutta bestia questo virus.

  7. Virgy

    Oime Gigi che tristezza, la nostra gente! Quando finirà questa guerra?

  8. Anna Maria

    Ciao caro Roger. Ciao Boss. Addio Giorgio... ci si trovava dal fornaio e mi dicevi: avanti, avanti...

  9. Pia Moro

    Caro Gigi, ancora una volta ti ringrazio che tieni la tua gente informata, specialmente noi all’estero che abbiamo lasciato il cuore a BEDONIA... anche qui da noi e’ un disastro, speriamo che il Buon Dio ci metta le sue Sante Mani! Ciao e SEMPRE AVANTI.

  10. Mirko Filiberti

    Volti di Bedoniesi che resteranno scolpiti nei nostri ricordi, riposino in pace e possano proteggerci da lassù

  11. Marika B

    Ognuno di loro, a loro modo, era parte del nostro Paese, perché Bedonia come tutti i paesi delle nostre montagne, è fatta di persone, persone che quotidianamente vivevamo prima che questa "bestia" ce li portasse via.
    Ora regna lo spavento, il dispiacere di non poter rimanere accanto ai nostri cari/parenti/amici in questo momento difficile, il pensiero di perderli senza poter stringere loro la mano.
    È una grande sensazione di impotenza perché noi possiamo solo stare lì a guardare, a cercare di sopravvivere per quanto possibile.
    Ogni giorno sento le sirene delle ambulanze in lontananza e il pensiero credo sia quello comune di tutti, spesso seguita da brutte notizie, come quella di oggi, come quelle dei giorni scorsi.
    È una grande tristezza.
    Bedonia ha perso una parte di sé e quando "arriverà quel giorno" non sarà più come prima.
    Un pensiero a tutte le persone che abbiamo perso.

  12. Rossana

    I veterani di Bedonia pian piano se ne vanno senza far nessun rumore.. riposate in pace ♥️

  13. NDM

    Anch'io ricordo Sardella in salopette e il boss che sotto casa mi riparava la moto quando la maltrattavo un po' troppo da adolescente. Il ricordo che mi più mi piace ricordare però e quando mi cadde la mia prima chitarra e si ruppe la cassa. Restìo a buttarla perché mi era costata un bel po' dei miei primk risparmi, decisi di fare un tentativo e portarla da Roger "u Marengon".
    Lo ricordo come fosse ieri quando, abbandonò il lavoro che stava facendo in quel momento e con fare divertito me lo prese subito da mano eliminando il legno rotto, applicandovi del vinavil e poco dopo un pezzo di compensato per sagomarlo infine alla forma corretta che tutti conoscete.
    Non volle nessun pagamento e oltre ad essergli stato riconoscente allora lo sono ancora oggi di un gesto di cui conservo ancora il ricordo nel cuore del ragazzino che ero e nel mio soppalco insieme ai miei altri strumenti che ho successivamente collezionato negli anni.

    Grazie Roger!

  14. Andrea

    Ciao ragazzi!!! Li ricordo con tanta tristezza!!! Tre juventini doc!!!! Riposate nella pace dei giusti!!!!

  15. F . Longinotti

    Qualcuno può dirmi se Roger Rossi è quello che da giovane chiamavano “Titi” e giocava al calcio come portiere? Mi ricordo che attorno al 1962 o 63 l’ho prendemmo in prestito quando andammo a giocare a Bardi , io giocavo con la “ bertorella

  16. Donatella

    Un momento surreale.. sembra un brutto film spero in un finale a lieto fine, ma nel mentre ci saremo lasciati tanti cari, caduti come soldati in battaglia;
    qualcuno morto in prima linea.. qualcuno colpito alle spalle!
    anche ieri tantissimi morti.. troppi.!
    ... senza parlare delle preoccupazioni per quel domani che non riusciamo ancora a quantificare, per le difficoltà economiche, per la fine di questa pandemia di cui nessuno riesce a prevedere non solo un giorno ma neanche un mese... nessuno riesce a immaginare neanche come accadrà ! speriamo almeno oltre a tanta sofferenza dei lutti, della malattia, dell’ordine imposto: “ RESTATE A CASA “, del suono inquietante delle sirene... speriamo, ci insegni a riportarci dei valori che avevamo perso!!!

  17. Marie-Thérèse CHAMPAGNE

    Pace a tutti coloro che ci hanno lasciato e ora sono nel cielo infinito, una lacrima scende sul mio viso pensando ai miei ricordi d'infanzia a Bedonia

  18. Vale BD

    E' un "silenzio assordante" quello che ci sta travolgendo. Sono senza parole da settimane ormai, eppure ci provo a riordinare i ricordi e gli aneddoti per trasferirli qui, ma a vincere è per ora, quell'incapacita' costante di realizzare cosa realmente sta accadendo ed esprimerla. E' straziante.
    Arrivera' quel giorno... anche se non potremo cambiare le cose e riavervi tutti tra noi

  19. Dimitri P.

    Coraggio Bedonia e a voi Bedoniesi nati sotto il monte Pelpi come dice mia mamma nata in ta Lübbia e ha 82 Anni. Avete tenuto testa ai nemici durantela Guerra 38-45. Purtroppo il Covid-19 e una minaccia mondiale ma ce la faremo.
    Un abraccio a tutti i miei amici d infanzia. Non mollate mai

  20. Barbara

    Quando tutto sara' finito vorrei che si scegliesse un giorno dell'anno per ricordarli tutti, non solo di Bedonia (che spero di poter tornare a visitare presto e vi mando un caro saluto) ma per tutte le vittime di questa calamita'

  21. Luisa

    Grazie per le informazioni, purtroppo in questo periodo non belle, anche qui in lombardia siamo messi male, speriamo in tempi migliori e poter venire qualche giorno nella mia casetta di Salarolo almeno in agosto.
    Bedonia sempre nel ♥️
    Un caro saluto a tutti

  22. Annarita

    Cara Bedonia,
    come mai in questo momento, sei nel mio cuore con i miei bellissimi ricordi a Te legati, con le persone che amavo, con i Tuoi monti e paesaggi silenziosi e rilassanti, con i Tuoi abitanti che, in parte conosco, in parte no. 💖

  23. Adriano Bandini

    Sig. Cavalli io non ho l’onore di conoscerla ma mi congratulo con lei per come ha esposto il suo pensiero!

  24. Daniela

    Grazie Gigi per questo spazio che tutti i giorni occupi , è un modo come un altro per sentirci tutti vicini in questo tragico momento . La Valle sta’ perdendo gran parte del suo tessuto e noi non possiamo fare niente solo constatare questa enorme tragedia sentendoci inermi nella tempesta ( come ha detto il Santo Padre).
    Grazie

  25. Peppino Serpagli

    Non ho parole. Faccio le più sentite condoglianze alla signora Alba per la morte di Roger. Non conoscevo gli altri (se non prob. di vista) data la mia lontananza da Bedonia per più di mezzo secolo, ma ovviamente mi dispiace molto anche per loro. Gran signore Roger, col quale era molto bello conversare su tanti argomenti. Forse era lui che, da giovane, costruiva delle belle taboghe per sciare nello scomparso prato del Nero (tra la Casa Bruciata e i vecchi giardini pubblici di Ri Grande). Quando si dice il destino: mi pare che, molti anni fa, anche la mamma (Brunilde?) di Roger morì a Fidenza (ovviamente non a Vaio, perché non c'era ancora).
    Mi correggo dopo l'aggiunta di Iva alla triste lista. Lei la conoscevo benissimo e la stimavo molto. Un tempo eravamo anche vicini di casa in Via Mons. Checchi. Sono molto addolorato e faccio vive condoglianze alla sorella Daniela.
    Peppino Serpagli

  26. Enrico Serpagli 'Giulietto'

    Grazie Gigi per il tuo Esvaso che, anche questa volta, mi riporta a Bedonia, purtroppo in un momento triste per tutti.

    Sono stato colpito in modo particolare dalla morte di Roger con il quale ho condiviso tanti anni della giovinezza quando abitavo a Bedonia o quando venivo in vacanza durante l’estate dopo che la mia famiglia si ere trasferita a Sassuolo. La nostra amicizia è rimasta sempre quella di un tempo anche se negli ultimi anni ci si vedeva solo qualche volta per un aperitivo al bar, in occasione di una mia visita a Bedonia.

    Ho tanti ricordi da ragazzo assieme all’amico Roger: i campeggi sul Penna, le giornata di pesca nel Taro, la “Banda di via Roma", le serate da Franchi dove con la fisarmonica imparavamo a ballare il tango e il valzer, le serenate con la tromba che Roger suonava con estrema perizia. Roger è stato un amico sincero, discreto, gentile che ricorderò per tanti anni a venire.

  27. Dolores

    Anche io volevo ringraziarti Gigi... Per darci la possibilità di intervenire e dire il nostro pensiero... Questa volta dobbiamo dire addio a tante persone della nostra terra così tristemente martoriata dalla malattia... io ho conosciuto solo Anna Raggi e Roberto Martini che essendo stato mio paesano... Conoscevo come 'u Rubertu di Firen'.

    Vorrei raccontare un aneddoto riguardante Anna.... che risale a circa 30 anni fa. Mia madre in ferie ospedaliere... aveva lasciato Genova dove viveva da tanti anni x migliorare la nostra vita di campagna a Scopolo... Ed era passata in farmacia x due spese... ma quando è uscita... aveva dimenticato una borsetta. Arrivata in paese... solo il giorno dopo si è accorta del fatto... senza però ricordare dove poteva aver dimenticato la borsetta che per lei era molto preziosa perché conteneva tutto il suo oro. Fu presa dal panico e dalla disperazione... conscia del fatto che non l'avrebbe più visto. Fece mente locale e ripercorse i suoi movimenti a ritroso... non ricordo i particolari.. ma i carabinieri bedoniesi le posero il suo prezioso fagotto che prontamente la signora Raggi aveva consegnato loro... rifiutando anche il minimo ringraziamento... ma non è mai stata dimenticata e mai lo sarà....

    Roberto invece 'era di tempo' di mia madre e sono cresciuti insieme poi lui con la famiglia lasciò il paese per andare in Belgio. Sua nonna... prima di partire era andata al cimitero x l'ultimo saluto ai suoi cari e incontrando mia madre... singhiozzando le aveva detto: 'ne pasu a saluta'. Gnisson perché me crepa u co'.... ben sapendo che non sarebbe più tornata. Roberto invece l'aveva conosciuto Anna e con lei aveva costruito una bella famiglia e dopo alcuni anni... Era ritornato 'a casa' stabilendosi a Bedonia.
    Nella sua casa ai Firen... vicino Pilati... ci tornava insieme alla moglie ogni tanto per cercar funghi e tenere pulito intorno a casa... L'ultima volta che l'ho visto risale ad alcuni mesi fa... dopo 2 chiacchiere ed un caffè... quando gli avevo consegnato il mio libro sul nostro paese: me nu lesero' perché l'è longu... ma forse quarche me'nevudu....
    Buon viaggio Anna. Buon viaggio Roberto. Buon viaggio nel paese dei sogni....

  28. Maurizio Cresci

    Ciao Gigi anche io mi sento per metà Bedoniese sono molto triste perché le persone da te nominate che non ci sono più le conoscevo molto bene mando quindi tramite te le condoglianze alle rispettive famiglie.
    Maurizio Cresci

  29. Sergio Mol.

    Ho lavorato dal 1977 al 1996 nella falegnameria di Roger, sono stati anni belli, ci sono stati momenti anche di scontro, molte volte per colpa mia, ho il ricordo di una persona dal carattere ispido,ma corretta, come poche ne ho incontrato nella mia vita, nonostante le difficoltà, sempre presenti nel mondo del lavoro, mi ha sempre corrisposto tutto ciò che mi spettava, fino all'ultimo centesimo. Non voglio cadere nella retorica, ma mi ha lasciato il ricordo di una persona, che dietro la scorza rustica aveva un buon cuore. Volevo fare le condoglianze alla famiglia. Mi spiace davvero

  30. ANDREA SERPAGLI

    “Dormono, dormono sulla collina”..... cosi cantava De André, elaborando da par suo la raccolta di poesie di E. L. Masters sugli abitanti dell’immaginario paesino di Spoon River ed ormai sepolti nel cimitero locale, sulla collina più alta sovrastante il villaggio. In modo simile, dormono adesso il loro sonno eterno, nel cimitero sulla collina di San Marco, tanti abitanti della amata Pieve i quali però, purtroppo, non sono a me sconosciute persone dell’Illinois, ma persone che conoscevo benissimo e che, fino a poche settimane fa, formavano le trame sottili di questa comunità montana.

    Anna, la farmacista da cui mi son servito per una vita e che mi conosceva fin dalla nascita; Iva, carissima amica di famiglia e premurosa vicina di casa; Sergio (Boss), il meccanico a cui tante volte ho affidato i miei motorini o la mia cinquecento; Roger, “U Marengon”, sempre così gentile e professionale; Pier Giorgio, “Sardela”, fra i più simpatici amici di mio padre.
    Nomi che mi rimandano, insomma, a facce, azioni, ricordi puntuali; a momenti ben ancorati alla mia storia personale e non a sconosciute vicende di luoghi lontani. Esattamente come racconta Gigi nel suo post.

    Difficile, solo fino a pochi giorni fa, anche l’immaginare che una cosa come quella ora sotto gli occhi di tutti sarebbe potuta accadere. Certo, di pestilenze è stata costellata la nostra vita; ma pestilenze conosciute attraverso le letture che l’hanno accompagnata, ritratte in quadri famosi, viste in film bellissimi….. Ma sempre lontane, improbabili, impalpabili: dei flagelli, insomma, che non toccano direttamente, non suscitano angosce, ansie, dolore. Calamità di cui anche godere (penso a splendidi film come “Nosferatu” di Herzog, a pagine toccanti dei “Promessi Sposi” o del “Decamerone”, a dipinti stupendi di Bruegel Il Vecchio), ma non certo per colpa delle quali soffrire.

    Ma ora il COVID-19 ha reso l’inimmaginabile, una terribile realtà. Una realtà che mai avrei pensato di vivere, avendo avuto il privilegio di poter crescere in tempi di pace ed abbondanza, al riparo da guerre e simili flagelli. Una realtà che chissà quante altre persone care, quanti altri Bedoniesi e non, si porterà via ancora con se.

    Ma come ben dice anche Gigi, e come lessi un giorno su uno muro mitragliato di un paese dell’Est dove mi trovavo per lavoro: “Non importa quanto duro sia stato l’inverno, la primavera arriva sempre”.

    Dormite, quindi, tranquilli, amici ed amiche care, lassù sulla collina di San Marco. Non temete: chi vedrà la primavera non vi dimenticherà e vi porterà gelosamente nei propri pensieri e nel suo cuore. Che la terra vi sia lieve.

  31. Peppino Serpagli

    Grazie a Dolores, ho capito chi era l'Anna della triste lista: l'ottima farmacista Raggi. Degnissima successora dello zio e figlia del negoziante di scarpe Livio che sedeva spesso davanti alla farmacia e aveva sempre una buona parola per tutti.
    A me pare di essere piombato nel MedioEvo ai tempi della Peste Nera e poco ci manca (l'attuale infodemia non ci rispamia dettagli funebri allucinanti) che mettano i morti in fosse comuni e li ricoprano di calce viva. Nessuno dei vari tuttologhi che pontificano sui media aveva previsto una cosa del genere.
    Rispondo a F. Longinotti che ho chiesto se Roger era detto "Titì". No, Titi (Egidio) era il fratello minore di Roger.
    Peppino Serpagli

  32. Piero Rizzi Bianchi

    Brucia davvero vedere che un virus, nato dalle barbare e dissennate abitudini alimentari e allevatorie (se non addirittura da una dissennata ricerca scientifica per scopi deviati) di un popolo che dovrebbe essere da noi lontanissimo, ci colpisca invece tanto duramente, e tanto direttamente, perfino in aree che -come quella bedoniese- del Norditalia sono la parte sicuramente più remota: come altro si potrà chiamare tutto questo, se non un "regalo" della globalizzazione?
    Certamente, di fronte a un simile putiferio, io credo che occorra prima di tutto la fermezza. "Et facere et pati fortia Romanum est" : sia l'agire con vigore sia il patire con forza d'animo sono da vero Romano -sentenziava il grande storico latino, Tito Livio. Entrambe tali qualità ora ci sono necessarie per sconfiggere questo male, che è veramente insidioso…

    E nel "fare", in quello che ognuno di noi, dalle proprie case, potrebbe e dovrebbe operare, metto al primo posto la preghiera: specialmente la Coroncina della Divina Misericordia, che con mia sorella in questi giorni recito quotidianamente (al telefono) per il conforto dei poveri malati che in quell'ora fatale sono soli a dover affrontare la propria dipartita, e per la salvezza eterna delle loro anime.
    Ovviamente, le preghiere servono anche a rafforzare l'animo di chi le eleva quotidianamente, per sopportare con cristiana saggezza e rassegnazione il trascorrere di un tempo così difficile, nella certezza che il nostro cuore si aprirà interamente solo all'Autore della Vita. Così, sosteniamoci con il pensiero che questo strazio finirà, quando Dio vorrà -e preserviamo la nostra salute con ogni giusta cautela e attenzione- senza però vivere il periodo nell'impellenza di un ritorno alla normalità, poiché altrimenti sarà due volte più dura. Anzi, queste settimane di sospensione e di ritiro in se stessi e nelle proprie case possono, paradossalmente, essere un'occasione preziosa per riflettere sul dono della nostra vita e sui validi motivi per cui difenderla, per considerare ciò che di veramente bello anima i nostri giorni.

    Ma ora lascio queste pur necessarie considerazioni, per rivolgere il mio pensiero grato e commosso all'immane perdita dell'impareggiabile Giannino Agazzi.

  33. Luciana Bertorelli

    A questa lista manca il mio carissimo fratello Mauro Bertorelli, morto il 25 marzo a 75 anni.

  34. Archaeopteryx

    Una prece a tutti coloro che ci hanno (ahimè) preceduto alla casa del Padre. In particolare una orazione alla gente delle nostre valli, ci mancheranno tutti, hanno lasciato un vuoto difficilmente colmabile. Una "grama" consolazione: saranno i nostri ricordi, immutabili, per averli ancora vicini. Detto ciò, concedetemi una riflessione; Nonostante il brutto periodo, trovo che, limitatamente a pochi individui, è nata una nuova preminenza culturale che chiamo, passatemi il termine, "cattivismo". E mi rivolgo a quelli che sanno o fanno finta di sapere tutto di tutto, che provano un fastidio quasi fisico per qualunque manifestazione del bene, dell'amore e del normale confronto dialettico. Considerano ciò ipocrita e moralista. Per loro gli essere umani sono solo un impasto di pulsioni basiche e pensieri molesti. L'idealismo, il buon senso, la vera amicizia non sono contemplati. Chiunque osi abbracciare un sogno, perseguire un ideale o evocare un sentimento, una idea diversa da ciò che pensano loro è un ingenuo oppure è in malafede. I "cattivisti" pretendono una coerenza assoluta e una vita da anacoreta, altrimenti ci si deve subito affogare in un mare di cinismo. Non so perchè lo facciano, ma preferisco essere un uomo semplice che ragiona con la propria testa e non uno di loro.
    Nel perseguire la mia indipendenza intellettuale, mi sono e mi saranno sempre di esempio le buone persone che, purtroppo, ci hanno lasciato.
    Che sia, nel limite del possibile, una buona giornata per tutti.
    Archaeopteryx

  35. Stefano

    Una lunga lista di persone conusciute, che hanno formato la Bedonia che conosciamo, quella che ho visto crescere e che ora vedo sparire piano piano. Tristezza

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