Bes-cie e altre persone

Uno spettacolo di beneficenza a favore dell'Associazione Insieme per Vivere
Intanto parliamo di cifre: il dato più importante, sono i quasi mille euro di incasso, a favore dell'acquisto della nuova TAC, raccolti a favore di Insieme per Vivere. Con il solito Renzo Tonelli (e figli, ovviamente!) che, quando si tratta di volontariato e beneficenza non vuole niente per la sua bellissima sala; con il corollario della solita corsa di bontà vera, che ha visto lavorare, suonare, recitare, cantare tutti gratis. E questo, già solo questo, é un ottimo risultato, per un giovedì notte di un pigro inizio d'estate, che fa una fatica bestiale a partire. In tutti i sensi. Non tanta la gente in sala, che comunque ha gradito moltissimo lo spettacolo.

E poi, dopo queste brevi note, positive, qualche parola per il mattatore della serata: Arturo Curà, classe 1940! Da sette anni lontano dal suo cavallo di battaglia, dal suo "Bes-cie", riproposto, in maniera rinnovata, per l'occasione. Una galleria musicata e recitata di bestie umanizzate, specchio impietoso e ironico delle virtù e dei peccati della nostra società. Ovviamente in dialetto.

Arturo Curà é... é... Arturo Curà! Spiegarlo, descriverlo, anche dopo una performance bella e centrata come questa, é praticamente impossibile. O lo si ama, o lo si odia. Le mezze misure, con lui, sono molto difficili. Veramente molto difficili, soprattutto nel cercare di spiegare quello che fa su un palcoscenico, davanti ad un microfono. Si fa sempre un po' fatica a distinguere il Curà "televisivo" dal Curà "live". Uno é sempre l'ombra dell'altro, che lo accompagna, a volte scomodamente, ovunque.

Un personaggio poliedrico, sfaccettato, multiculturale. Sicuramente intelligente, capace di leggere in modo profondo, come d'altronde fa con l'obiettivo della sua telecamera, la realtà, la vita di tutti i giorni: con tutte le sue contraddizioni, con i visi e le espressioni estreme del vivere di tutti i giorni. Passando dal bello assoluto al grottesco; in un solo amen.

Curà, ancora oggi con una gran voce, con una capacità innata e assolutamente non comune di tenere un palcoscenico, con un gran ritmo, ha dato spettacolo vero per tutta la sera. Con una galleria di ospiti altrettanto bravi e dotati. Con l'accompagnamento, sempre complice, di musicisti con la A maiuscola. Con tanti ospiti, come Mary e Valentina, davvero deliziose , che hanno proposto, con grande capacità interpretativa, un pezzo del celebre musical "Cabaret"; come Patrizia Merciari, vera affascinante virtuosa della fisarmonica, nonché docente e direttore di coro, che ha presentato due brani del suo vasto repertorio.

Curà bravissimo a mettere pezze, a sistemare errori suoi e di altri. Fino a far credere in un copione studiato appositamente per le imprecisioni, per gli sbagli. Sempre con un gran naso per scoprire talenti, come nel caso di Michele Sartori, il musicista-atleta di Albareto. Indomabile, nella nuvola infinita del fumo delle sue sigarette; anche dietro le quinte.

Arturo Curà, uno che, volenti o nolenti, apprezzanti o disprezzanti, senza mezze misure, fa arte, in modo eclettico; per il solo piacere di farlo. Un esigente e testardo sacerdote laico, a volte un po' snob, veemente predicatore nei confronti di tutti quegli "infedeli", incapaci di governare, o almeno interpretare, una qualsiasi musa; sia essa la musica, la pittura, il teatro o la scrittura; ma anche la politica. A volte impietoso nelle sue critiche con chi sbaglia; inarrestabile, con chi non ha tanto talento; spietato, con le sue parole, con chi, anche senza accorgersene, sbaglia, aspirando immeritatamente ad un qualsiasi traguardo artistico.

Le foto dello spettacolo al Teatro Farnese



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