Croazia

Giugno 2006 - Dalmazia - Spalato - Quarnaro - Isola di Krk - Istria - Trieste

Questa vacanza non è iniziata come avrebbe dovuto. Il solito ingorgo a Bologna mi ha fatto perdere il traghetto veloce, sono arrivato ad Ancona con due ore di ritardo sulla partenza, il successivo, quello lento, era in tarda serata. A Spalato sono arrivato il mattino dopo, con la luce dell'alba.
La mia prima sensazione, pur non essendo ancora approdati, è stata quella di recarmi in un luogo dove il caos doveva essere assente. Ad accoglierci un mare "calmo piatto", l'aria rarefatta del mattino ci mostrava chiaramente le coste dalmate, brulle e a picco, e un'infinità di isolette senza costruzioni (ancora per quanto?).

Il primo contatto croato è stato con una edicolante per acquistare una mappa (500 metri dopo il porto): non parlava nè italiano e nè inglese, non sapeva il rapporto del cambio Euro/Kuna, ha fatto un calcolo approssimativo scrivendolo sul palmo della mano, non ha accettato la somma in Euro, alla fine siamo ripartiti senza cartina. "L'Italia non è solamente al di là del mare".
Ho deciso di percorre la strada che segue la costa, la prima tappa è stata Primosten, come inizio non è male. Il paese è davvero caratteristico perchè si sviluppa su una piccolissima penisola a forma di pesce, la foto che lo ritrae dall'alto fa da "testimonial" sui giornali italiani per pubblicizzare la Croazia.
Dopo un paio di giorni sono arrivato a Sibenic, cittadina un pò più grande ed uno dei teatri della guerra serba degli anni 90. Il centro storico conserva ancora bellissimi edifici in pietra locale, viuzze lastricate con lo stesso materiale e un Duomo seicentesco ben conservato. La prima periferia è invece caratterizzata da tristissimi, altissimi e grigissimi palazzoni di chiaro stampo comunista, ultima eredità del maresciallo Tito 'avrebbero potuto far sorgere serie conseguenze se li avesse fatti dipingere perlomeno di azzurro, giallo, rosso, verde.?'.

Ad una ventina di chilometri da lì sorge il Parco Nazionale di Krka, un vero spettacolo della natura. Imponenti corsi d'acqua disegnano tra i boschi parecchi laghetti e cascatelle. Per tutto il tragitto sono stato accompagnato da un'infinità di farfalle blu, quasi viola, per poi giungere a valle e da lì ammirare le maestose cascate che caratterizzano il parco.
Lasciando Sibenic si intravedono tutt'intorno altre isole e isolette, tutte affogate in un blu oltremare, tra cui quella maggiore di Murter. Metto la freccia per quella direzione e raggiungere i tre paesini che la rappresentano: Tisno, Betina e Murter.

Lascio il sud della Dalmazia per raggiungere la regione più a nord del Quarnaro e successivamente l'isola di Krk. La prima sensazione è quella di essermi veramente allontanato da quei dolci luoghi del sud. L'isola è piuttosto animata, l'Italia è un pò più vicina, si vede e si sente, l'ambiente circostante ricorda molto le nostre coste e tutti parlano un pò di italiano. Il mare non è un granchè, anche se pulito, ma nulla a che vedere con le trasparenze e i colori di quello precedente. Qui le spiagge sono praticamente inesistenti, solo sassi, scogli e rocce, un posto conciliabile ai soli fachiri, in definitiva per cercare un luogo ideale alla sosta bisogna armarsi di 'santa pazienza'. così sono arrivato in Istria, sosterò a Opatija (Abbazia), nei pressi di Rijeka (Fiume), in quella regione strappata all'Italia nel dopoguerra. Gli stili di un tempo sono rimasti intatti: ville liberty, musei, grandi alberghi, parchi, aiuole fiorite, palme. La città assomiglia un pò al levante ligure, Rapallo o Santa Margherita, a quei luoghi di villeggiatura di classe. Anche qui ci vuole pazienza per le spiagge, anzi non esistono proprio.

L'ultima tappa sarà Pula (Pola), la punta estrema dell'Istria. C'ero già stato nel 1993, quando era ancora Jugoslavia, con Silvano e Marco. Da allora è cambiata molto, per non dire irriconoscibile. Hanno davvero fatto 'passi da gigante' in poco più di dieci anni. Prima si presentava come una cittadina offuscata dal regime, la tristezza si scorgeva ovunque, tutto era fermo, l'economia era traballante, mentre ora vi sono navi da crociera ancorate in porto, il centro storico è stato riprogettato e ristrutturato, i locali pubblici, colorati, moderni e 'vivi', sorgono ovunque e i negozi non hanno nulla da invidiare con quelli delle nostre grandi città. Da lì me sono andato contento. La vacanza è finita, è giunto il momento di guardare la cartina ed esaminare la strada del ritorno, per l'Italia, Trieste, di casa.