Il mercato dei contadini
Anche a Bedonia è stato allestito il mercato ortofrutticolo di prodotti locali, stagionali e biologici
Il progetto, che è nato dalle aziende proponenti, è stato fermamente appoggiato da “Parma Sostenibile”, un’Associazione che, in collaborazione con “MercaTiAmo”, organizza a Parma mercati contadini (al momento son già tre) con la finalità di diffondere pratiche di produzione e di consumo e stili di vita consapevoli e sostenibili. Offre, inoltre, un fondamentale supporto per districarsi nei meandri dei regolamenti comunali e per stabilire efficaci contatti con le Amministrazioni comunali, soprattutto per disporre di uno spazio adeguato e sgombro da automobili, oltre che bene individuabile dai passanti –le aree destinate a questa tipologia di mercato e il numero degli spazi dei singoli ambulanti rientrano in un rigido regolamento comunale.
Uova, formaggi, miele, frutta, erbe e verdure e derivati vari: prodotti buoni, sani ed etici proposti da persone che hanno investito impegno e risorse nell’avviare aziende agricole che possono fornire una nuova vitalità alle produzioni agricole e zootecniche delle nostre montagne. Infatti, se il mercato contadino costituisce uno strumento per promuovere una sana economia della terra, della cultura e sovranità alimentare, è anche uno strumento per coinvolgere i cittadini in un progetto più ampio, unitario e collettivo, capace di trasformare chi frequenta il mercato in un “co-produttore”, ovvero in un artefice fondamentale, attivo e sostenitore del territorio, alla cui base si pongono principi di sostenibilità, compartecipazione ed corresponsabilità.
E forse sta proprio in questo la differenza tra le aziende agricole che danno vita ai nuovi “mercati contadini” e la maggior parte delle altre aziende che popolano il territorio montano: il rapporto diretto con il consumatore finale. La produzione agricola di qualità come volano di una nuova cultura mirante a stabilire un rapporto diretto tra chi “produce” e chi “consuma” -in pratica un elogio alla biodiversità- nonchè un’esortazione a rinsaldare la fiducia reciproca ed a fondarla sulla conoscenza di quanto viene acquistato e consumato e sulla consapevolezza che fino a quando il territorio sarà curato, valorizzato e votato alla produzione alimentare di qualità la montagna potrà ritornare ad essere quello scrigno di sapienza, bellezza e qualità che è stata per tantissimo tempo, fino ad un non lontanissimo passato. E ogni partecipante potrà dire: “C’ero anch’io!”
Cose belle e buone realmente, ognuno di noi ha l'opportunità di scegliere il tanto auspicato e desiderato "buono, pulito e giusto"; per sé e per il territorio.
Persone meritevoli che credono in ciò che fanno
Benessere fisico e sostenibilità ambientale sono intrinsecamente collegati tra di loro. Scegliere cibi di stagione e provenienti da produttori locali, pertanto a km 0, significa rispettare la biodiversità alimentare e le risorse fruibili, oltre ad un contributo all’ambiente.
Se i posti sono limitati da un regolamento comunale (forse superato e da aggiornare?) perché non prevedere la rotazione delle imprese agricole? Scelte intelligenti possono anche racchiudere grandi opportunità per tutti, dai contadini ai singoli cittadini che si affidano a questi tipi di mercato.
Buongiorno
Leggo il terzo commento e rimango sbalordita.
Il mercato del sabato e la fiera della Madonna di San marco sono ormai decaduti ed infatti non ci viene più nessuno.
Se ci sono 10-15-30-100 imprese agricole che vogliono vendere i loro prodotti lo devono potete fare immediatamente e i nostri amministratori devono trovare soluzioni veloci e smuovere i pigri e indolenti uffici comunali a farlo.
Ps, sicuramente risponderà qualcuno che ci sono 2998 leggi e altri 1702 regolamenti che non permettono di esporre ai contadini. La domanda è perché dalle altre parti lo fanno?
La risposta è: perché in altre realtà hanno voglia di sbattersi e trovare soluzioni