Santa Giustina in Val Leca

Trovarla non è facile, rimane appartata, lontana dalle strade di passaggio. La frazione di Santa Giustina resta a 850 metri SLM nell'alta e verde valle del Leca, in comune di Bardi, tra la frazione bedoniese di Cornolo e quella bardigiana di Pione. Se si ha però occasione di passarci, come è successo a me, si può rimanerne subito affascinati. I boschi di Faggio la circondano a 360 gradi, l'abitato è di sole una decina di case, tra cui è ancora incredibilmente aperta l'osteria, e l'ordine, come si vede ad ogni angolo, è davvero stupefacente.

Una nota meritoria va attribuita all'edifico del cimitero posto sul fianco della chiesa e in perfetto stato di mantenimento. Si tratta di una costruzione risalente al periodo napoleonico composta da cinque cappelle ad arco, con volta a vela, in perfetto stile romanico. E' certamente una delle strutture più singolari e di rara bellezza della nostra montagna.

La chiesa monumentale fu edificata nel 1774 in quel punto (terminata nel 1785), pur non essendoci molte case, perchè era posto al centro di una zona ben accessibile per i fedeli provenienti dalle limitrofe frazioni. Precedentemente sorgeva un'altra chiesa nella vicina Frassineto, ma di modeste proporzioni, in un atto ecclesiale del 1579 si può leggere 'chiesa, posta in luogo alpestre, sterile ed aspro, isolata e lontano dalle case'.

Anche la popolazione ha subito notevoli mutamenti. Prima della peste del 1630 gli abitanti della Parrocchia, comprendente le frazioni di Frassineto, Roncole, Tiglio, Granere e Vosina, erano 538; nel 1688: 600; nel 1736: 796; nel 1804: 1053; nel 1914 toccarono la cifra di 1325, poi iniziò il brusco spopolamento, nel 1939 erano scesi a 400 e nel 1986 a 100, oggi si contano meno di 70 persone.

Il motivo di questo decadimento lo si può intuire leggendo una supplica del Rettore Don Bernardo Belli: 'perchè porga un caritatevole e spedito rimedio a suddetti di loro estremi bisogni', risalente al 1767 ed inviata a Sua Altezza Reale: 'sequestrati nelli poveri di loro tuguri da gran copia di nevi, del tutto sprovveduti d'ogni genere di commestibile, senza soldo da procurarselo, carichi di numerosa minuta famiglia, essendo i più giovani e robusti nello Stato Milanese e Lodigiano ed altre parti, nel duro esercizio del resegotto'.


2 Commenti
  1. La Prof

    Il Cimitero di S.Giustina.
    Archi leggeri di tempo non più scandito disegnano il luogo del dopo.
    In visitazione dentro la casa dei morti incontro i segni della vita che è stata e rimane, stemperata dalla fatica, liberata dal quotidiano soffrire.
    Qui, più che altrove, trovo i giusti intervelli dell'armonia, la bellezza amata resa visibile oltre il tempo.
    Un forte desiderio di futuro deve aver accompagnato chi ha voluto dar forma durevole a un passaggio.
    Nel cimitero di Santa Giustina non abitano i morti ma le idee dei vivi, divenute concrete nella pietra, legate con la malta della memoria.
    Una primissima prova di resurrezione.

  2. ESVASO

    Cara 'Prof' benvenuta,
    mi sembra di ricordare che ci eravamo concessi il 'tu', quindi proseguo in forma amichevole.
    » passato quasi un anno da quel giorno, anche se non ti ho mai data per dispersa, sapevo che prima o poi avresti letto il blog e inviato un tuo 'segno' se l'avessi ritenuto opportuno, in fondo me l'avevi promesso. Ti ringrazio tantissimo per le parole poetiche che mi hai lasciato, che ci hai lasciato, si comprende l'amore che mantieni per la tua Valceno. Spero di leggerne altre.

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