Il CIF tra passato e futuro
E' giunta l'ora di un’attenta valutazione dell’area, prima che sia, ancora una volta, troppo tardi
Quella domenica c’era anche un po’ di vento e passare sotto a quella “pioggia” di foglie sembrava di scorgere da un momento all’altro “Alice nel Paese delle Meraviglie”, il grande castagno bucato davanti a me poteva esserne la prova certa.Lì ho pensato a come dar vita nuovamente ad un luogo così meraviglioso, praticamente è una delle poche zone rimaste indenni da i vari sfaceli edilizi bedoniesi.
Camminando tra castagni, tigli e pini, ho pensato alla possibilità di riportare in vita quel luogo, quindi alla ristrutturazione conservativa del grande palazzo, utilizzato negli anni 50/60 come colonia estiva femminile (da qui il none CIF: Centro Italiano Femminile), della chiesetta e degli altri tre fabbricati colonici, un tempo utilizzati dal mezzadro del fondo agricolo. In pratica tutti edifici inutilizzati da una quarantina d’anni e ormai sull’orlo della decadenza (la proprietà è della Fondazione Bellentani).
Perchè allora non tentare la possibilità di ridargli la sua funzione originaria, vale a dire come struttura ricettiva a fini turistici? La fattibilità non sarebbe nemmeno assurda, basterebbe vagliare un paio di possibilità. Anche perchè una scelta è ormai inevitabile, il tempo non ha concesso sconti, anzi gli spray lasciati sui muri da alcuni imbecilli sollecitano un’attenta valutazione dell’area, prima che sia, ancora una volta, troppo tardi. Il CIF rivive una volta l'anno, l'otto settembre...
hai ragione è un luogo magico... tanti ricordi da bambina quando ci andavamo con la parocchia in estate... ricordo ancora le cucine funzionanti ma son ricordi vaghi lontani purtroppo... quando si parla di recupero ho sempre paura, paura che perda la sua magia, ecco questo sarebbe ideale come ostello o a funziona ricettiva come hai detto te... se non questo potrebbe diventare un museo o similare... ma deve restare intatto cosi come è con il grande castagno bucato :)