Il tempo delle mele... di Querzola

L'azienda agricola valtarese è un modello da imitare per le nostre valli
Sono ormai cinquant’anni che si va ripetendo che l’agricoltura è in declino, ma oggi possiamo dire che questa analisi è in controtendenza grazie a nuova generazione di coltivatori. Sono sempre più le persone che tornano a guardare con amore la propria terra, riconoscendo nell’attenzione al territorio un valore per tutta la comunità. Se volete farvi un'idea concreta sulla possibilità di "vivere di sola terra", allora leggete questa storia.

E' un caso “nostrano” e un altro simbolo del “si può fare”, mi riferisco all'Azienda Agricola Querzola di Borgotaro.
Francesco lo incontro al Follo, mentre raccoglie mele, ed è tra i filari che mi spiega della sua presenza a Bedonia. Mi racconta che l’azienda agricola la gestisce con la famiglia dal 1997, anno in cui decidono di rientrare dall’estero e fermarsi in Italia per tornare alle origini. Riprendono in mano il podere di famiglia a Casembola, una proprietà abbandonata da anni, formata da 30 ettari di terreno di cui 6 coltivabili.

Francesco e Laura cominciano a ristrutturare i fabbricati e a sistemare la campagna. Fin da subito iniziano a seguire i principi naturali dell’agricoltura biologica, intesa come collaborazione basata sul rispetto per la natura e per loro stessi. Producono anche energia solare riuscendo a soddisfare le proprie esigenze (circa 12.000 KW).

Il secondo passaggio ha riguardato gli interventi di bonifica agraria per contrastare l’erosione e le frane, costruendo nel contempo un bacino di raccolta delle acque piovane a uso irriguo e senza utilizzo di cemento. A quel punto decidono di mettere a dimora 15.000 piante per 40 varietà di frutta, tutte coltivazioni rustiche adatte alle diverse situazioni di terreno: mele, pere, ciliegie, fragole, lamponi, susine, pesche, albicocche, noci e nocciole.

Dopo qualche anno decidono di allevare suini allo stato semi-brado, principalmente per potere utilizzare i terreni incolti. Ogni maiale ha a disposizione circa 1.000 mq. tra prato e bosco, non li costringono mai al “chiuso” e in nessun periodo dell’anno. Integrano il pascolo con mangime biologico, scarti di lavorazione della frutta del loro laboratorio ed erba medica: “Dal loro sacrificio ricaviamo carne fresca e salumi della tradizione parmigiana”.

Nel 2005 decidono di passare anche alla trasformazione della loro produzione. Tutto inizia con la classica pentola sul fuoco per fare la marmellata, mentre oggi hanno un laboratorio polifunzionale che gli permette di valorizzare tutti i loro prodotti: quindici tipi di marmellate, succhi di frutta, creme, frutta essiccata, mostarde, frutta sciroppata e prodotti di gastronomia rurale. Le loro produzioni sono vendute direttamente a privati, negozi, gruppi di acquisto solidale (G.A.S.) e sono presenti settimanalmente ai mercati contadini di Parma.

È per questo motivo che hanno deciso di espandersi anche a Bedonia, per ampliare la produzione e Sandro Sozzi, proprietario del podere "Mulino del Follo", è stato indiscutibilmente avveduto nel considerare di mettere a reddito il terreno e di mutarne l’uso… quello che fino a ieri rendeva solo fieno è diventato oggi un campo di coltivazioni biologiche: mele, lamponi, more, fragole e mirtilli.

A questo punto siamo arrivati in fondo al filare, Francesco appoggia il cesto di mele a terra e mi stringe la mano, oltre al saluto ci tiene a ribadire un ultimo concetto: “Questa scelta di tornare alla terra non è la ricerca di guadagno, né di noi stessi, ma la voglia di vivere davvero”.
LINK: il sito dell'Azienda Querzola

FOTO: Francesco tra i filari del Follo



8 Commenti
  1. MichelePorcari

    Ho sempre stimato Francesco e la sua famiglia, esempio di amore per la terra e i suoi frutti. Proprio tre giorni fa sono stato da lui al Follo, sempre sorridente e positivo, è piacevole chiacchierare con lui. Ribadisco il concetto di Gigi: "si può fare'.

  2. Fede M.

    Verissimo perchè e' il miglior esempio di agricoltura biologica in Val Taro. Persone attaccate alle proprie radici e all' imprenditorialità responsabile. E' verita' non uno spot. Bravi

  3. Ornella

    Sono persone autentiche che restano nel cuore. Nella loro fattoria di Casembola tutto ha un senso perché ispirato da scelte coraggiose. Si devono ringraziare le persone come loro che portano avanti i valori del biologico senza alterarli e che sanno trasmetterli alla clientela.

  4. Remo Ponzini

    In questi ultimi due anni si è parlato spesso di risveglio dell'agricoltura delle nostre due valli. Effettivamente abbiamo assistito a molteplici iniziative al riguardo. Mi sono sempre chiesto se ciò fosse dipeso dalla crisi economica o se invece fosse un ritorno meditato e pianificato. Ne ho dedotto (non so se a torto o a ragione) che il motivo preponderante fosse l'amore per la terra. Un amore che ristagna, magari in forma latente, in ognuno di noi. Ovviamente solo in pochi lo concretizzano anche perchè, come dicevano i nostri vecchi, la terra ...è bassa e richiede fatica e dedizione.

    Il signor Francesco Querzola mi fu presentato dall'amico Sandro Sozzi (proprietario del terreno) in una delle tante frequentazioni culinarie che facciamo periodicamente a casa sua. Fu uno scambio breve, di poche parole, ma l'impressione che ne trassi fu di un ragazzo determinato che, oltre a non perdersi in chiacchiere, sa programmare ogni aspetto della sua vita. Si sposò giovanissimo, quattro figli in rapida successione (due sono universitari) senza dimenticarsi di inculcare loro l'amore per il suo lavoro. Mi dicono che anche la moglie (che non conosco) sia super attiva al par suo.

    Per valutare il lavoro di questo ragazzo in loc. Follo bisogna entrare nel podere e visitarlo perchè dalla strada provinciale si ha una visione molto limitata. Ha fatto anche investimenti importanti perchè ha installato filari lunghi complessivamente qualche km. su cui crescono e sviluppano i prodotti deliziosi (elencati da Gigi) che sono, per quanto ovvio, rigorosamente biologici. E nello spicchio finale del terreno ha trovato modo di piantare circa 2500 alberi di melo che hanno già iniziato a dare i loro frutti.
    Devo anch'io fare un cenno doveroso all'amico, molto sagace, Sandro Sozzi che, con grande avvedutezza, ha affittato il podere a Francesco intuendone le capacità cognitive e la fermezza di saper trasformare un semplice prato in un giardino ripieno di frutti di ogni genere.
    Il nostro augurio è che ciò funga da esempio e da stimolo per altri che volessero intraprendere lo stesso percorso.

  5. Remo Ponzini

    Ad integrazione del mio intervento intendo rimarcare, per coloro che ne fossero interessati, il link del sito dell'Azienda Querzola già segnalato da Gigi a piè di pagina. Merita veramente di essere visitato per la varietà e qualità dei prodotti che vengono proposti. Copiate e mettete nei " preferiti" . Mi sembra giusto privilegiare ciò che viene prodotto nei nostri paesi anche per incoraggiare gli imprenditori che sono nostri compaesani. Oltretutto sono a km. 0.

  6. Il Geom.

    Abito di fronte al podere del Follo coltivato dal Signor Querzola. Personalmente mi ritengo fortunato nell'avere la possibilità di ammirare quotidianamente un così vasto appezzamento di terra ben curato, ordinato e coltivato. Mi da sempre una piacevole sensazione poter anche dire "finalmente vedo crescere qualcosa di buono dalla terra dei nostri monti", dopo che per tanti e forse troppi anni, nella nostra tanto amata montagna, abbiamo visto solo campi lasciati a loro destino oppure completamente abbandonati. Complimenti al Signor Querzola a cui, sin da ora e per le prossime stagioni, auguro tanti abbondanti raccolti.

  7. Matteo

    Sono amico di entrambi e devo dire che si è creato un sodalizio perfetto. Il primo, anni fa ha visto lungo investendo nel podere. Dapprima dotandolo di un pozzo indispensabile, poi parcellizzandolo per renderlo disponibile a chi volesse fare il proprio orto e in seguito mettendolo a disposizione di chi un giorno avrebbe potuto sfruttare la sua lungimiranza. Il secondo, con una splendida famiglia al proprio fianco, che cercando in Valle un terreno adatto al proprio progetto, si è imbattuto nel Follo non spaventandosi di fronte alla distanza che ogni giorno avrebbe dovuto percorrere.
    Spesso frequento il posto e devo dire che in Valle è unico, ma soprattutto mi permetto di dire che chiunque volesse provare ha un esempio concreto a cui ispirarsi. Ma sopratutto avrà un aiuto perchè la grande forza di Francesco è la capacità di coinvolgere le persone e di crescerle in quello che crede, non tanto con le parole ma con i fatti.

  8. Andy

    Seppur non abbia ancora avuto il piacere di conoscere di persona Francesco e Laura, sono da tempo un loro segreto ammiratore. La ragione di questa mia ammirazione sta nel fatto che, nel panorama desolato e desolante dello sviluppo economico post-bellico delle alte valli del Taro e del Ceno, il loro coraggio ad operare (da veri pionieri!) lungo percorsi diventati da troppo tempo inusuali costituisce, a mio avviso, una concreta speranza di poter “ritornare”, grazie alla assoluta sintonia dei contenuti del loro agire con le radici economiche e culturali dei luoghi in cui han deciso di rientrare, ad un futuro sicuramente più sostenibile di quello che invano si è cercato di costruire nei decenni passati. Come sembra dimostrare pure il fatto che sempre più numerose siano le aziende certificate “biologiche”, o comunque con un’anima “naturalistica”, che si stanno installando nelle alte valli del Taro e del Ceno, sfruttando pure un trend nella domanda di prodotti biologici che si è mantenuto positivo nonostante la lunga, devastante crisi economica di questi ultimi otto anni. Lunga vita, quindi, di tutto cuore, a questa nuova compagine di lungimiranti imprenditori valligiani ed auguri sinceri ai loro sforzi per un utilizzo più razionale e sostenibile delle risorse agricole ed ambientali delle alte valli del Taro e del Ceno.

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