Quel pericoloso inchino allo Spread
Il governo gialloverde finisce ancor prima di iniziare. Perché?
Da ieri sera il Re è nudo. Ora abbiamo la conferma che tutti i Presidenti del Consiglio avevano il loden comprato a Bruxelles e tutti i Ministri erano solamente dei burattini con i fili comandati da Berlino.
È bello avere la consapevolezza che una maestra d’asilo possa fare il Ministro dell’Istruzione, che le forme della Boschi, non le sue riforme, possano rappresentare a tutti gli effetti una distrazione di massa, ma non che uno stimato economista possa mettere in discussione la sudditanza europea. La Germania perde il pelo, ma non i suoi vecchi vizi, in soldoni: guai a chi si azzarda ad alzare la testa e magari stare un po' meglio di come si sta adesso.
Tutta questa messa in scena ha un nome, si chiama paura del cambiamento, come se l’espressione elettorale degli italiani non contasse nulla. Uno spettro che si aggira ovunque, dentro ai palazzi del potere, tra opportunisti e sostenitori del no a un governo Lega-M5S. Tutti lì, coalizzati dal timore che nasca in Italia un governo voluto dai cittadini e non ispirato dai burocrati europei.
Ora restiamo noi, delusi e arrabbiati, quelli in attesa di infilare nuovamente la scheda nell’urna, sempre che possa servire a qualcosa, anche se la mia prima impressione è quella che siano già stati loro a “infilarci” qualcosa… non è stato difficile, tanto eravamo già chinati a favor di spread.
Ma quindi, se alle prossime elezioni mov5stelle e lega si presentano insieme, vincono con oltre il 40% e ripresentano Savona come ministro?! Il Presidente (che improvvisamente si è risvegliato) dice ancora no?!?!?!
Ecco ora ho la prova che mancava...siamo ufficialmente sotto dittatura.
La lezione non sarà mai cosi dura e la batosta mai cosi dolorosa. Richetti del PD afferma : "Noi miglior classe dirigente del paese e poi se la prende con gli elettori che sbagliano a votare. Non impareranno mai a guardarsi dentro e a fare autocritica
Populista come il governo appena scongiurato dal presidente Mattarella
Caro Gigi, condivido ovviamente la lettura politica di questo che è stato un autentico "colpo di Stato" con mascherina e scoppio ritardato, ma assolutamente non condivido il pessimismo!
Dobbiamo anzi ringraziare lo zelante Mattarella per essersi scavato da solo la fossa, a misura di gobba (di Stato!). Infatti, il vergognoso atto di ieri ha avuto almeno tre effetti, sul "vissuto psico-politico" (piace l'espressione?:) degli Italiani, e quindi sulla loro futura scelta elettorale:
1- si è capito che gli "eurosinistri" possono, con le loro deiezioni, nuocere molto più a lungo di quanto sarebbe stato logico aspettarsi dopo la loro entrata in coma;
2- prendendo le difese di Mattarella, Berlusconi ha deciso (finalmente!) di porre fine con un suicidio all'onorata carriera;
3- la percezione comune dell'Unione Europea, già orientata al negativo, ha fatto un salto di qualità notevole: da mastodonte burocratico, da alleggerire con trattative varie, a perfido nemico che ci schiaccia e deve essere abbattuto.
ED ORA, nessuna ulteriore presa per i fondelli, ma ELEZIONIIII!!!
Ciao Gigi,
sai che stento a credere che tutto sia potuto accadere per sostenere un nome, specie dopo tutto il lavoro profuso per il contratto di governo di cui parevano così entusiasti; se fosse venuto dai 5 stelle che veramente sono meno avvezzi ai meccanismi politici, ma da Salvini nooo dai ... è uomo di politica pura da sempre... non potrebbe essere un'abile strategia politica ?? Il governo non si farà MA non per colpa di Salvini, che ricordiamo sarebbe stato necessariamente il secondo in grado (16 contro 32), ma del "asservito" come dici tu, Mattarella ... ; prospettandosi un veloce ritorno alle urne chi sarà il leader incontrastato del centro destra secondo te ?? ed allora mi chiedo: e se Savona fosse stato il vero ago della bilancia per assicurarsi che non nascesse questo governo piuttosto che per la tanto acclamata quanto falsa volontà di farlo nascere e lavorare finalmente... ????
Scommettiamo che non ci sarà nessuna azione di messa in stato di accusa del Presidente ??? in verità io me lo auguro
Se veramente avessero voluto il cambiamento non si sarebbero fermati per così poco non riesco a togliermelo dalla testa
Spero che Gigi non me ne vorrà se dissento da lui. Siamo amici e penso di potermelo permettere. :-)
Il Movimento Cinque Stelle è risultato la prima forza politica alle ultime elezioni. La Lega, se considerata assieme alla coalizione alleata, è risultata anch'essa prima.
Stride il fatto che due forze, ciascuna presentatasi per la propria strada, decidano, sulla scorta dei risultati e delle possibili maggioranze numeriche, di firmare un contratto per il governo del Paese.
L'anomalia sta, oltre che nei rispettivi programmi, anche nel fatto che la Lega sia uscita da una coalizione per allearsi con una forza che, in campagna elettorale, è stata oggetto di veementi attacchi da parte del leader di Forza Italia.
Dunque già questo è il solito pasticcio all'italiana, ormai avvezza da decenni agli inciuci di ogni genere.
Ma non è tanto questo il punto. Il punto è Savona: un signore buono per tutte le stagioni che, nella sua lunga carriera, è stato un brillante esponente dell'establishment ed ha ricoperto una enorme quantità di incarichi proprio in quella finanza tedesco-dipendente sulla quale oggi getta veleno.
Credo che sullo spread che , implicitamente emerge da questa vicenda, si debba approfondire.
Dietro lo spread ci stanno gli operatori economici e la fiducia che essi hanno nell'investire nel nostro Paese, acquistando il debito sovrano.
I mercati sono molto suscettibili e, se sentono odore di "bruciato" disinvestono assai velocemente e vanno altrove.
Ma, piu' che lo spread, il problema che Savona ha posto è la fuoriuscita dall'euro.E la Lega non ha mai fatto mistero di puntare a questo per tornare alla lira.
Il disegno è abbastanza chiaro: lira, uguale svalutazioni competitive, dunque rilancio dell'economia grazie alle esportazioni.
C'è un piccolo particolare: il ritorno ad una lira liberamente fluttuante significherebbe avere immediatamente un deprezzamento del potere d'acquisto dei salari, una perdita del valore degli immobili, i BOT seguirebbero uguale sorte e questo non penalizzerebbe la razza padrona, che i capitali fa molto in fretta a collocarli altrove e il denaro nelle banche svizzere. No, colpirebbe i piccoli risparmiatori, i sacrifici di una vita.Per tacere dell'inflazione. Chi ha la mia età ha conosciuto quella a due cifre. Con la differenza che allora i salari erano protetti dalla contingenza, poi bloccata dal governo Craxi, perchè anch'essa coinvolta nella spirale inflativa.
Questo significa che non ci sono problemi, che va tutto bene e l'euro è la panacea di tutti i mali? No di certo.
Ma sarebbe superficiale attribuire agli effetti monetari fattori che sono squisitamente economici ed hanno a che fare con l'intrinseca debolezza della nostra economia, con la fragilità delle nostre imprese, coi mali storici italiani dovuti agli squilibri territoriali, alle diverse velocità dello sviluppo, alla crescita del divario Nord-Sud.
Tutti problemi ai quali non si risponde col "reddito" di cittadinanza, ma ampliando la base produttiva. La ricchezza, prima di distribuirla, bisogna produrla e, allo stato dei fatti, l'Italia non è in grado di dare risposte in questa direzione.
Personalmente sono convinto che l'Italia sia in default, sia pure latente e non dichiarato, per ovvii motivi di convenienza internazionale. La risposta ai suoi mali antichi la si può trovare solo in una sana decrescita, in un ripensamento dei consumi, nella sobrietà, nel riuso, nella valorizzazione delle materie prime seconde ( economia circolare); a partire da un rigoroso piano energetico, basato sulle fonti rinnovabili.
Proprio perchè il Movimento Cinque Stelle, ha posto con forza l'accento su questi temi, ha avuto il mio voto, ma su tutto il resto, le distanze restano profonde.
Quanto all'Europa, il problema non è che ce n'è troppa: ce n'è troppo poca. In questi anni sono prevalsi gli egoismi nazionali, gli interessi di parte, non certo l'idea visionaria di Spinelli, di Schuman o di Adenauer.
Mi pare che ci sia quanto basti per riflettere.
La volta scorsa ho puntato con gps che il pd andava sotto il venti, questa volta faccio il doppio che il pd arriva sotto il 15%, se dobbiamo essere un protettorato dei crucchi allora vogliamo i loro salari, le loro tutele ai lavoratori, il loro tenore di vita e il loro numero di migranti, altrimenti in culo ai crucchi e a chi li sostiene
Ritengo che la lettura "d'impulso" della frenetica vicenda istituzionale meriti un maggiore approfondimento.
Le informazioni pubblicate sui principali mass media (di qualsiasi ispirazione o sponda politica) testimoniano l'esortazione del Presidente della Repubblica, indirizzata ai sodali della maggioranza parlamentare formatasi negli ultimi giorni (Salvini e Di Maio), ad indicare come ministro dell'Economia un esponente d'inequivocabile appartenenza politica - sembrerebbe Giorgetti - in quota Lega.
Quanto alla visibilità politica, tale soluzione avrebbe certamente rafforzato la Lega, incardinando nelle proprie schiere un ministro di peso del nuovo Governo, anche in termini di bilanciere nei rapporti col Movimento 5S.
A fronte di tale iniziativa, tuttavia, sembra che gli interlocutori (verosimilmente il solo Salvini) abbiano declinato l'invito, sostenendo con pervicacia la candidatura di Savona.
Perché mai, dunque, di fronte alla possibilità di ottenere come ministro un proprio emergente esponente, la Lega vi ha rinunziato proponendo con forza una figura tecnica (provenienza fino ad allora ritenuta sacrilega)?
Se la cronaca riporta la reale dinamica degli avvenimenti, ne traggo una sola conclusione (evidentemente del tutto opinabile): Salvini ha inteso "forzare la mano" al Quirinale, ribadendo una candidatura a ministro dell'Economia consapevole ch'essa avrebbe incontrato il veto da parte del Capo dello Stato.
Il che significa, in termini di strategia politica, che la Lega ha cercato la "via di fuga" ad un Governo in cui non credeva poiché, probabilmente, le avrebbe procurato dissensi elettorali generati dal difficile (se non impossibile) conseguimento delle promesse elettorali in quanto provenienti da due forze politiche, solo recentemente alleate in sede parlamentare, che propugnavano interventi progettuali e programmatici agli antipodi.
Se ciò è vero, Di Maio è risultato (ingenuamente) vittima di un disegno cinico di Salvini.
In tale contesto istituzionale, dunque, l'intervento del Presidente Mattarella, piuttosto che "causa" del fallimento del Governo Conte, rappresenta l'"effetto" di una scelta preconfezionata da chi si apprestava, solo nominalmente, a varare il nuovo Governo.
In termini di coerenza istituzionale, poi, l'art. 92 della Cost. consente (in realtà "impone", in virtù del principio di "Separatezza dei Poteri") al Presidente della Repubblica il diritto di veto, già in precedenza esercitato da parte dei predecessori di Mattarella in taluni delicati passaggi istituzionali (in realtà non enfatizzati dalle forze politiche del tempo).
Insomma, la partita a scacchi è ancora aperta.
Ci sono una miriade di atti che per entrare in vigore richiedono la firma di questo o quel funzionario. Ciò non significa che egli possa fare quel che vuole ed esercitare un potere di veto...
Ad esempio, un matrimonio: per essere valido credo debba essere firmato da chi lo celebra. Ma questo non gli dà il diritto di rifiutarsi (magari perché la coppia non gli piace): il suo compito è semplicemente un atto dovuto.
In quanto ai precedenti invocati (Previti, Maroni) non c'è paragone: che andassero in un ministero o nell'altro non importava niente a nessuno (dunque costava poco accontentare la richiesta degli allora presidenti). Ora invece si trattava del pilastro sul quale il governo intendeva costruire la sua politica economica. Come se il presidente della Federcalcio imponesse al ct Mancini di lasciare fuori proprio il giocatore su cui sta impostando la Nazionale...
Caro Gigi, tu dici che quello sarebbe stato il governo del cambiamento: forse, probabilmente, ma non lo sapremo mai o forse lo sapremo tra qualche mese quando si andrà a votare. Quello che sappiamo invece è che le modalità di formazione sono state quelle di una politica vecchia, stantia e puzzolente, esattamente come quelle precedenti. Esempi (che sono importanti e che purtroppo pochi fanno):
1) lega e 5S si sono tirati escrementi in faccia fino a 2 settimane fa ed improvvisamente si sono scoperti alleati
2) la lega faceva parte di una coalizione che ha formalmente vinto le elezioni ma che ha pensato bene di mettere da parte per il finto desiderio di governare
3) il povero patetico professore Conte un puro manichino gestito da Salvini e Casaleggio, marcato a vista con ministero e doppia carica di vicepresidenza di Gigino e Matteone
4) ma l'esempio peggiore è che ci hanno preso per scemi come tutti quelli che li hanno preceduti. I 5S hanno mostrato la debolezza del loro azzeramento ideologico, ancora lontani miglia dal valore politico di Podemos spagnolo.
Saluti cordiali Mauro
Indro Montanelli diceva che lo sport più praticato dagli italiani è la dietrologia: retroscena, intrighi e maneggi segreti, rapporti e interconnessioni complicate di interessi che le normali intelligenze non possono capire ma che "loro"- i superdotati - individuano perfettamente.
Interpolano notizie qua e là, hanno sempre un informatore privilegiato e in un baleno mettono insieme il puzzle e "voilà" la verità vera e assoluta.
E pazienza se i dotti esperti che hanno conseguito lauree a pieni voti, collezionato Master seri e impegnativi consumando anni sui libri, superando esami con duri sacrifici e tirocini da brivido dicono il contrario; poveri scemi, se si sono inutilmente consumati gli occhi se la sono cercata.
E pazienza anche se questi signori dicono che l'uscita dell'Italia dalla U.E. e ancor peggio
dalla moneta unica sarebbe una catastrofe per il nostro Paese.
Che stiano zitti con tutti i loro studi e le loro conferenze!
Che conta sono le intuizioni e le capacità di vedere dietro dove stanno poteri occulti e forti, nemici del Paese.
Ci saranno anche 'stì poteri forti ma, per favore, la politica economica lasciatela fare a chi sa fare questo mestiere.
Io sto con Mattarella.
Buongiorno
Per dignità. Non comanda la Germania da noi. Ha provato a inzio novecento, ha provato a metà secolo e tutte e due le volte è tornata a casa con le ossa rotte. Ora ci riprova con l'economia. Farà la stessa fine.
Se ci pensate bene è proprio come nella seconda guerra mondiale. La Germania invade la Francia e esercita un potere sull'Italia, come ora. La Russia è una potenza indipendente che non ama la Germania. Gli USA con Trump sono staccati dal potere tedesco e anzi si stanno stuzzicando. Giappone indipenente. Bene Accadrà come nel '45. Gli USA e la Russia verranno in nostro soccorso. UK ci darà una mano e finalmente ci libereremo di questi crucchi di merda che hanno un vizio atavico di voler imperare ma non sono capaci.
Dignità signori, dignità. Il popolo da noi comanda e solo il popolo. Fanno i democristiani, fanno i comunisti, fanno quelli di sinitra e quando prende voce il popolo si schierano con i banchieri. Ma chi siete? Per fortuna state diventando più rari degli spinaroli.
Penate ai vostri figli e a i vostri nipoti. Pensati liberi dallo schiavismo verso qualche banchiere che compera i poliici.
Claudio Agazzi
Ciao Claudio,
io non porrei la questione in termini di dignità. Perdona la franchezza, ma mi pare una evocazione del ventennio, quando Mussolini parlava di "paesi ricchi contro i paesi poveri".
La madre di tutte le questioni,a mio avviso, sta nel tipo di società futura che ciascuno di noi ha in mente.
Ho l'impressione che l'elettorato non ponderi il proprio voto. Ne, del resto, le forze politiche lo fanno, nel momento in cui elaborano i loro programmi.
Ridotta ai minimi termini la questione mi pare questa: siamo al capolinea di un modello di civiltà che, ai piu' accorti, appare insostenibile.
Il capitalismo, di cui la Germania è uno dei migliori interpreti, è al crepuscolo. Per sopravvivere ha bisogno di produrre una quantità abnorme di entropia, di consumare energia fossile non rinnovabile, di depredare materie prime, ben al di sopra della capacità della Terra di rigenerarle.
Questo perchè è lo stesso paradigma capitalistico ad imporlo: bisogna vivere per consumare, piuttosto che l'opposto; perchè, questo modello economico, sta in piedi se c'è crescita infinita, spreco, "usa e getta", distruzione di risorse e nuovo inizio del ciclo. Sta in piedi se funziona la competizione. Mentre invece il nuovo ordine mondiale ha bisogno di solidarietà, sussidiarietà, risparmio, riuso, sobrietà, valorizzazione dei territori, riduzione drastica dell'entropia, rispetto per l'ambiente e biosostenibilità.
Questo è il quadro dicotomico entro il quale deve avvenire una scelta drastica: o di qua o di la.
Le scelte politiche sono conseguenziali.
O stai nell'euro, accetti le logiche di mercato, accetti di competere, comprendi cosa sia il costo per unità prodotta e come si possa creare ricchezza nel mercato globale, oppure ti opponi a questa idea e ti batti per l'alternativa.
Mi fanno sorridere le politiche della Lega, fintamente anti-sistema, quando, invece, è la portatrice di quella che Pallante chiama "crisi del tanto-avere", dove un ceto medio frustrato, piegato dalla crisi, sogna di tornare ai tempi belli dello spreco facile, della vacanza garantita e del ristorante al sabato sera, quando ora non si può piu' permettere nulla di tutto questo. E' la crisi del posto fisso e garantito, a fronte di un capitalismo straccione, privo di risorse e a bassa competitività, per cui non sa fare altro che delocalizzare o inventarsi contratti di lavoro sempre piu' precari, per reggere la concorrenza.
Con la Germania il conto è aperto da almeno un secolo e mezzo: da quando la classe dirigente italiana, in epoca giolittiana, ha ritenuto di "scimiottare" il gigante teutonico, inaugurando la stagione della meccanica pesante: Italsider, ILVA, FIAT, Ansaldo. Tutte aziende decotte sul nascere, che si sono salvate provocando la Prima Guerra Mondiale; giacchè non si può essere privi di carbone quando l'industria va a vapore!
Al pettine vengono nodi secolari di quello che , tutto sommato, è un paese, l'Italia, mai nato per davvero.
Oggi viviamo un'epoca crepuscolare, dove la pancia duole e manifesta la propria rabbia da deprivazione, invocando quel benessere e quello status che la nostra economia non può dare.
Allora la scelta è semplice: o si va verso la direzione indicata dai tecnocrati, ma bisogna avere forza e capitali, oppure si prende atto che serve un deciso cambio di paradigma; ma alla gente bisogna spiegarglielo.
Il problema dunque non è la Germania, il suo egoismo o, come qualcuno fa intendere la moneta. La moneta è solo un aspetto finanziario, non trascurabile certamente, ma non certo l'unico, nel novero di un quadro macro-economico al limite del default.
Io ho votato Cinque Stelle perchè, pure essendo lontano da loro, credo nell'esigenza di un cambiamento profondo.
Ma questo cambiamento deve essere basato sulla coerenza: bisogna sapere quello che si lascia e quello che si prende.
Da decrescente convinto, accetto il rischio.
Mi sta bene mollare l'euro e subirne le conseguenze.
Ma ne sono tutti consapevoli?
Non si può essere ipocriti su questo. Una strada preclude l'altra. Bisogna saperlo.
Chi non è chiaro su questo, è solo un demagogo.
Quale é l'alternativa agli interessi che si devono pagare sui debiti? Ed al loro innalzamento? Spero non penserà che si possano annullare unilateralmente perché ho troppa stima di lei per ipotizzarlo. Per le famiglie, come si sa, é cercare di contrattare le migliori condizioni possibili e lavorare duro. Ma, diciamolo, la dipendenza al favore di chi ti presta risorse é una condizione universale.Si può trattare anziché inchinarci, ma bisogna essere credibili, non sparare promesse irrealizzabili e fare alleanze compatibili per non dare la sensazione del disgregamento imminente ad ogni decisione
Ciao Daniele
Se non è importante per te la è per me. Dignità prima di tutto, su tutti i fronti. Se in te evoca il ventennio fascista rimane un problema circoscritto alla tua persona. La società è ben altra cosa.
Sulla frase: "Ho l'impressione che l'elettorato non ponderi il proprio voto" invece mi sento di fare un bel riferimento al ventennio fascista.
Claudio Agazzi
L'argomento è stato sviscerato sotto tutti gli aspetti con visioni contrastanti e, spesso, esacerbate. Ovviamente influenzate anche dalle singole convinzioni politiche.
Per me è difficile esprimere con raziocinio chi ha ragione e chi ha torto. Mancano le controprove e quindi si naviga in un mare di ambiguità.
Appena appresa la notizia, inaspettata ai più, inveii contro il Presidente che aveva buttato tutto all'aria con un pretesto poco convincente. Ma poi iniziai a ragionare e fui più tollerante e comprensivo. Anche il più modesto impiegato di banca (come il sottoscritto), sa benissimo che NON si può uscire dall'euro salvo ripercussioni economiche gravissime che danneggerebbero sopratutto i piccoli risparmiatori. Figurarsi il dott. Savona che è un grande economista. Voleva solo che l'Italia avesse un peso più incisivo di quello attuale.
Per quei pochi che non lo sapessero, io voto a destra (escluso Berlusca) da decenni. Ma cerco di non assimilare ciecamente tutto ciò che viene raccontato dai leader amici. Ciò premesso concludo ponendomi una domanda.
E' possibile che la decisione di Mattarella sia stata la migliore per il popolo italiano ? Io non lo escludo. Possiamo esprimere pareri e sentimenti ma non certezze.
Wow! molto interessante! Ottimi commenti alcuni molto sensati come quelli di Daniele, Marco, Lina, Mariarosa ed altri. Vivo all'estero da 55 anni,tante cose le vedo un po diversamente seppur anch'io non so piu'a chi dare il voto. l'Italia ha certamente bisogno di cambiamento, semplificazione e riduzione di burocrazia, ma ci vuole praticita' non promesse impossibili. Uscire dall'Europa e dall'Euro? A qualcuno puo' piacere, ma e' disposto ad accettare un impoverimento generale? Senza l'Europa conterremmo pochissimo nel mondo e con la lira saremmo esposti a rigiri monetari che farebbero ricchissimi gli speculatori, le banche estere ed i Nababbi mondiali,tutto a nostro danno. Io vivo in un paese con risorse immense, ma la moneta negli ultimi 8 anni ha perso il 125 % e si e' creata una poverta' da rivoluzione. Con un inflazione del 15% annuale tutti i costi si radoppiano in 6 anni e chi ha risparmiato per farsi una buona pensione privata (la statale non esiste) dopo 10 anni si ritrova con noccioline. Forse sbaglio, ma storicamente esiste un paese che ha creato benessere alla popolazione con una moneta inflazionistica?
D'accordo che si dice il peccato e non il peccatore, ma a questo punto è troppo forte la curiosità di sapere il paese di Eddie. Dunque fatto trenta, faccia trentuno e ce ne dica il nome. I lettori gliene sarebbero grati...
Ba bi bo, i 2/3 del nostro debito pubblico è in mano a noi stessi, l'Europa se c'entra c'entra al massimo per il resto.
Ora vuol dire che dobbiamo 1600 miliardi di euro a nostri concittadini. Chi avrà segato Savona? (Se la democrazia costituzionale serve a tutelare gli strozzini allora è normale che il resto la rifiuti).
Il "risparmio degli Italiani" del discorso serio è il "risparmio dei ricchi di turno" di quelli che i soldi li prestano a chi pur di averli mette in croce il futuro dei suoi concittadini. Non è che ce lo vogliono mettere i crucchi, ce lo mettiamo da soli e poi ci giriamo verso nord e imprechiamo contro chi ci ricorda la nostra posizione.
LETTERA APERTA AGLI IGNORANTI COSTITUZIONALI:
Dove risiede il potere decisionale del presidente?
Dopo le consultazioni, deve valutare qual è la persona maggiormente idonea a ricoprire la carica di presidente del Consiglio. È una valutazione che però non si basa su opinioni o convincimenti personali del capo dello Stato, ma sulla base delle consultazioni che altrimenti sarebbero inutili. Dopo aver individuato la persona e conferito lincarico, la responsabilità passa al presidente incaricato che deve comporre la lista dei ministri del suo gabinetto. La proposta di cui parla larticolo 92 della Carta vincola il capo dello Stato, che può esprimere valutazioni di cui il presidente incaricato può tenere conto se lo ritiene. Il diniego sul nome di un ministro può esserci per incompatibilità col ruolo, per conflitto dinteressi o indegnità causata, per esempio, da condanne penali, dunque solo per ragioni oggettive.
Il presidente può fare valutazioni politiche?
No. Perché non è organo di indirizzo politico. La dottrina da Serio Galeotti a Livio Paladin, per citare due autorevolissimi costituzionalisti è sempre stata concorde nel ritenere il presidente un organo di garanzia e non di indirizzo politico.
ecc..ecc..ec...
(Lorenza Carlassare)
Ringrazio Fausto per averci confermato con parole autorevoli quello che ogni mente sana e funzionante poteva già benissimo intuire da sola. Ergo: il nostro caro Presidente, ad onta delle sue giustificazioni di aver agito per difendere i risparmiatori, HA LA PIENA RESPONSABILITA del pasticcio attuale e della conseguente situazione rovinosa per chi ha investito i propri denari.
E, visto che già dovremo andare presto a nuove elezioni, mi auguro che ne esca unItalia assai simile allUngheria, dove è notizia di oggi "i lupi travestiti da agnello vengono smascherati e messi in gabbia, e i sepolcri imbiancati vengono passati con la soda caustica" (mi riferisco, ovviamente, alla legge contro le organizzazioni non governative finto-umanitarie, foraggiate e sostenute dalla cricca finanziaria internazionale).
La decisione di Mattarella è uno dei più grossi autogol della storia politica repubblicana perché se il ruolo di Presidente della Repubblica dovrebbe essere neutrale, in realtà finisce sempre per avere un occhio benevolo verso la parte politica che lo ha eletto, nel periodo di Napolitano siamo andati pure oltre......
In questo caso il Sergio nazionale ne ha combinata una talmente grossa che ha diviso i saggi di diritto Costituzionale sulla realtà o meno di avere fatto una opposizione di tipo politica ad un ministro che va oltre il suo ruolo di garante.
Il risultato finale è che ha finito per rafforzare le due forze politiche, che di certo non lo hanno in simpatia, ma che dovevano fare un governo con un programma comprensivo di Flat Tax e Reddito di Cittadinanza, le cui coperture economiche non le avrebbe trovate nemmeno Zio Paperone.
Il finale che ne esce davvero pessimo è per la politica italiana nel suo complesso perché ha un vecchio leader a destra che pensa ancora di candidarsi con credibilità a oltre 80 anni e uno giovane a sinistra che pensa di giocare da mediano rigettandosi nella mischia con una credibilità ridotta al lumicino.
Di solito quando la gente vota di pancia, non sta ad ascoltare tanti teoremi economici/finanziari o grafici cartesiani ma va su quello dai pochi concetti chiari, e sarà probabilmente così anche stavolta, anche perché siamo in troppi per finire ad essere in parte corrotti da Caifa per risparmiare la vita a Barabba come ai tempi di Pilato!!
Propongo una risposta a Fausto che pubblica "Lettera aperta agli ignoranti costituzionali", a firma di Lorenza Carlassare.
A mio avviso la domanda "Il presidente può fare valutazioni politiche?", cui fa seguito la risposta "No ...", è mal posta, poiché affronta in termini acritici ed eccessivamente semplicistici un passaggio istituzionale che necessita di una valutazione più profonda e sistemica.
Innanzitutto potrebbe obiettarsi che anche la valutazione circa la "incompatibilità col ruolo, per conflitto dinteressi o indegnità causata, per esempio, da condanne penali, dunque solo per ragioni oggettive" - che secondo l'autrice legittimerebbe il potere di veto del Presidente della Repubblica - presuppone anch'essa uno scrutinio politico (nell'accezione teleologica) o che, quanto meno, produce conseguenze politiche.
Ma tralasciando l'inciso, a mio avviso il perimetro di coerente applicazione dell'art. 92 Cost., e dunque i confini entro i quali è consentito al Capo dello Stato di esercitare il veto sulla designazione proveniente dal Presidente del Consiglio designato, è chiaramente delineato dall'impianto sistemico della Carta Costituzionale.
Il significato e ratio di tale norma, infatti, va ricavata anche alla luce delle altre norme di pari rango.
A tal fine viene in soccorso l'art. 89 Cost., I° comma ("Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità»).
Detto in altri termini, così come un atto del Presidente della Repubblica non è valido se non rechi la controfirma del Presidente del Consiglio dei ministri (art. 89 Cost.), così, per converso, non assume validità l'atto del Presidente del Consiglio dei ministri designato non recepito dal Presidente della Repubblica (art. 92 Cost.): in entrambi i casi la controfirma rappresenta un vero e proprio "veto".
Ciò è espressione del principio di "Separatezza dei poteri" cui ho fatto cenno nel mio precedente post.
Credo che il furbissimo salvini abbia giocato molto di astuzzia ma questo ci sta già penalizzando con un incremento dello spread. Che Savona abbia come ultima istanza l Uscita dalleuro è un fatto noto e poco contestabile. Se volete perdere il 40% di quello che avete la strada giusta è quella. Io non voterò più lega.
Ho riportato solo un "estratto pubblico" dell'intero contributo della Costituzionalista citata, le motivazioni sono ulteriormente esplicate nell'articolo che a tutt'oggi è ancora coperto da copyright, pertanto ne rinvio la lettura direttamente agli organi di stampa che ne detengono il diritto di divulgazione.
Ma il tuo intervento Marco non mi ha convinto a pieno in quanto le "incompatibilità col ruolo, per conflitto dinteressi o indegnità causata, per esempio, da condanne penali, dunque solo per ragioni oggettive" sono oggettivamente valutazioni oggettive e verificabili allo stato dell'arte.
Quindi io oggi posso sapere se il Ministro è: condannato in via definitiva oppure se è ravvisabile una fattispecie di conflitto di interessi (su questo si potrebbe effettivamente aprire una valutazione ma anch'essa oggettiva, cioè basata su normative ben specifiche).
Mattarella si è spinto ben oltre nelle proprie MOTIVAZIONI. Asserisce di essere in grado di prevedere l'evolversi dei mercati e di poterne prevedere l'andamento in rapporto al suo, eventuale, avallo di un ministro piuttosto che di un altro. Mi sembra che siamo su un livello di valutazioni che esulano completamente da un ruolo di GARANZIA ISTITUZIONALE.
Ma non capisco nemmeno il riferimento alla sua capacità di veto. Nessuno l'ha messa in discussione, ed è giusto che vi sia, ma si contestano le motivazioni assolutamente di carattere Politico-Economico-Finanziario da lui espresse.
Avrebbe fatto miglior figura ad ammettere una eventuale antipatia personale, sarebbe stato, quanto meno credibile.
Quindi continuo, salvo che tu non riesca a fornire argomentazioni nel merito delle motivazioni espresse, a ritenere che abbia invaso a piedi pari un terreno di non sua competenza istituzionale.
In soldoni... ha tutto il diritto di mettere un VETO ma non per le motivazioni addotte.
Ciao e grazie per il confronto.
Ps. ovviamente riconosco la tua infinita competenza superiore rispetto alla mia quindi potrebbe essermi sfuggito qualche passaggio.
Dallintervento contorto di Valtaro si capisce una sola cosa ovvero che tu NON sei, NON sei mai stato e per grazia ricevuta NON sarai mai, un elettore della Lega!!!!
Trascrivo qui il testo orginale dell'art. 92 della Costituzione italiana. Perchè credo in molti non l'abbiano letto.
Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.
Ho cercato anche con l'aiuto di un software la parola "veto" e vi garantisco che non l'ho trovata. Può essere che all'epoca della stesura non la conoscessero?
Perché i casi sono due. O la conoscevano e quindi l'hanno scritto così proprio perchè non volevano scrivere "veto"
Oppure non la conoscevano e allora possiamo per il futuro modificare l'articolo in modo che sia più chiaro. Propongo la bozza dell'art. 92 bis (detto agazzillum)
Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri, avendo diritto di veto sugli stessi.
Un abbraccio :)
Claudio Agazzi
Mi rendo conto di inflazionare questo blog con le mie riflessioni, ma mi appassiona il tema e ne approfitto usando questa preziosa occasione di confronto (a tal riguardo ringrazio Gigi per l'ospitalità che ci riserva su Esvaso).
Quanto alla osservazioni di Fausto:
Intanto apprezzo il tono dei tuoi interventi, sempre aperto al confronto, mai portatore di verità assolute.
Spero che anche le mie osservazioni vengano colte su queste corde, poiché è solo il dubbio (soprattutto nelle proprie idee) che ci spinge a nuove conoscenze e conquiste ...
Per tornare al tema, quello che tentavo di esporre è che la nomina dei ministri da parte del Presidente della Repubblica scaturisce da un "atto complesso", appunto previsto dall'art. 92 Cost..
E' la dottrina amministrativa e pubblicistica che conia la definizione di "atto complesso" come un processo che si perfeziona attraverso la formazione di distinte ed "autonome" decisioni provenienti da soggetti diversi; proprio in tale "autonomia" risiede la formazione della distinta valutazione di ciascuno soggetto coinvolto che, se negativa, assume le sembianze di un "veto".
Se usiamo questo paradigma in sede applicativa dell'art. 92 Cost., ne consegue - a mio avviso - che la "nomina" dei ministri da parte del Presidente della Repubblica e la loro "proposta" da parte del Presidente del consiglio dei ministri è chiara espressione di un "atto complesso", appunto nel senso che la valutazione (autonoma) dell'uno deve incontrare l'adesione (autonoma) dell'altro.
Il che significa che nessuna delle due valutazioni implica un atto dovuto dell'altra.
Quanto alle osservazioni di Claudio:
La tua "trascrizione" dell'art. 92 della Costituzione è ineccepibile, come è innegabile che in tale precetto, come in altri, non sia previsto il termine "veto".
Ora, però, ti rivolgo alcune domande: - quando la costituzionalista citata da Fausto richiama la legittimità del "veto" del Presidente della Repubblica solo in casi circoscritti, dove ella rinviene il termine "veto", in effetti non presente in questa norma? - quando la giurisprudenza disciplina i rapporti tra coppie non legale dal vincolo matrimoniale, affermando diritti in virtù del rapporto c.d. "more uxorio", dove attinte questa terminologia, in effetti sconosciuta nell'ordinamento giuridico? - quando, ancora, la giurisprudenza afferma la responsabilità medica per i danni subiti da un paziente in forza di un "contratto sociale" intercorso con la struttura sanitaria, in quale norma è richiamato il termine "contratto sociale"?
A queste domande, come ad una miriade di altre, rispondo che nessuna norma definisce i rapporti "more uxorio", il "contratto sociale", così come - giustamente hai osservato - nessuna norma costituzionale (nemmeno l'art. 92 Cost.) prevede il diritto di "veto" del Presidente della Repubblica.
Queste terminologie sono frutto di elaborazione dottrinale o giurisprudenziale o, se preferisci, discendono dalla necessità di spiegare il significato di una norma "non scritta", ma pure esistente del c.d. "diritto vivente".
Esse servono per colmare vuoti normativi o per "interpretare" concetti di portata generale che devono rispondere ad assicurare giustizia al sistema ordinamentale.
Mi scuso ancora per la pedanteria ...
Ciao Fabio
Non sono così dotto per continuare ad essere un elettore dellanno lega.
Per capire cosa vogliono fare salvini e Savona basta questo.
http://m.iltirreno.gelocal.it/video/politica/governo-quando-salvini-diceva--se-vinciamo-usciremo-dall-euro-non-serve-un-referendum/103518/105107
Buona visione
Invece, Marco, credo che sia importante, anzi FONDAMENTALE, che le persone capiscano che dai testi e dalla punteggiatura si sviluppa quella che noi definiamo vita reale.
E' giunto il tempo che si approfondiscano queste conoscenze, come hai fatto nella presentazione per il ricorso per il punto nascita, proprio per riavvicinare le persone a quelle azioni di senso civico consapevole (incluse le scelte elettorali).
Abbiamo, come cittadini, lasciato che venisse concesso troppo spazio all'anarchia normativa e questa ha provocato danni e sviluppi economici devastanti (anche cose buone questo è vero...) e lo abbiamo lasciato fare per inedia.
Affrontare questi temi ed approfondirli non può far altro che portare ad un miglioramento del sistema giuridico perchè i VUOTI normativi vengono spesso strumentalizzati a fini politici.
Quindi ci saremmo potuti trovare di fronte ad un Governo lecitamente eletto che poteva entrare in campo e compiere quelle doverose riforme che il paese aspetta da lustri.
Ora sappiamo, invece, che la Repubblica Parlamentare, in cui credevamo di vivere è, di fatto, una Repubblica Presidenziale in cui un Presidente, nominato da una precedente corrente politica, può intervenire e porre dei VETI di natura POLITICA, alla nascita di nuovi Governi.
Quindi ben vengano confronti nel merito legislativo perchè sono certo che solo modificando le leggi si possano modificare i modi di esistere. Perchè le leggi determinano i limiti ed i limiti determinano le scelte.
Resta il fatto che nel merito delle MOTIVAZIONI addotte da Mattarella non mi hai ancora convinto :) perchè non mi hai ancora spiegato la motivazione per la quale si sia arrogato il diritto di fare previsioni (di natura soggettiva) Economico-Finanziarie. E sulla scorta di tali previsioni (assolutamente arbitrarie e di fatto immotivate) abbia bocciato la presentazione di un Candidato Ministro che aveva tutte le qualità e le caratteristiche per ricoprire il ruolo per il quale era proposto.
Ti vorrei ricordare solo alcuni Ministri della Precedente legislatura : Fedeli, Lorenzin, Boschi (lei si che ci ha pensato ai risparmi degli Italiani..). Oggettivamente non mi sembrano dei luminari eppure non ha apposto alcun veto a tali nomine.
Quindi, a mio modo di vedere, in una Repubblica Parlamentare, il ruolo di garanzia Istituzionale del Presidente della Repubblica deve essere limitato alla valutazione di elementi oggettivi e comprovabili al momento della nomina.
Invece l'Italia ha perso un Governo per una "bizza" del Presidente, supponendo che abbia fatto tutto in buona fede, ovviamente.
Grazie ancora
Ciao Fausto,
la mia replica aveva natura squisitamente tecnica circa la possibilità, da parte del Presidente della Repubblica, di porre il veto.
Altro conto, invece, è sindacare l'opportunità di farlo.
Rispetto a questo aspetto è ovvio che ognuno di noi può maturare valutazioni assai differenti, condizionate anche dal proprio orientamento politico.
Quanto ai vuoti normativi, è assai arduo (direi impossibile) colmarli, poiché ciò significherebbe legiferare all'impazzata, il che comporterebbe da un lato un effetto contrario a quanto viene ripetutamente richiesto (semplificazione legislativa e amministrativa) e dall'altra aumentare i conflitti tra norme, con ulteriori problemi applicativi e interpretativi (così ottenendo un effetto contrario allo scopo).
Hai ragione, infatti io mi riferivo, ovviamente, a quei vuoti normativi di fondamentale importanza come nel caso in oggetto.
Quando, infatti dici "Rispetto a questo aspetto è ovvio che ognuno di noi può maturare valutazioni assai differenti, condizionate anche dal proprio orientamento politico." ti riferisci alla valutazione che ognuno di noi può avere.
Ma la valutazione del Presidente di una Repubblica deve avere un valore istituzionale e di garanzia istituzionale, pertanto LUI avrebbe dovuto esimersi dall'esprimere valutazioni condizionate dal proprio orientamento politico.
Nella sua motivazione espressamente richiama espressamente, e fuori luogo, l'Art. 47 della Costituzione erigendosi al pari di un indovino rispetto alle conseguenze derivanti dalla nomina di Savona. Non esiste alcun dato certo ed oggettivo che supporti le sue motivazioni. Nessuno. Quindi, a mio modo di vedere, ha esercitato un abuso nell'esercizio della sua carica. E ti parlo a livello di valutazione super partes perchè lo sosterrei anche se ci fosse stato un partito a me non gradito a subire tale ingerenza.
E' il Presidente della Repubblica ma non è esente da errori, per questo motivo ritengo che sarebbe corretta un'azione nei confronti del suo operato. Azione utile anche a creare un precedente e cristallizzare definitivamente cosa può o non può fare il Presidente di una Repubblica Parlamentare.
Secondo me è ora che si inizio a fare le cose a modo e domani è sempre troppo tardi.
Tra l'altro, se mi posso permettere, uno dei capisaldi dell'operato del Governo Conte sarebbe stato proprio sulla semplificazione legislativa, come dici tu.
... e mi rimane solo un commento dopo di che ho finito tutta la mia comprensione verso l'essere umano.
SAVONA, ESCLUSO A CAUSA DELLE SUE POSIZIONI ANTI EUROPEE AGLI AFFARI EUROPEI.....!!!!!!!!!!!
Tutto ciò... senza "Veto".
:-(
Non ricordo chi nei giorni scorsi ha detto che in mancanza dell'Italia ai Mondiali di calcio ci siamo trasformati da popolo di ct a uno di costituzionalisti. Questo nostro appassionato dibattito lo conferma...
Ciao Marco
Non era una risposta al tuo scritto in particolare Marco. Ovviamente non sono attrezzato per scendere sul campo squisitamente tecnico.
Volevo solo far notare, ma anche tu l'hai fatto, che non è così palese che ci sia scritto "veto". Se avessero voluto inserirlo in Costituzione l'avrebbero scritto direttamente.
Un veto così secco come invece c'è stato credo non sia nelle corde della nostra costituzione.
Infine sono convinto che non sia tra le prerogative del Presidente della Repubblica quello di fare politica e invece con le dichiarazioni dopo la rottura della prima proposta di governo Mattarella ha fatto chiara attività politica.
Ma va beh. Ormai c'è un governo o quasi e quindi vediamo cosa faranno. Come sempre e come per tutti personalmente aspetto tre mesi e poi mi creo le mie convinzini.
Grazie
Ciao
Claudio
Per metterla in battuta, credo che ormai dovreste mettere un "veto" anche ai miei commenti, ormai inflazionati sul tema.
Concordo quindi con Azzeccagarbugli, anche se usa uno pseudonimo che si addice proprio a un costituzionalista ...
Saluti a tutti e buon Governo!
EVVIVA IL NUOVO GOVERNO DEL POPOLO ITALIANO!
Buon lavoro, "ragazzi"! E che ora l'entusiasmo infervori gli animi e l'azione, e spiri gagliardo il vento del cambiamento, DA NORD (a sud...)!
P.S.: è stato spassoso vedere la Gruber e Floris seguire in diretta questa novità di portata storica, e commentarla con la solita supponenza -ma con gli occhi gonfi di isteria- dicendoci che "il vero vincitore di questi 89 giorni di crisi" è... indovinate un po'? ma ovviamente il presidente Mattarella!!!
Complimenti, davvero degli ottimi illusionisti; ora però consiglio esercizi respiratorii! :)
A questo punto, fatto il governo, mi viene spontanea una domanda: "riusciranno a farcela i nostri eroi?".
Io penso di no. Mi immagino, in termini allegorici, che a un medico sia affidato un paziente novantenne, pieno di acciacchi e patologie e da lui si pretenda che venga rimesso prontamente in piedi.
L'Italia è il secondo paese al mondo per indice di vecchiaia.
E' tra i piu' indebitati del pianeta.
Non ha materie prime ed ha una economia sostanzialmente vocata alla trasformazione.
Ha una agricoltura massacrata da decenni di politiche miopi, basate sulla riconversione intensiva dello sfruttamento dei suoli, grazie alla meccanizzazione spinta. Col risultato di avere uno dei piu' elevati tassi europei di desertificazione e inaridimento. Per tacere del consumo di suolo dovuto alla cementificazione.
Tre quinti del territorio sono spopolati e il saldo naturale, tranne che per qualche anno è negativo dal 1951.
Il Kilowatt/ora in Italia costa, alla produzione, tre volte quanto costa in Francia e Germania.
Il sistema logistico è penoso ed essenzialmente vincolato al trasporto su gomma.
Il sistema fiscale è insopportabile, anche per via della altrettanto insopportabile evasione fiscale.
Il tasso di litigiosità è tra i piu' elevati d'Europa. Per cui i ritardi nella celebrazione dei processi si accumula.
Questi guasti non sono recenti e trovo perlomeno sciocco attribuire le responsabilità dei malfunzionamenti a partiti di recente formazione.
Un giudizio piu' equilibrato, ci porta inevitabilmente ai tempi dell'Unità e a valutare come lo sviluppo dell'economia sia stato difforme dal punto di vista territoriale ed inadeguato.
L'Italia non ha mai avuto un capitalismo vero, come nei paesi riformati. Ha avuto uno sviluppo misto, tra capitale privato e pesante presenza pubblica, con esiti spesso devastanti ( la Prima Guerra Mondiale è stata voluta per salvare ILVA, FIAT e ANSALDO, visto l'enorme debito accumulato e la chiusura dei mercati, successiva alla crisi del 1907) e fallimentari.
L'industrializzazione, voluta da Giolitti nel tardo '800 è nata morta. Non si può essere senza carbone ai tempi del vapore!
Così come non si possono impiantare colossi siderurgici da ciclo continuo, quando non hai minerali di ferro e carbone coke per alimentare gli altoforni.
Ventisette milioni di emigrati in un secolo hanno lasciato cicatrici profonde e fatto dell'Italia un paese coi fondamentali disastrati e perennemente in affanno.
E in questo quadro che il governo "giallo-verde" si mette al lavoro.
A me ricorda gli entusiasmi della base comunista, negli anni '70, dopo la grande avanzata del PCI del 1976.
Anche allora gli slogan erano del tipo: "il PCI cambierà questa sporca società", oppure: "Il PCI ha le mani pulite". Ma quello che ne è seguito (incluso lo stragismo e il brigatismo rosso, il rapimento e uccisione di Moro), hanno dimostrato quanto sia difficile, se non impossibile, incidere su di un tessuto politico-economico e sociale fortemente compromesso e dai fondamentali malati.
Formulo i migliori auguri a questo governo, ma so per certo che, tra tre mesi, prevarrà la delusione.
Quello stesso popolo che domani a Roma festeggerà in piazza, punterà il dito verso i "nuovi padroni", la nuova casta, perchè non sarà stata capace di mantenere le promesse.
Del resto, basta un minimo di analisi per rendersi conto di come non ci siano le condizioni per invertire la tendenza di un processo degenere, oramai incontrovertibile.
Peraltro, l'ipotesi di rilanciare il Paese, sostanzialmente aumentando il debito, non può che peggiorare la situazione generale ed avvicinare il momento del default.
Io resto del parere che solo una sana Decrescita (felice), con tutte le conseguenze del caso, in termini di radicale cambiamento del modo di produrre, consumare, vivere, possa salvarci.
Ma mi rendo conto che questa è solo una voce nel deserto, avversata e derisa.
Grandissimo Marco Moglia, e ripeto grandissimo perché come Avvocato sei incontestabile ma qui a me non hai convinto per niente, anche se valgo per una persona, quindi valgo poco e niente!!
Ti spiego perchè:
1) Converrai con me che la Costituzione Italiana è fatta di 139 Articoli da leggere in maniera armonica e non staccati uno rispetto all'altro!!
2) La nostra forma governativa è di tipo Repubblica Parlamentare.
3) I poteri del Parlamento possono essere limitati SOLO dalla Costituzione che ne prevede l'istituzione infatti "La sovranità appartiene al Popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Questo Popolo però non può quindi indire un referendum per trasformare la Repubblica in Monarchia o variare la Repubblica Parlamentare in Repubblica Presidenziale......perché lo dice la Costituzione!!
4) Il "veto" su Savona è incostituzionale? SI...... Quando Napolitano aveva posto il veto la legge elettorale aveva di fatto modificato la Costituzione e Napolitano stesso aveva proposto una modifica con deroga all'art. 138 che definisce le modalità di revisione costituzionale.........allora era stata una situazione incredibile se ci pensiamo bene con il M5S che era salito sui tetti istituzionali!!!
Proprio nel varo del Porcellum incostituzionale ci fu tra l'altro una modifica al codice penale del Governo Berlusconi.
5) Se siamo in una Repubblica Parlamentare la fiducia al Governo la deve dare il Parlamento e non il Presidente della Repubblica o.....lo spread......ma soprattutto il diniego espresso a un ministro da parte di Mattarella non è una motivazione accettabile come magari poteva essere stata quella di Scalfaro su Previti nell'allora Governo di Berlusconi.
6) Il Presidente della Repubblica ha un margine ristretto di discrezionalità nella scelta del Presidente del Consiglio mentre non ne ha alcuna nella scelta dei ministri formalmente demandata al Presidente del Consiglio.............appunto perché poi il Presidente del Consiglio ne risponde al Parlamento.......a meno che non siamo in una Repubblica Presidenziale..... e quindi sarebbe poi da aggiungere un nuovo Articolo alla Costituzione ma mi sa che la procedura sarebbe un pò troppo lunga e complessa!!!
7) Stranamente ora tutti gli attori protagonisti sono tornati sui loro passi, forse perché tutti compreso Mattarella......hanno avuto parecchi dubbi sulle decisioni prese nei giorni precedenti??
Sia chiaro che Mattarella rimane una persona rispettabile perché ha rinunciato davvero a tutti i privilegi della Sua carica attuale e ridotto lo stipendio sotto i 240 mila Euro quindi è stato già più di parola di tutti i suoi predecessori!!
Qui Marco mi sembri molto l'Avvocato del Diavolo perché sei abituato a difendere anche casi difficili!!
Rispondo a Ruggero.
E' vero, talvolta si patrocinano cause impegnative e apparentemente prive di sbocchi favorevoli (in verità le più entusiasmanti), ma in questo caso sposo una tesi in cui credo.
E' una valutazione mia che ho affidato a questo blog, senza la pretesa d'essere intesa come un parere "pro veritate".
Le motivazioni poggiano su passaggi talmente tecnici che non mi azzardo ad affrontarli in questa sede, altrimenti Azzeccagarbugli mi accusa di millantare il titolo di costituzionalista che, in effetti, non possiedo.
Sarebbe interessante una serata a tema con veri esperti del settore, in tal modo potremmo attingere nuove conoscenze per rinvigorire o mutare l'originaria opinione e, chissà, magari anch'io, più illuminato, potrei censurare quel "veto".
In ogni caso, grazie per il piacevole confronto.
Nessuna accusa o rimprovero: tengo a precisare che la mia era solo una battuta (o se vogliamo, una piacevole constatazione). Non sono della provincia di Parma, dunque non ero al corrente che Marco Moglia fosse un avvocato. L'avessi saputo, per evitare equivoci, avrei usato un altro nickname...
Per Azzeccarbugli: nessun equivoco, anche i miei riferimenti ai tuoi messaggi avevano un tenore scherzoso. Al prossimo post ... spero con lo stesso il nickname
È vero: le premesse per una buona riuscita del nuovo governo non sono incoraggianti...e si, per avere un cambiamento radicale della situazione in Italia si dovrebbe radicalmente cambiare la mentalità degli italiani che come tanti altri aspetti rientra nella nostra cultura: "le cose vanno male ma io non ci posso fare niente...e tanto non cambierà mai niente". Eh NO!!! Se la strada da intraprendere è difficile non vuol dire sia impossibile! Lasciamo che almeno il nostro nuovo e tanto atteso governo ci provi incoraggiandolo e non prevedendo già il suo funerale politico! Dott. Uboldi mi lasci la speranza, altrimenti in questo clima di pessimismo cosmico non hanno senso nemmeno altre "battaglie perse" che lei e altri che ammiro e stimo mi incitano a continuare a sostenere, e a "crederci"... e io nonostante tutto provo a farlo ancora e sempre. Grazie.