Jube domine benedicere

La tradizionale benedizione della case nel periodo pasquale è vissuta con evidente trasporto
Oggi pomeriggio nella mia contrada c'era uno strano fermento, insolito sia per l'ora che per l'apparente mancanza di causa, normalmente c'è calma piatta (ad esclusione di qualche sabato notte). Ad ogni finestra c'era una donna affacciata al davanzale che, con sguardo accorto, scrutava la via un pò a destra e un pò a sinistra; altre erano sulla soglia d'ingresso e alcune ne approfittavano per dare un'ultima "lustrata" al portone; un paio erano invece intente a scopare frettolosamente strada e marciapiede.

Sono salito in casa e anch'io mi sono affacciato alla finestra, ero veramente curioso di capire cosa stesse accadendo. Subito dopo sento la Ida che chiede alla sua dirimpettaia:
- Carla, sai qualcosa, l'hai visto?
- No, eppure sono le quattro e ancora non si vede.
Poi dal fondo della via sento altre voci femminili che si scambiano pareri:
- Eh Anna... domenica ha detto che sarebbe passato oggi?
- Sì sì ha detto che veniva oggi... mà, ne capissu...
- Io mi ricordo che l'anno scorso è passato subito dopo pranzo
- E' vero ehh Caterina? sì, io gli ho fatto anche il caffè.
- Io invece gli avevo fatto la torta di patate, aveva finito tardi e si era fermato a cena.

Passati dieci minuti, dal portico laggiù in fondo, è sbucato Don Giovanni con al fianco due chierichetti... Così mi sono detto: "Oggi è il giorno che passa il prete a benedire le case, come ho fatto a non capirlo subito".


9 Commenti
  1. scarpe diem

    GG, che momento importante hai descritto per la vita di un paese, in città tutto questo si è perso, o forse non c'è mai stato...è bella e semplice questa descrizione, genuina. Grazie sempre per la tua semplicità così vera.

  2. Peonia

    leggere questo post mi ha fatto sorridere...mi sembrava quasi di vedere una caricatura, un fumetto: tutte le donne di paese che trepidano nell'attesa del don. che bella scena! qui in città purtroppo sembra quasi una seccatura aspettare il prete per la benedizione! ma si sà, siamo due realtà distanti...

  3. Betty

    averte ragione scarpediem e peonia.... sono quelle piccole cose del paese che noi "gente di città" non possiamo fare altro che sognarle o ricordarle a malincuore

  4. J&B

    lasciatemi dire qual'è un'altra grande differenza tra il piccolo paese e la nostra città? oltre che a mantenere vive le tradizioni si puà ancora sorridere........

  5. lauretta

    Tutte le tradizioni che gravitano intorno alla comunità di un piccolo centro sono ancora oggi osservate accuratamente come un tempo. E' bello attenersi a tutti gli aspetti religiosi che i nostri genitori e nonni ci hanno insegnato, seguendo queste indicazioni si è un tuttuno con la comunità e ci si sente più al sicuro.

  6. ANGEL GIRL

    PENSATE KE I MIEI NON LO FANNO NEANKE ENTRARE IN CASA..... BY A.G. ;)

  7. Pia

    Sapete, qui a Bedonia è ancora viva la tradizione del Mese di Maggio. Ci sono ancora le persone che alle 8 di sera si trovano davanti a cappelle e maestà a recitare il Santo Rosario. Per i miei nonni e la mia famiglia è ancora un momento religioso moltyo importante.

  8. Vita

    Questo spaccato di vita quotidiana ha un sapore antico e, per questo, nostalgico. Mi ricorda la mia infanzia in paese, la mia nonna, il rosario delle sere di Maggio, le volte che non andavo con lei se non al termine della funzione in chiesa, soltanto per "riprenderla" e riaccompagnarla a casa...belle cose, tutte perdute, assieme alle persone tanto care e amate.
    Ma sono ricordi non dolorosi. Dolci, ecco.
    Un bacio, V.

  9. meri g.

    Anch'io non ho fatto entrare il prete, perchè mi sono rotta di sentire le solite frasi e non riscontrare poi compartamenti a loro adeguate.

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