Una cartolina dall'alta Val Taro e Val Ceno
Il libro di Giuliano Mortali di cartoline di Bedonia Compiano e Tornolo
Le cartoline ci raccontano anche la storia dei primi fotografi che per passione hanno documentato i nostri paesaggi: dapprima Giuseppe Calestini, con studio a Borgotaro, che ha stampato le vedute non solo dei centri maggiori, ma anche delle piccole frazioni. La sua opera è stata continuata poi dal genero Manzotti e successivamente dal nipote Pino Battoglia, con la sua “Foto Myrialux”. Un bravissimo fotografo dei primi anni del ‘900 è stato anche un certo Restani, forse originario di Isola di Compiano, che ha stampato bellissime cartoline fotografiche di Isola e dintorni. Di lui non si hanno notizie certe, si sa solo che operava a Pisa. È stata così colmata una lacuna: ormai tutti i paesi della provincia hanno realizzato il loro libro delle cartoline antiche, mancavano all’appello soltanto i nostri tre Comuni.
Il libro è composto da 160 pagine, con oltre 310 cartoline di riproduzioni paesaggistiche e di antichi annulli postali. 82 pagine sono dedicate a Bedonia, alle sue frazioni, al Seminario e al Santuario; 17 pagine a Compiano e frazioni; 24 pagine al comune di Tornolo con Santa Maria del Taro, Tarsogno, Casale e Pontestrambo; 14 ai monti che fanno da corolla all’alta valle del Taro e 23 ad argomenti diversi, tra i quali i girovaghi, gli emigrati, le grandi manifestazioni svoltesi nella vallata e gli annulli postali antichi dei nostri paesi.
La presentazione è avvenuta sabato 5 giugno, nella sala delle conferenze del Seminario di Bedonia e sono interventi il Prof. Corrado Truffelli, Presidente del Centro Studi Cardinal Casaroli, il Maestro Renato Cattaneo, Presidente del Centro Sociale Ricreativo bedoniese, il Sindaco di Bedonia Sergio Squeri e l’editore del volume Roberto Verdelli.
A dar “man forte” al reperimento delle cartoline hanno collaborato Bruno Cavalli, Carlo Cavalli, Luigi Battoglia, Mons. Renato Costa, Carlo Ferrari, Mauro Mallero, Cesare Granelli, Piero Mantegari, Fausto Moglia, Don Duilio Schiavetta, mentre per le notizie aggiunte al testo l’autore si è avvalso della memoria storica di Giannino Agazzi.