Nel cuore del film Novecento
Una visita a le "Piacentine" di Roncole di Busseto, set del famoso film di Bernardo Bertolucci
In una giornata di quasi autunno, con le foglie giallastre a far da contorno, i campi arati di fresco, ancora solcati da un andirivieni di laboriosi trattori, perfettamente integrata nella campagna piatta, fertile e inconfondibile della “Bassa”, si staglia maestosa la Corte delle Piacentine: un complesso architettonico e di rara bellezza, costruito nei primi anni dell’800 dal Principe Cremonese Giovanni Vidoni de’ Soresina.
Purtroppo non ho un appuntamento per visitarla internamente, quindi mi accontento di ammirarla dall’esterno, anche se riesco ugualmente a coglierne tutto il suo incanto. La prima cosa a cui penso, passeggiando rumorosamente su quella strada ghiaiata, è che quei miei stessi passi erano stati preceduti da quelli di grandi star del cinema internazionale. È veramente incredibile considerare che tra il 1975 il 1976, tra l’alternarsi delle quattro stagioni, appoggiati a quei muri, oltre quelle porte, affacciati alle finestre, c’erano gli attori Burt Lancaster, Gérard Depardieu, Robert De Niro, Donald Sutherland, Sterling Hayden, ma anche le attrici Dominique Sanda, Stefania Sandrelli, Laura Betti o Alida Valli.
Inevitabile anche pensare che, una produzione così, con un simile cast impiegato per dodici mesi di riprese, oggi sarebbe economicamente insostenibile (già allora costò 4 miliardi di Lire).
Se pur con lo sguardo infilato tra le sbarre dei cancelli è possibile percepire e respirare quell’aria che regnava nei dodici mesi di riprese, ma anche immaginare la vita che realmente si svolgeva in quegli anni sotto ai porticati, al centro della piazza, dentro a quelle porzioni di case abitate dalle famiglie dei mezzadri, così come aleggiavano i rumori creati dal lavoro degli uomini, gli immancabili schiamazzi dei tanti bambini e la certa solidarietà tra le donne di casa, in pratica la rappresentazione di quel “Piccolo mondo antico” raccontato da Giovannino Guareschi.
Passa un altro trattore, la signora alla guida mi nota e si ferma: “Ha visto che bella, è un ospite del B&B?”. Rispondo che ero lì per semplice curiosità, così, con una mano sul volante e l’altra ad indicarmi le varie parti del complesso, s’improvvisa cicerone riferendomi cosa rappresentava quella tenuta agricola fino agli anni sessanta, poi dell’abbandono e successivamente dei lavori di restauro per mano di Lusardi, l’attuale proprietario, fino alla trasformazione in struttura ricettiva, la “Corte degli Angeli” appunto. “Quando può ritorni, vale la pena visitarla anche internamente, basta prenotare” … dopodiché riaccende il motore, la ringrazio e ci salutiamo.
Ora ho un solo rimpianto, non poter parlare di questo sopralluogo con Arturo Curà, mi avrebbe sicuramente aggiunto altri particolari sul girato, sulle comparse o di quelle "micidiali" inquadrature, magari svelategli proprio da "Bernardo", come lo chiamava lui.
Questa visita, se pur estemporanea, l’ho colta ugualmente in tutte le sue sfumature anche grazie alla recente visione del docufilm “Il tempo lungo”, per la regia di Andrea Canepari, un cortometraggio nato per rendere omaggio al cinema di Bertolucci e celebrare i quarant’anni dall’uscita di “Novecento” (disponibile su Chili).
Una curiosità: in questo suo ultimo lavoro “Il tempo lungo”, tra gli attori, ci sono anche i “nostri” Giovanni Galluzzi e Mauro Mozzani, una collaborazione amichevole e continuativa visto che tutti e tre avevano già lavorato insieme in “Viola”, il cortometraggio girato a Borgotaro e dedicato al reparto “Hospice”.
Link: La Corte degli Angeli Il fim "Viola"
Novecento è uno dei miei film che porto nel cuore. Forse perché narra della mia terra nativa, che spesso "rispolvero" con orgoglio italiano (vivo all'estero), forse perché è la storia dei nostri nonni, delle lotte di classe tra fittavoli e padroni in tempo di guerre, o semplicemente perché è un bel film da riguardare e riguardare. Ennio Morricone ha poi aggiunto la poesia delle note alla poesia delle immagini di Vittorio Storaro.
Roncole di Busseto è anche molto altro. In questo piccolo lembo di terra "bassa", a pochi passi dal fiume Po, non c’è solo il luogo prescelto da Bertolucci per il suo film Novecento, ma la casa natale del maestro Giuseppe Verdi e la casa dove visse l'ideatore di "Don Camillo e Peppone" Giovannino Guareschi, oltre al museo-archivio a lui intitolato. Perdonate la svista, non dimenticate un piatto di tortelli se passate da questa nostra "ricca" terra.