I quadri di Arturo Curà

Innanzitutto è un amico. Ma è anche musicista, regista, scrittore, pittore. Inizierò a parlare di lui da quest'ultima sua passione.
Arturo Curà, bedoniese di lunga data, conosciuto ed apprezzato per le sue molteplici sfaccettature artistiche, è ritornato ad esporre le sue opere dopo un 'break' durato 25 anni, l'ultima volta era avvenuta a Bedonia nelle sale dell'ormai rimpianto Albergo Biolzi.

Entrando nella sua esposizione, allestita presso il 'Museo delle Mura' di Borgotaro, l'impatto iniziale è quello di entrare dentro ad un luogo asettico, la tipica ambientazione delle gallerie d'arte moderna: il silenzio poi un adagio di Barber, i muri bianchi, le lampade dalla luce incolore, il pavimento in pietra grigia. Tuttavia bastano pochi passi per essere subito travolti da un'armonia di colori a tinte forti e da una serie di volti, in gran parte segnati da un'espressione di dolore, che 'narrano' la Gerusalemme dell'anno 33: Gesù, la croce, il Sinedrio, Pilato, l'orto degli ulivi, Giuda, il Calvario.

E' infatti la passione di Cristo il tema dominante di queste sue opere, ovvero le sofferenze dell'umanità, da qui l'intitolazione della mostra 'Passioni'. Scorrendo tra gli ottanta dipinti esposti si possono notare varie tecniche di lavoro: pittura ad olio, disegni a china, acquarelli su carta, ed anche i materiali impiegati vanno oltre alla classica tela, si possono vedere rappresentazioni anche su legno e tessuto.
Accade raramente di provare un sentimento improvviso, come di sorpreso stupore, di fronte ai difficili tentativi di un artista di esternare i mali della natura umana tramite la pittura. Il messaggio di Arturo diventa subito chiaro, bastano pochi quadri a far capire la vera sostanza delle sue opere, è infatti inevitabile fermarsi a pensare davanti a quel susseguirsi di rappresentazioni di un Cristo morente, una suggestione forte che lascia intendere con quanta passione voglia trasferire a noi visitatori la sua inquietudine.

Lascio Arturo nello stesso modo con cui mi ha accolto: sigaretta in mano e sorriso cordiale. Mi lascio alle spalle una personale di pittura autentica, indubbiamente coraggiosa e al tempo stesso inquietante, una visione di 'passioni' vere, viste per la strada, ascoltate in un telegiornale, colte in un qualsiasi angolo del mondo.
Esco. Ad accogliermi sulla porta una leggera brezza autunnale.


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