Il caffè della nonna
Dopo trentasei anni la "napoletana" è tornata sul fuoco a fare il suo dovere: il caffè
È vero, sono passati trentasei anni, avrei potuto farlo prima, ma ogni occasione ha il suo momento, e sabato era quello giusto. L’attesa non è essa stessa il piacere?
Il Paulista (o lo Splendid) di allora l’ho ovviamente rimpiazzato con l’Illy e pure la macinatura dei grani è venuta meno, anche se qualche giro di manovella l’ho dato ugualmente, tanto da sentire il rumore degli ingranaggi rimettersi in moto. Tre bolliture a “vuoto”, una di sola acqua e due con il caffè, e poi la caffettiera era pronta per la quarta, quella buona… … …
“Al caffè ai tempi delle cialde” non ho mai ceduto, alla comodità ho sempre preferito il tempo che serve e con lui le sue regole. Mi piace il rito della preparazione della Moka: aprire il vaso del caffè, sentirne l’aroma e colmare il filtro; poi qualche minuto d’attesa, fino al fumo che esce dal beccuccio, seguito dal brontolio e dal profumo che aleggia nella cucina. Un rituale che fa parte di quel “piacere” che ci ripeteva Manfredi: “Il caffè è un piacere: se non è buono, che piacere è?”.
Non so se sarà stato il troppo caffè che ho bevuto o l’emozione del momento, fatto è che il cuore batteva, ma al di là della causa, sono però convinto che quella tazzina era inequivocabilmente legata a dei ricordi, a emozioni in grado di trasportare attimi ben definiti. Si dice che la memoria olfattiva sia l’unica a restare inalterata, tant’è che faccio fatica a dimenticare certi odori, specialmente quelli che racchiudono momenti legati al passato, ma non solo, un buon profumo ha anche il potere di rievocare, nonostante il passare del tempo, un episodio, un rumore, una voce, un viso.
Gigi, Gigi...... I ricordi.... è la mia parola d'ordine.... Lo fai apposta?
Si dice che una persona fino a che rimane nei ricordi di qualcuno non sparisce mai.... e allora sono tutti qui vicino a noi...
La prima cosa che facevo quando aprivo gli occhi quando mi svegliavo, era il rendermi conto che ero felice. Era una sensazione bellissima... specialmente in inverno, quando non c'era l'esigenza di alzarmi per aiutare la mamma o la nonna.... Mi crogiolavo sotto la 'straponta' che aveva mantenuto il tepore della 'fogarina' dentro il 'prete' e ascoltavo il rumore del silenzio...
Poi 'arrivavano' i rumori dei tarli sul legno, i ritardatari scricchiolii dei passi sul solaio, i bisticci dei passerotti, il trafficare della mamma che già cucinava, la legna che scoppiettava e dalle fessure filtrava l'odore del caffè latte...
Sulla stufa tra le 'cassaròre' e il ferro da stiro in ferro, stavano sempre diverse caffettiere di varie misure, sempre pronte, sempre piene...
Sono passati tanti anni, ma l'odore dei fiumi di caffè che ho sempre sentito non mi ha convertito mai, ma è diventato una costante nella mia vita: lo bevo a tutte le ore, in qualsiasi posto o con chiunque me lo proponga o me lo offra come il Gigi e il Remo... ed io lo offro a chiunque passi davanti la mia finestra a Scopolo ....Per amicizia, per ricordo e per.....
Quando ero piccola e trascorrevo le vacanze estive in Italia, mia nonna Alice mi faceva macinare i chicchi con il macinino appeso al muro, al quale arrivavo a malapena. Cinque o sei giri e poi lei veniva a controllare se bastavano. Bellissimi ricordi indissolubilmente legati al passato e alle persone care.. è bastato un caffè per riportarmi indietro nel tempo. Grazie!
Il barattolo del paulista! Quanti ricordi!!!!! E quanto usi: porta caffè, porta bottoni spaiati, porta cerniere
La caffettiera napoletana è circondata da unaura antica da farla sembrare un oggetto magico. Il mio è ricordo che si apre con il caffè di Pessola, lo ricordo non solo perché è un gesto impresso dentro di me o perché bevuto puntuale alla fine del pranzo, ma perché i nonni avevano un modo tutto loro per di prepararlo e renderlo speciale. Un ricordo della vita che va avanti ancora oggi, una tradizione passata dai nonni alla nipote.
Un buon caffè è sempre un piacere. Risulta sempre un ottimo pretesto per fare due chiacchiere in amicizia, oppure per starsene da soli a guardare attraverso i vetri o altrimenti per sgombrare la mente da tutto e tutti, eccetto i momenti del cuore. Grazie GG di questaltra bella storia
Che meraviglia il caffè della napoletana o della Moka ! ...il rito del caffè appunto.
A Liveglia ho una vecchia napoletana oltre a tre o quattro moka a grandezza differenti.
Sempre pronta ad offrire il mio caffè se passate, meglio se in estate...
Grazie Gigi!!!
''Tu pii u caffe con mi'' ?. Questa e' una domanda classica che ci facciamo noi amiche di Scopolo quando ci troviamo ...di solito d'estate anche all'aperto ..davanti alla nostra casa o nel cortile, ed e' il modo per stare insieme e fare quattro chiacchiere... Ovviamente nessuno dice di no ...pena .... il mancato saluto perenne...
Il caffe anche a me rievoca tantissimi ricordi.
Da piccola la mia nonna Giovannina dei Pilati me lo faceva con l'orzo.. perche ai bambini faceva male... ma verso i 12 anni mi diceva ''adesu su femma de qullu bon..'' voleva dire il caffe Paulista con la moka Bialetti. Il profumo me lo ricordo ancora adesso e alla domenica preparava anche la crema, con le prime gocce e lo zucchero sbattuto bene ..veniva la schiuma come quella del Bar. Che meraviglia...
Io non mi sono ancora convertita alle machinette Nespresso ne alle cialde ...il caffe vero e' quello della moka.. che alla mattina lascia il profumo in tutta la casa e fa risvegliare anche i morti...
Ciao e Buon Anno a tutti.