Cinquant'anni senza andare fuori tempo

Enzo, sì ma se me lo dicevi prima… No, non puoi andartene così, senza dire niente, dovevi dircelo prima che dopo non ci saresti più stato.
Ti ricorderò così, parafrasando una tua canzone.
La prima cosa che ho pensato è stata che quì, a poco a poco, se ne stanno andando tutti, e per tutti intendo i grandi protagonisti della musica italiana, ma quel che c’è di peggio è che il detto “Morto un Papa se ne fa un altro” non è associabile ai nuovi autori, manca proprio un ricambio generazionale.
Cardiologo, cabarettista e cantautore, indubbiamente saggio. Enzo Jannacci iniziai ad ascoltarlo negli anni ’80. "Perché ci vuole orecchio” era il successo di quell’anno, da lì iniziai ad apprezzarlo e poi a conoscerlo più a fondo con l’album live dell'89: "Trent’anni senza andare fuori tempo". Quello stesso CD che sta girando adesso nel lettore, solo che nel frattempo gli anni sono passati e quei trenta sono diventati cinquanta, pur mantenendo immutato il concetto di base: "Non ne hai sbagliata una".

Anche Gianpaolo mi ha appena scritto, anche lui, come me, è unito all’idea di aver perso un grande intellettuale della nostra musica: "Caro Esvaso, sento il bisogno di scriverti in un giorno triste. Nelle lettere che ti ho inviato, anche troppo spesso, c'era qua e là sempre una citazione di uno che cantava nei dischi e da oggi non canterà più. Ci mancherà Jannacci. Ci mancherà la sua voglia di scrivere del mondo dalla parte degli ultimi. Ci mancherà il cantore del nord più vero, più scanzonato e meno settario. Ci mancheranno i suoi versi che hanno fatto riflettere un paese sporco. L'è s'cioppaaa. Ciao Vincenzino".

Gianpaolo, consoliamoci, non starà poi così male… figurati se uno come lui non avrà già trovato un altro per cui narrare le stesse gesta del palo della banda dell'ortica.


12 Commenti
  1. Paolo Veronelli

    Quelli che ... mi hai fatto sempre venire il groppone, oggi un po' di più. R.I.P.

    paolino

  2. Andrea Silva

    Quelli che ti cantavano dopo la cena, dopo la partita, dopo una bella serata. Ciao Enzo

  3. Claudio M.

    Grande Enzo, il medico cantautore.
    Negli ultimi anni l'ho visto a Berceto, dove aveva, in una frazione, casa vacanze, e a bordo di una Alfa Romeo rossa... e in scarpe estive da tennis, senza alterigia.
    Con Gaber, Celentano e altri "Cerutti Gino", del bar del Giambellino, ha saputo rendere Milano un grande, simpatico, "Paese"...
    Grazie Enzo.

  4. Silvia

    Abbiamo perso il cantautore milanese e dell'Italia intera.
    Vicino alle persone ai bordi della strada e che ci ha raccontato le loro vicende in chiave musicale.

    Bella questa comunità che si è creata qui. Ragazzi mi fate sentire a casa.

    Ciao da Silvia

  5. Nicola Cattaneo

    Come lo ho amato!!! Quante canzoni so a memoria, quanti sketch ho visto e rivisto...mi mancherà in modo pazzesco!!! Spero solo che lassù possa finire i progetti interrotti qua di morì il Grande Beppe Viola. A cominciare dall'ufficio Facce...nn spiego, son storie loro....un giorno faranno ridere di nuovo anche noi!!! Ciao Enzo

  6. Aldo

    È oggi se ne è andato anche franco califano...

  7. Arturo Curà

    Quando ( scusa il facile amarcord, caro Gigi ) la Milano geniale, colta e popolare era esplosa nei primi anni sessanta, la musica e il teatro e il cabaret avevano portato una ventata di novità e libera allegria.
    A partire dalle "canzoni della Mala" di Strehler e Vanoni, dei "Gufi" che mi ero andato a sentire al teatro Regio di Parma insieme a Roger Rossi dove il celebre "non senso" dei testi era un'esplosione di vitalità moderna, uno sgarbo alle melensaggini canzonettistiche targate sanremo e soprattutto un avvicinarsi intelligente a certi "chansonniers" parigini per giungere allo strepitoso "Santa Tecla" fucina di jazz e cabaret dove nascevano elementi come Giorgio Gaber in coppia con Enzo Jannacci, è stata tutta una rivoluzione, una gioia dell'anima eccetera...
    Proprio in quel tempo ( scusa la autocitazione ) io e mio fratello Angelo avevamo abbandonato la cosidetta "musica da ballo" e ci eravamo buttati con ardimento nel mondo dello spettacolo cabarettistico. E proprio nel primo spettacolo realizzato a Las Vegas buona parte del repertorio era stata una bella serie di canzoni di Jannacci e Gaber che la maggior parte del pubblico non conosceva.
    Bellissimi ricordi di un'Italia che poco alla volta diventava diversa e dove la Milano non ancora "da bere" sfornava ogni giorno alta cultura internazionale alla stregua di Berlino e Parigi.
    Le canzoni, il "Mistero Buffo" di Dario Fo, il "Rocco e i suoi fratelli" di Luchino Visconti, il Piccolo Teatro coi testi scandalosi ("L'Arialda" di Testori bloccata dalla censura) come la "Santa Rita da Cascia" di Paolo Poli....
    Dentro a tutto questo movimento di idee nuotavano meravigliosamente gli artisti delle canzoni nuove tra cui il capolavoro assoluto di "Vincenzina e la fabbrica" di Enzo Jannacci.

  8. Serafina

    In due giorni la musica Italina di 'spessore', o per meglio dire Milano e Roma, ha perso due mostri sacri, due cantautori che musicavano i nostri tempi, sia passati che futuri.
    Ho letto con piacere il commento del sig. Cura', sempre attento e documentato su ciò che di bello offre il nostro bel paese.

  9. Giovanna Salvatori

    Jannacci e Califano... lassu' ci si inizia a divertire sul serio. Qui giù siamo piu' tristi!

  10. Luciana

    Un pensiero al Califfo: indimenticabile, inimitabile idolo dai tempi del liceo.. adesso si che tutto il resto è noia.. :(

  11. Lina

    È si… lui è uno che ha lasciato il segno !!
    Ha veramente forgiato uno stile ed aperto la strada a tutto un mondo di canzoni…
    Grande ENZO !! Per un periodo lo abbiamo seguito e visto in molti suoi concerti; lui era uno che trascinava i sui fedeli ma anche tanti che provavano o iniziavano ad ascoltarlo…

    Ho un ricordo indelebile di un concerto a Sala Baganza nella bellissima e suggestiva piazzetta, la fortuna volle che a causa dei miei soliti pasticci con gli orari, mi trovai sul posto mentre facevano le prove del concerto in programma per la sera ed Enzo mi fece entrare ad ascoltarli... immagina: tramonto primaverile nella bassa, piazzetta centrale di Sala Baganza, la band di Enzo sul palco e “lui” che cantava seduto a fianco a me chiedendomi di tanto in tanto se l’audio mi pareva buono… avrò avuto 20 anni… e quando provò la canzone “Mario” mi innamorai perdutamente di lui e per sempre…!!!

    È si, lui lasciava il segno…!!!

  12. Vincenzo Genco

    Fantastiche!!!!!!!!!! le foto del 1957... dal campanile!!! GRAZIE!!!!!!!!!

    LA CASA DI BINDON!!!!!!!!!! IL BALCONE DEL VECCHIO DOTTOR MUSA... LA SCRITTA DENTISTA!!!!!!!!! SUL BALCONE!!!!!!!!! IL TETTO DELLA CASA PREFETTO....... FORSE IL TETTO PIU' GRANDE.. MERAVIGLIOSE FOTO!!!!!!!!

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