Il Mulino dell'Aglio

Un mulino con tre secoli di attività alle spalle e un ricordo del suo ultimo mugnaio: Egidio
L'undici di novembre, giorno di San Martino, ha sempre rappresentato per i contadini la scadenza del rapporto di lavoro, un consuntivo sull'ultima annata agricola e l'eventuale rinnovo del contratto d'affitto. Ogni anno, in quella giornata, è per me inevitabile pensare a una persona, ad un avvenimento, nonostante siano passati alcuni anni da quando accadde. Credo sia una sorta di ricorrenza personale o meglio un'associazione di idee ormai comprovata.

L'unidici Novembre 2000, per il Mulino dell'Aglio, posizionato sulla riva sinistra del torrente Tarodine, poco distante dalla sua confluenza col fiume Taro, finiva un'epoca. Egidio Contini, classe 1922, concludeva il suo rapporto lavorativo riconsegnando la proprietà, o meglio il "suo" mulino ad acqua, ai legittimi proprietari. Ricordo bene quel suo racconto e la sua intenzione di godersi un po' la meritata pensione... e ciò che più mi colpì fu la puntualità del gesto e la data canonica per compierlo, se pur non scritta, andò tutto secondo le regole dell'onorabilità e delle usanze. Le strette di mano tra persone serie sono ancor più affascinanti delle tradizioni stesse.

Lui, che al tempo era sulla soglia degli ottanta anni, riuscì a rispettare quel giorno nonostante il rapporto locativo continuasse ininterrottamente da sessantasette anni, iniziò infatti a macinar farina che ne aveva tredici. Da allora macinava, rigorosamente con le macine di pietra girate dalla forza dell'acqua, e poi rivendeva, spesso sotto costo pur di accontentare tutti, solo tre tipi di farina: bianca, gialla e di castagne.

Facciamo però un passo indietro, sì perchè il il Mulino dell’Ajo ha alle spalle una lunga storia. Di probabile edificazione intorno agli inizi del 1700, tant'è che figura nella mappa catastale del 1824 intestato alla Prebenda di nomina Misuracchi, Tardiani e Bertucci sotto il titolo della Visitazione della Santa Vergine eretta nella Parrocchia di Borgotaro. Nel 1860 passò al Beneficio sotto il titolo della Visitazione eretto nella Chiesa Parrocchiale di Gotra. Nel 1872 acquistato dal Conte Bestini Alessandro che nel 1891 lo cedette ad Orsi Antonio. Nel 1908 passò a Musi Tito che lo tenne fino al 1937 quando pervenne ai coniugi Ferrari Angelo ed Amandoli Maria, quest’ultima ancora titolare nel 1962. L’opificio è anche censito nella carta idrografica del 1888 con la denominazione Molino dell’Ajo.

Caro Egidio "de Bigiara", oggi ci hai lasciati, ma nonostante sia passato qualche anno dal nostro ultimo incontro, continuerò a ricordarti allo stesso modo, come un gran lavoratore e per giunta "galantuomo", riconoscimento questo che vale più di mille medaglie d'oro, ma soprattutto come una persona infarinata dalla testa ai piedi, occhi e cuore compresi.

VIDEO documento sul Mulino dell'Aglio


Egidio nel suo mulino - Foto Gigi Cavalli



14 Commenti
  1. Italo Vignali

    Bella evocazione la tua......... quanti racconti surreali.... quante (palle) raccontate con poetica convinzione... erano storie bucoliche tramandate nei "filossi" di quella civiltá contadina......

  2. Luciana.

    Grazie Gigi di avere ricordato Egidio con questo profilo dolce ed accorato. Anch'io lo ricordo così, figura imbiancata e raccolta nel suo lavoro. Le cose cambiano e non sempre in meglio ma certe persone restano nei ricordi di una vita.

  3. Celesta

    ...trovare il carro di Egidio sulla propria strada, al ritorno da scuola (ogni giorno parecchi chilometri da percorrere a piedi) era una fortuna e un piacere... con un sorriso bellissimo fermava il cavallo e ci faceva salire sul carro traballante... dai Celestina, salta su! ...un ricordo che mi commuove tanto.

  4. Mirella

    Senza conoscere questa persona posso asserire che non poteva essere che lavoratore instancabile, onesto, diligente. Purtroppo persone cosi' sono in via d'estinzione.

  5. Brontolo Nè

    Ci sono almeno tre ordini di fattori che mi fanno soffrire, ma non solo:

    IL PRIMO:
    è la scomparsa di Egidio che non ho conosciuto personalmente, ma conosco il tipo... l'importante non è il reddito, ma il lavoro, la farina, perché la farina sfama, la farina è un prodotto essenziale che DEVE essere fatto, è importante, e per questo, con umiltà il mugnaio si sente importante per la comunità, la sua vita ha uno scopo concreto, tangibile, utile agli altri, molto più che a se stesso che oramai è più bianco di farina dentro che fuori, ed è felice del suo orgoglio d'esser mugnaio.
    Una vita per un lavoro concreto, utile , a contatto con la natura e con cosa la natura offre, per trasformarlo in qualcosa di meraviglioso.
    Certo la sua farina, semplice, non è un'opera d'arte scolpita nella pietra, ma molto di più!
    Con le macine di pietra ha prodotto il cibo per la popolazione, per i ragazzi che sono cresciuti, perché quelle persone SONO la sua farina, il suo prodotto è andato a formare, a nutrire le cellule, la carne di cui siamo fatti. Noi siamo la sua opera d'arte!
    Col suo buon prodotto lui è stato molto più di un grande artista, pieno d'amore per il suo lavoro per il suo prodotto che si è trasformato in noi .
    Mi piace dire NOI anche se io concretamente non mi sono nutrito della sua farina, ma idealmente certamente si, dunque un grande grazie ad Egidio anche da parte mia.
    Una vita utile per tutti .

    IL SECONDO :
    è la figura umana del mugnaio "pulito" di farina (si pulito; perché dire "sporco di farina" lo giudico un nonsenso) che è sparita, male! Questo è molto male!
    Sono arrivato a teorizzare diversi modi per non far sparire queste figure storiche, queste figure emblematiche che servono anche e soprattutto da esempio per le generazioni che seguono, ma ragiona che ti ragiona, alla fine mi sono reso conto che non è la mancanza di incentivi a far sparire queste attività, ma la mancanza di amore, d'insegnamento e di esaltazione dei valori che queste attività rappresentano.
    Non si insegna che è meraviglioso un lavoro utile anche se manuale, ma si insegna che è utile controllare che tutti paghino le tasse, che è utile fare il commercialista, che è utile essere avvocato, certo ! professioni necessarie... ma non in contrapposizione al mugnaio, invece ora si percepisce che se una cosa è bene l'altra è male e questo non è vero!
    Se una cosa è bene, forse, anzi senza forse, l'altra è meglio !

    IL TERZO FATTORE :
    il reddito, il rendimento.
    Esistono attività che DEVONO, per i motivi suddetti, essere mantenute vivissime e non chiuse perché non producono reddito a sufficienza da poter essere duramente tassato (perché oramai tutti credono che sia con la tassa che la comunità va avanti... SBAGLIATISSIMO ! ).
    D'altra parte si danno agevolazioni per trasformare un lavoro in un altro, io darei ulteriori incentivi se, nell'ambito della nuova attività venisse mantenuta in vita anche la vecchia attività, in quanto ciò è altamente morale e non solo venale.
    Si parla tanto di sobrietà, ebbene la sobrietà sta non solo nella non ostentazione del denaro e dell'agiatezza, ma anche e soprattutto nella pratica della virtù, e nel mantenimento delle tradizioni e dei lavori che danno l'esempio alle generazioni successive, questa è la vera sobrietà!

    Potrei parlare a lungo su questo tema, ma ritengo di aver già dato a sufficienza spunti per riflessioni sia a livello scolastico, sia a livello amministrativo, sia a tutti quelli che in qualche modo hanno a che fare con le generazioni in erba.
    Quando muore un lavoro, muore non solo una vita, ma un pezzo importante della comunità, che certo deve trasformarsi ed evolversi, che deve andare avanti, ma non a discapito di se stessa, ed invece spesso avviene proprio questo, e questo è male!

    Stefano

  6. Rita

    Se ne vanno sempre i migliori e non è retorica. Solo nei film muoiono i cattivi.

  7. Gianfranco

    5 chili di farina, una storia davanti a un bicchiere di rosso o un caffe', questo era Egidio al suo mulino. Borgotaro ha perso un lavoratore onesto e instancabile

  8. Valerio

    Ciao Egidio ultimo mugnaio della Valtaro.

  9. Fabio

    Tanti anni che ancora vivevo a milano ho panificato con la sua farina, ogni volta che si passava al mulino si finiva per ascoltare le sue storie con un bicchiere di vino, qualche fiasco d' olio portato dalla liguria era un pensiero che lo rendeva felice, come felice era quando ti raccontava la storia del grano e della sua farina.
    Proprio così un ometto perennemente imbiancato entusiasta del suo lavoro e della tradizione che onorava da anni, ritornavi a casa e per forza avevi farina ovunque sui vestiti, un aneddoto o qualche storia su questo borgo ti arrichivano.
    È stato un duro colpo sapere che chiudevano il mulino, ancora peggio è stato fatto più tardi, quando non si è capito l'importanza del suo sapere, che regalava volentieri.. ho più volte chiesto se era possibile farlo intervenire in qualche scuola, che il suo sapere fosse tramandato... ma il vederlo seduto con lo sguardo verso il suo mulino, su quella panchina al bivo della stazione, mi uccideva ogni giorno di più, e ogni tanto due chiacchere mi fermavo a farle volentieri.. la sua faccia, i suoi baffetti, il profumo del suo luogo di lavoro, l'ironia che lo accompagnava..
    Chiaro che non voglio polemizzare, ma tutto questo è stato un altro regalo del nostro super politico super lungimirante, sarebbe bastato rendere il mulino vivo fino alla fine dei giorni di quest'uomo per concederci la possibilità di imparare ancora qualcosa sulle nostre terre e abitudini.
    Mille volte mi sono chiesto con che coraggio si è fatta una scelta del genere..
    Grazie Gigi per averlo ricordato...

  10. Maria Grazia C

    Carissima persona, conosciuta personalmente, il suo non era solo lavoro... ma passione e disponibilita', caratteristiche "estinte"

  11. Gloria Contini

    Ciao Gigi,
    grazie infinite per aver ricordato mio nonno.
    Mi permetto solo alcune precisazioni: nacque nel 1922 e purtroppo lasciò il Mulino già nel 2000. Dico purtroppo, perchè all'epoca non ero ancora maggiorenne e questo ha comportato scelte familiari diverse da quelle desiderate.
    Ho amato e continuo ad amare quel luogo e soprattutto i ricordi ad esso legati: mio nonno mi ha insegnato tantissimo, soprattutto a prendere la vita sempre con ironia e col sorriso sulle labbra.
    Avrei voluto non abbandonare mai quel luogo fisicamente ma è difficile ottenere ciò che si vuole, a volte impossibile. Il nonno mi ha trasmesso la forza di affrontare le avversità, ma soprattutto mi ha messo in guardia dalle favole. Non ci si può sempre credere.
    Grazie ancora, e grazie a tutti quelli che lo ricordano con affetto. Di solito non amo intervenire negli "spazi pubblici", ma in questo momento ne ho sentito il bisogno. Sono molto protettiva nei confronti della mia famiglia.

  12. Gigi Cavalli

    Ciao Gloria, visto che queste sono a tutti gli effetti notizie storiche e che resteranno a disposzione di tutti, ti ringrazio tantissimo per le precisazioni, ho già fatto le modifiche. Non sapevo che fossi la nipote di Egidio, ma ora, per quel che ti conosco, qualcosa di lui traspare, c'è.
    Grazie ancora

  13. Gloria Contini

    Caro Gigi: è uno dei più bei complimenti che si possano ricevere. Complimenti per il tuo impegno e la tua passione nel far vivere luoghi e persone preziosi delle nostre valli.

  14. Franca

    Persona vecchio stampo, stampi che ora sono difficili da ritrovare. Cerchiamo di non perdere i suoi insegnamenti, chi l'ha conosciuto bene sa' di che parlo
    Ciao Egidio e adesso riposati

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