Ilda Orsi - La mia valle

Ilda mi è venuta incontro con il sorriso e il suo libro in una mano: “Finalmente ci sono riuscita”. Era da qualche tempo che mi annunciava questa sua intenzione di raccogliere in un volume i suoi pensieri di bedoniese e le sue testimonianze storiche relative alla Resistenza. Ilda è nata a Monti nel 1924.

Domenica c’era un tempo da lupi, il caminetto era accesso, così ne ho approfittato per iniziare subito a leggerlo. Il libro è formato da circa sessanta pagine, ma già dalla prima mi ha dato da pensare. Quel capitolo s’intitola “Bedonia”. Mi ha fatto riflettere perché Ilda parla del suo paese in maniera semplice ed entusiastica, non è critica, vede e accetta il suo paese per quello che è, per ciò che gli offre e gli ha offerto.

La lezione che mi ha dato, pur trattandosi di sole venti righe, è stata esemplare e non la dimenticherò. Noi tutti dovremmo imparare a criticare meno e ragionare così, a compiacersi di quello che abbiamo, vivendolo per quello che è, senza sbandierare a destra, a sinistra e a tutti le difficoltà che possono contraddistinguere un paesino di tremila anime. A chi non piacerebbe abitare in un paese funzionante e senza problemi? Però, siamo sicuri che esiste?
Sì, cara Ilda, credo sia proprio questo il miglior punto di partenza per rendere migliore la nostra Bedonia. Bisogna apprezzare quello che si ha fin tanto che si ha.

Bedonia


All'ingresso del paese la grande stele in pietra arenaria; un grande biglietto da visita per il centro storico e per la nostra pietra arenaria famosa nel mondo. Di pietra arenaria è lastricato il centro storico, come della stessa pietra sono le numerose statue che ornano le piazze di Bedonia. Scolpite da scultori venuti da tutto il mondo grazie al concorso indetto dal nostro Comune.

Bedonia, merito delle Amministrazioni che si sono succedute, partendo da quella di Gianni Moglia "Scarpa", è diventata la perla della montagna; abbiamo una bella chiesa di recente restaurata, una Casa di Cura all'avanguardia, edifici scolastici in sicurezza e dotati di tutti i servizi, la Casa del Volontariato con tanti soci sempre pronti ad ogni evenienza, il Centro Sociale dove gli anziani possono conversare, giocare, organizzare cene, serate e gite sociali, il Centro Sportivo con piscina, campo da tennis e di calcio, di fianco il camping, l'Asilo che grazie alla Fondazione Cariparma sta per essere rimesso a nuovo. Il nostro "Asilo" che per i bedoniesi è un pezzo di cuore non solo perla cura ai piccoli, ma anche per aver preparato tante giovani alla società.
E poi il fiore all'occhiello la nostra Banda Musicale che grazie all'estro e alla tenacia del maestro Italo Errigo e Daniele Cacchioli poi, all'impegno dei nostri ragazzi e dei Presidenti, ha raggiunto altissimi livelli di esecuzione ed è chiamata ad esibirsi non solo in Italia, ma anche in alcuni Paesi Europei.

Sul Colle di San Marco la Grande Basilica, meta di tanti Pellegrinaggi e di gran culto per la sua Madonna, eretta anche con i contributi dei nostri emigranti. Promotore della raccolta dei fondi Monsignor Renato Costa che, novello Scalabrini, ha visitato tutti gli Stati dove risiedono i nostri emigranti portando notizie della loro gente e dei loro paesi di origine parlando con loro nella lingua che i nostri emigrati solo conoscevano: il dialetto. Ancor oggi quando un emigrante ritorna per qualsiasi problema cerca Don Costa.
Bedonia, la bellezza dei monti che circondano la valle, i paesi incastonati alla falde con i loro Oratori, piccoli gioielli ancor poco valorizzati.

Un grazie di cuore ad Arturo Curà che ha fermato nell'immagine la loro bellezza, la poca gente rimasta, arroccata lassù fra i piccoli campi ricavati con tanti muri a secco che ancora, come loro, resistono all'incuria del tempo.
Cara nostra gente parca, umile e cordiale più di stirpe Ligure che Emiliana.
La vallata è stata culla della resistenza e per questo Bedonia è stata decorata con Medaglia d'Argento.
Bedonia, detta la piccola Svizzera italiana.

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Ilda al 'Firosso' del Cinema Orfeo



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