I "Serveghi" de San Fruttuoso

Una giornata "diversa" non c'è che dire, non la dimenticherò tanto facilmente
Belìn che giornata!
A vederlo dal mare sembra una perla incastrata tra due ostriche, invece è il borgo marinaro di San Fruttuoso che sorge tra due profonde insenature, alle spalle del promontorio di Portofino. Il luogo si può raggiunge solo a piedi (90 minuti da Portofino) o per barca (30 minuti da Santa Margherita).
La minuscola baia è composta da un paio di case di pescatori, dalla Torre dei Principi Doria e dall’omonima Abbazia gotica risalente al XI secolo (ora proprietà del F.A.I.).
Inutile spiegare il colore del mare, non sarei in grado di farlo. Non esagero a dire che l’ho trovato un luogo incantato e assolutamente unico.

 Ne consiglio una visita...
 
Però, come dice Zeffirino, la Liguria ha i suoi pro e i suoi contro.
Eh sì, in questa bella giornata passata a San Fruttuoso, ho avuto modo di dare conferma a ciò che ormai penso da tempo, che i liguri rispettano il turismo come un cacciatore la lepre.
Il mio amico lo chiama folclore, io sono dell’idea che si tratti di persone chiuse e indisposte verso gli altri, basta valutare in che modo si pongono: sguardi bassi e risposte sgarbate.
Giustamente non posso fare di tutte le erbe un fascio, questo mio riscontro negativo l’ho colto con persone anziane, mentre nei giovani ho trovato voglia di fare, cortesia e considerazione, come ad esempio Andrea, proprietario della barca-taxi, e nei gestori del ristorante “La Marina”.
 
Per dare man forte a quanto appena enunciato vi riporto un esempio pratico della mia giornata, dove, per fortuna, ho posto solo quattro domande, il tutto ad altrettante persone:
 
D) Posso farle una fotografia mentre pulisce il pesce?
R) L’ultimo che mi ha fatto una fotografia si è ritrovato la macchina in secca!
 
D) Sa se quest’acqua che scende è dolce o salata ?
R) Si spera!
 
D) Signora, quanto costano i braccialetti ?
R) Non mi farai mica alzare?
 
D) Scusi, c’è ancora della focaccia ?
R) Se c’è, è lì... c'è ? 

Nel frattempo un altro turista veneto aggiunge:
 
D) Ma già stamattina la focaccia era finita, perché non ne fa di più?
R) … … …

( la risposta era racchiusa solo in uno sguardo sorpreso quanto indisposto a dare giustificazioni )
 
Arrivati a questo punto ho evitato di fare anche un’altra domanda, in altre parole se c’era un tabacchino, ma poi ho pensato che la risposta era meglio se me la davo da solo!
 
Ora ditemi voi se esiste un posto al mondo dove il turista viene trattato in questo modo?
Ve lo dico in bedoniese: "Servéghi? U saresse zamò in complimentu".

FOTO: la giornata a San Fruttuoso



12 Commenti
  1. Federica

    ...e belle foto! :)
    Comunque, caro Gigi Cavalli, quasi quasi preferirei un trattamento così piuttosto che il tu e il ciao generalizzato che imperversa a Bedonia in qualsiasi negozio. O forse una sana via di mezzo...

  2. Zeffiro

    Vä ciù ûn zeneize in t'ûn Dio che ûn foestê cäsòu e vestïo.
    Vale più un genovese in un dito che un forestiero calzato e vestito.

    Inizio così il mio commento su questo interessante post del sig. Esvaso che si pone alcune domande sull'ospitalità dei liguri verso il "resto del mondo". Purtroppo chi parla e' troppo di parte per prendere posizione, ma in fondo questa parte splendida del nord Italia, la preferisco così, spigolosa, lunatica, burbera e diffidente, troppi posti turistici in questo Paese sono fintissimi e sopratutto presidiati e commercializzati da personaggi che del luogo non hanno nemmeno un lontano parente.
    Altro discorso e' la maleducazione!!!!! Il sottoscritto continuerà ad andare a Recco a mangiare la focaccia, il pesto a Nervi, i pansotti a Santa Margherita e l'Orata alla ligure a Boccadasse e faccio a meno di un sorrisetto di circostanza ma mi godo una zona incantevole ed unica!

  3. Federica

    infatti sono di parte anch'io... ogni tanto in casa mi rimproverano perché parlo soprattutto per sottolineare le cose che non vanno, mentre sono avara di complimenti...

    Però è vero: preferisco la sostanza alla forma nei rapporti umani... e la prima cosa che ho notato, trasferendomi da Spezia a Firenze, è stata l'eccessiva giovialità dei miei nuovi concittadini, e il fatto che si trattasse di giovialità soprattutto apparente...

    Ma comunque è anche vero che generalizzare non è giusto... Saluti!

  4. Sabrina

    Bravo Zeffiro, tu che ben conosci la "proverbiale FREDDEZZA dell'accoglienza Ligure" e nonostante questo ritieni abbia il suo fascino!! Non e' forse vero che attira di piu' tutto cio' che appare bisbetico ed indomabile piuttosto che sensato e coerente quindi scontato??

  5. Bacàn

    Sentivo la mia terra vibrare di suoni. Era il mio cuore e allora perchè coltivarla ancora, come pensarla migliore. Libertà l'ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo ed amore. Protetta da un filo spinato.

  6. Francesco Fiore / Chiavari

    Provo tanta amarezza nel leggere queste sue considerazioni, da ligure quale sono non posso che ammettere che siamo gente chiusa nel proprio silenzio, indifferente alla crisi che ci attanaglia. Non si può cambiare abitudini che perdurano da secoli, però con i dovuti accorgimenti possiamo e dobbiamo migliorare, se non altro per mai più leggere osservazioni come queste. Questo quadro fa riflettere, a denti stretti ma la ringrazio.
    Francesco

  7. Remo Ponzini

    Non mi sono minimamente stupito del resoconto della tua esvasata in Liguria. Per carità, non mi sono mai piaciute le generalizzazioni e le massificazioni con le quali, con una battuta, si identifica un intero popolo ma una frangia di persone anziane sono esattamente come le hai descritte. Tu, riportando il dialogo intercorso, anzichè soffermarti a raccontare, ci hai fornito un quadro di insieme molto colorito e molto suggestivo.

    A Chiavari ho abitato e lavorato per ben sette anni e quindi mi pregio di conoscerli un pochino. All'inizio l'impatto non è stato facilissimo; siamo confinanti ma non assomiglianti. Ogni etnia ha i suoi insegnamenti, la sua cultura e le sue tradizioni e quindi non bisogna mai fare distinzioni o classifiche che sono sempre ingiuste ed improprie. Quando andavo in un negozio quello che mi divertiva e mi stupiva era l'espressione di rimprovero quando ti consegnavano il prodotto acquistato. Con un viso sofferente sembrava che ti dicessero : " lei mi sta portando via qualcosa ". Eppure avevo appena regolato il conto.

    E' difficile conquistarli ma poi quando ti hanno "accettato" ti sei fatto il migliore amico del mondo ed è persino possibile che ti invitino a casa loro (premo ambitissimo). Io avevo preso l'abitudine di dare il "buon giorno" a tutte le persone che incrociavo per la strada al mattino quando andavo al lavoro.
    Funzionò benissimo dopo qualche grugnito iniziale. Se ognuno si mette in gioco senza pregiudizi cadono anche gli steccati. Tutt'ora ho ricordi molto gratificanti di quella permanenza ed amici da salutare quando ci ritorno.

    Gigi, hai fatto bene a precisare che di solito si tratta di anziani. Non che tutti siano così, per carità, ma alcuni provengono dall'entroterra o da frazioni isolate. Hanno una istintiva diffidenza, senz'altro giustificabile, che ha origini lontane. Probabilmente i loro avi avevano preso solo delle fregature dai forestieri che allora provenivano dal mare.

    Le foto che ci hai mostrato mi sono ovviamente familiari. Non hanno bisogno di commenti in quanto sono posti così favolosi che tutto il mondo conosce e ci invidia. La Liguria è senz'altro la Regione più bella e più lussureggiante d'Italia. Tutt'ora resto affascinato quando percorro il Golfo del Tigullio.
    E noi abbiamo la fortuna di averla a portata di mano.
    Approfittiamone !!!

  8. Michele

    Ti devo dire che la tua analisi non mi stupisce affatto: qui l’ “indigeno medio” non ha la minima idea di cosa significhi fare accoglienza ai turisti – ti premetto che la mia famiglia è stabilita a Chiavari almeno dal 1206, dunque dico la mia senza campanilismi antigenovesi.
    Quando un ligure va a Rimini si sente veramente sulla luna per la differente mentalità che trova …
    Quanto a San Fruttuoso, devo dirti che il villaggio è stato sino agli anni ‘80/’90 proprietà privata della famiglia Doria, che lo ha lasciato in parte al FAI e in parte ai suoi vecchi coloni-mezzadri, che sono passati da praticare la coltivazione degli olivi e la pesca, ad avere il controllo di una meta del turismo di massa, senza troppa vocazione e preparazione…
    In ogni caso io credo che la causa vera di quello che anche tu hai giustamente notato, sia in generale l’esagerato peso che la speculazione immobiliare e le relative rendite hanno avuto nella vita del Tigullio, togliendo a tanti esercenti il gusto di fare il proprio lavoro con entusiasmo e voglia di migliorarsi: credo che questa crisi economica potrà avere sul punto qualche ricaduta salutare ;-)

  9. Fabio

    Federica ha accesso un lumicino....indirettamente ci fa riflettere sulla professionalità dei commercianti bedoniesi, adagiati sul commercio locale e lontani anni luce dalla professionalità turistica. Se la sveglia deve suonare che suoni per tutti.

  10. Dario Temperino

    Caro Gigi, ho dovuto girare l'Italia (ma anche alcuni paesi esteri) in lungo ed in largo per ovvie ragioni connesse al mio stato e posso testimoniare, senza tema di smentita, che quasi sempre è stato normale che il primo impatto sia stato ...ostile.
    A Pinerolo, per esempio, ci ho messo ben due anni a farmi un amico ed il primo invito è stato per un "dopo cena", usanza nordica della quale non conoscevo neppure il significato. Inutile dire che lì ho avuto difficoltà a trovare perfino da affittare un alloggio per me e la mia famiglia perché dall'accento era evidente che non ero Piemontese (lo era solo mio nonno...).
    Non conto i posti (dalle Alpi alle Piramidi ed anche nel cuore dell'Europa) dove, da turista, sono stato letteralmente rapinato al ristorante... . In Germania ed in Francia, all'epoca dei marchi e dei franchi, era normale avere il resto sbagliato perfino in Posta.
    Il nostro è uno strano Paese, è doloroso ammetterlo, dove il Campanile fa solo ombra. Fortuna che - come dici - i giovani cominciano ad essere un po' diversi... .

  11. michele porcari

    per non parlare del SERVAGHU di PULENTELLA

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