Oasi WWF e Riserva dei Ghirardi
Quella dei Ghirardi è un'oasi che tutela un tassello di Appennino sopravvissuto al tempo e rimasto "come una volta", grazie alla sensibilità e alle capacità della famiglia Marchini-Camia. Poi è arrivato il WWF che ha aggiunto alla normale gestione anche le attività di tutela e valorizzazione del territorio.
L'Oasi dei Ghirardi protegge un’ampia zona di Appennino dove s'incastrano a mosaico vari ambienti: prati, querceti, boschi misti, rocce, calanchi, greti fluviali, stagni, pascoli, brughiere. Ad una tale diversificazione corrisponde una grande biodiversità: ci sono specie tipiche di quote superiori, come il faggio e il prispolone, e specie mediterranee, come l'erica arborea ed il gruccione.
Nell'insieme, questa varietà di paesaggi naturali favorisce lo sviluppo di una flora ricca e interessante, a cominciare dalle 33 specie di orchidee selvatiche.
Nell'oasi s'incontrano anche oltre 30 esemplari monumentali di querce roverelle, testimonianze del paesaggio agro-forestale di un tempo.
Altrettanto ricca e interessante la fauna. Tra i rapaci osservabili, l'aquila reale, l'albanella reale e il falco pellegrino appaiono in inverno, mentre nidificano il gheppio, il lodolaio, la poiana, il biancone, il falco pecchiaiolo, l'astore e lo sparviere. Tra gli altri uccelli più interessanti che si riproducono nell'Oasi ricordiamo l'assiolo, l'upupa, il gruccione, il corriere piccolo, la pernice rossa, il frosone, la bigia grossa e la cincia dal ciuffo.
Tra i mammiferi più grandi sono presenti il cinghiale, il daino, il capriolo e in questi anni sta facendo la sua prima comparsa il cervo. Presenti anche l'istrice, il tasso, la puzzola.
Tra gli anfibi troviamo i tritoni, la salamandra, la rana italica; tra i rettili, oltre a natrici, biacchi e saettoni, ci sono la coronella austriaca e la luscengola.
L'oasi si estende nei comuni di Borgo Val di Taro e Albareto; il Centro visite si trova a circa 6 km da Borgo Val di Taro, lungo la Strada Provinciale Borgo Val di Taro-Bardi, tra le frazioni di Brunelli e Porcigatone. Il sito dell'Oasi Fotografando l'Oasi