E' Natale: auguri!
E' il momento di salvaguardare le tradizioni e inviare gli auguri agli amici
Il Natale è anche il periodo dove le nostre tradizioni culinarie affiorano e molti cercano di proteggerle come il bene più caro. Sulla tavola ben apparecchiata compaiono piatti che attendiamo da un anno all’altro, gli stessi di sempre, quelli della nonna e che ora desideriamo preparare con la stessa cura e passione: lo stracotto per gli anolini, la sfoglia “giallo uovo”, la gallina nostrana per poi lessarla e farla ripiena, il lesso di manzo bollito con le verdure, ed infine la spongata.
Al di là di tutte queste leccornie valtaresi ci sono i tradizionali auguri, quelli che dovrebbero mostrarsi schietti e sinceri, ancora caldi e appena usciti dal cuore. Sì perché un augurio non dev’essere letto o ascoltato come una frase fatta, che quasi non si ascolta o non se ne capisce il significato, un augurio è un segno importante dove si racchiude tutta la serenità del mondo. È esattamente questo l’auspicio per amiche, amici e lettori di questo mio spazio.
Auguri Gigi! Schietti e sinceri 😊 eleonora
Manteniamo le nostre tradiziioni anche all'estero: preparato i cappelletti venerdi con mia mamma ! Auguri a tutti dalla Svizzera.
Dalla provincia di Piacenza, un grazie a Esvaso per i post sempre belli e interessanti (come i relativi commenti) che ci regala durante l'anno sui più svariati argomenti. E un Buon Natale alla Valtaro...
Auguri e grazie di tutto
Grazie di ❤️ e cerca di mantenere sempre vive le nostre tradizioni. Buone feste
Auguroni!! Grazie per tutto ciò che pubblichi, sempre molto interessante.
Sugli anolini esiste una ridda di ricette in cui è difficile determinare quale sia la migliore. Anche nella stessa città di Parma quelle che girano maggiormente sono almeno mezza dozzina. Ma nella nostra vallata, senza alcun dubbio, svetta saldamente al primo posto quello fatto con lo stracotto ed il sugo che l'accompagna.
Ma da giovincello (ero appena sposato) mi capitò che la moglie si mise a fare gli anolini senza manco comprare la carne. Proveniva dal comune di Gropparello ed era uso locale fare il ripieno con il parmigiano. Solo allora capii perchè mi aveva fatto grattugiare una montagna di formaggio. Gli anolini erano buoni ma ....non erano anolini. Per farla breve, con l'ausilio di mia madre, imparò a fare anche i "nostri" ma non abbandonò mai quelli del suo paesello. Li riconosco dal colore. Scuri quelli nostrani e chiari gli altri.
Scusate la divagazione ma Virginia Woolf scriveva : " Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene".
AUGURI di buon anno a tutti.
Tanti Cari Auguri a tutti quanti. Non potete capire quanto vi invidio, in città ormai si sta perdendo anche l'atmosfera del Natale.
L'atmosfera del Natale è un qualcosa che, credo, bisogna avere dentro: diversamente, anche i più squisiti cappelletti non basteranno a crearla. La Tradizione, infatti, si concretizza in beni e cose reali (cibo compreso), ma è sorretta dallo spirito.
Colgo l'occasione dell'Epifania, rivelazione e conferma della Nascita del nostro Divin Salvatore, per augurare a tutti un 2018 attento alla dimensione anche spirituale dell'esistenza, oggi così tanto negata e falsata dalla sotto-cultura dominante.
Amici carissimi, per tristi motivi personali, non ho letto esvaso e potuto farvi gli auguri in tempo per le feste, ma facciamo finta che è il 1° dell'anno ed io arrivo, come quando facevo da bambina a bussare alla vostra porta:
TOC TOC.... BON DI' BUN A'NU - BON.NA SALUTTE PER TU'TTU L'A'NU....
Erano gli anni 55/60 ed io col mio gemello Walter e mio cugino Claudio dirimpettaio, giravamo casa per casa del mio Scopolo, per fare i nostri auguri in attesa di un cioccolatino.
Avevamo ancora in testa il ricordo del Natale passato, quando, ancora assonnati, incuranti del profumo del caffè latte pronto che filtrava dalle fessure del pavimento in legno,saltavamo il letto per andare a vedere cosa ci aveva portato Gesù Bambino. In cucina la mamma ci accoglieva festante, indaffarata a cuocere il pranzo della festa, ma noi non ci accorgevamo di nulla. Non uno sguardo al pane appena sfornato, agli 'anuèn' ben allineati nella madia, al brodo che bolliva con la gallina e il ripieno, non 'au pandusi, e alla fiocca con la panna montata.
Non ci interessava nemmeno il presepio sul muschio raccolto o il ginepro addobbato che papà aveva portato dal bosco trascinandolo nella neve copiosa.... Il nostro sguardo era diretto al davanzale, dove avevamo preparato le nostre scarpette: qualche noce, un torroncino, un mandarino....quello che avremmo trovato nel davanzale degli zii Mino e Maria dirimpettai e dai nonni vicino la chiesa.... Li raggiungevamo di corsa, scendendo il ripido sentiero nella neve, che i nostri papà avevano fatto con 'l'arutta' ed eravamo celati dalle pareti di oltre 2 metri di neve.
Com'eravamo felici! Ci scaldavamo davanti la stufa 'cou picchettu' ai pè e man', guardando vicino ai pentoloni profumosi, la schiera di caffettiere dalle tre misure, che immancabili, sostavano in attesa degli auguri...
Fìvela bon.na.... (buona vita)