
L'atmosfera che si respira ad un concerto è sempre un po’ speciale, in qualche modo incantata, se si svolge a San Siro diventa suggestiva, se poi ci aggiungiamo che a riempirlo è stata una donna diventa effettivamente irreale. Laura Pausini ha fatto tutto questo e con 70.000 persone. Tanto per restare in loco credo sia stato un po’ come per il Milan vincere la “Champions League”.
Lei, grande professionista della musica, soddisfazioni ne ha già avute molte, il “Grammy Award” americano ne è la prova, ciò nonostante credo che quest’ultimo evento sia stato un appagamento incomparabile, non solo perché è stata la prima donna italiana ad affrontare uno stadio (e a riempirlo), ma anche per essere riuscita a tenere sotto una pioggia scrosciante, per quasi due ore, i fans più incalliti, quelli “del prato”.
La prima volta che l’ascoltai è stata al Forum, due anni fa, ed è lì che ho capito che è una grande professionista e allora ho voluto ritornarci. Ancora una volta devo essere grato all’Ale per aver procurato i “pass” d’ingresso (e all’asciutto). Ho voluto esserci, pur non essendo molto tempo che la seguo, perché la stimo come cantante, perché fa della bella musica e perché ci mette la giusta passione in ciò che fa. Si capisce, si vede e si sente. Bella anche una sua dedica: “questo concerto lo dedico a tutte quelle donne che hanno due palle così!” (e lei, senza dubbi, ci rientra).