La rabbia e l'orgoglio della nostra Ucraina

L'incontro con una coppia di Leopoli, ma residente a Borgotaro dal 2004, per testimoniare la drammatica situazione in atto nella loro città e nel Paese
Oleksandra la conosco da qualche anno e ne ho sempre sentito parlare bene. Con le persone con cui condivide le case e le vite è considerata una donna forte, schietta, onesta. Alessandra, è così che ormai la chiamiamo, arrivò a Borgotaro nel giugno del 2004. Quell'indimenticabile giorno coincideva anche con il suo compleanno: "Avrei dovuto fare festa per i miei 35 anni e invece ho pianto". Suo marito Mykola, diventato subito Nicola, la raggiungerà qualche mese dopo, nel gennaio del 2005, dopo aver speso, anche lui, 5.000 Euro per ottenere il visto d'ingresso. Entrambi trovarono subito l'amichevole "mano" di Pietro e Boris, loro connazionali.

Questa coppia è di origine Ucraina e, visto il buon rapporto instaurato nel tempo, gli ho chiesto un incontro, un aggiornamento in tempo reale e senza filtri, sulla situazione in atto nel loro Paese dopo sei giorni di guerra, quel che basta per riportare indietro le lancette della storia di 80 anni.
Alle diciassette sono arrivati in ufficio, puntuali e con una gran voglia di raccontare cosa sta accadendo nella loro terra. Nicola ha portato con sé la bandiera blu e gialla, la apre e mi dice che è un oggetto importante: "Vedi qui ci sono le firme di miei amici che hanno combattuto nel 2015 nel Donbass". Poi la ripiega, ma tenendola sempre stretta in una mano.

Quindi si siedono e cominciano da vecchi rancori mai assopiti, dalla carestia provocata in Ucraina nel 1933 dall'Unione Sovietica di Stalin, quella che causò quattro milioni di vittime: "Ucraini morti di fame e di stenti, capisci…". Per non parlare poi di quello che successe nel 1991, qualche giorno prima della proclamazione d'indipendenza: "Mia mamma lavorava in banca e quella sera non rientrò a casa, era sparita. Venimmo poi a sapere che avevano chiuso gli impiegati in ufficio perché era arrivato un ordine da Mosca per sequestrare tutti i contanti, di metterli nei sacchi per essere trasportati a Mosca. I risparmi di una vita di milioni di persone erano spariti in un soffio…". Nel 2014 quando l’invasione di una parte dell’Ucraina si concluse con l’annessione alla Russia della Crimea, l'inizio dell'instabiità tra i due Paesi e della guerra civile. Poi passano alla Russia di Putin, a quella di oggi, al racconto dei preparativi per affrontare una guerra in vecchio stile, quella fatta con carrarmati che non si fermano davanti a nulla, di aerei che sfrecciano a bassa quota e blindati seguiti da militari armati, senza parlare poi di quel termine tanto temuto e irreale se pronunciato solo una settimana fa: "Preallerta nucleare".

Riportano le testimonianze che gli giungono con continuità via WhatsApp da Leopoli, la loro città d'origine, posta a 70 km dal confine con la Polonia: "Sono giorni infernali, nonostante lì non stiano ancora vivendo la situazione drammatica di Kiev, Kharkiv o Mariupol, i nostri famigliari e gli amici stanno bene, li sentiamo ogni giorno. Dalle 18 c'è il coprifuoco fino al mattino, anche se di giorno consigliano di stare in casa. Le scuole e l'università sono chiuse. Le persone escono per fare spesa e andare a lavorare, ma quando suonano le sirene antiaeree scendono nelle cantine o nei parcheggi sotterranei".

Tutte parole che sembrano impossibili da realizzare oggi, nel 2022, ma Alessandra e Nicola sono veramente dei testimoni indiretti di una guerra, irragionevole ai più, che si sta consumando proprio nel cuore dell’Europa, in una nazione che dista solo qualche ora di volo da noi: "A Leopoli per ora si sentono degli scoppi lontani, sono incursioni per distruggere postazioni militari, ma la popolazione si sta comunque organizzando a contrastare l'annunciata invasione di terra. I più giovani stanno preparando le barricate per le strade e fabbricando tantissime molotov, perfino i senzatetto aiutano a portare i "vuoti" e anche la nostra fabbrica della birra "Pravda Beer" dona le sue bottiglie; le donne invece recuperano e tagliano a strisce tovaglie e lenzuola per fare lo stoppino. Non è una guerra combattuta nelle trincee, ma poco ci manca".

La coppia in Ucraina ha ancora amici e famigliari: "Mio nipote di 27 anni è in attesa di essere richiamato nell'esercito regolare, mentre l'altro studia ed è esente. Da sabato gira voce che avrebbero bombardato anche Leopoli ed è scattata l'allerta, così abbiamo subito offerto ospitalità ai nostri cari, ma non hanno accettato, vogliono resistere e se serve combattere. Ogni cittadina sta organizzando un'autodifesa civile, formano gruppi di sei persone, due con armi e quattro a controllo del territorio. Hanno autorizzato anche i circoli di caccia ad usare i fucili per altri scopi".

Poi mi parlano della comunità ucraina di Borgotaro, composta da 47 persone, e della manifestazione organizzata venerdì scorso davanti al Municipio in segno di solidarietà: "Ci ha fatto molto piacere essere considerati parte di una comunità, per il senso di vicinanza dimostrato e vi ringrazio per aver condiviso con noi l'angoscia rivolta ai familiari rimasti in Patria. Tutti devono sapere che la Russia deve togliere le mani dall’Ucraina e speriamo di poter vincere e fare uscire Putin con i denti rotti. Nessuno ci piegherà, come ha detto oggi il nostro Presidente Zelensky!".

Rabbia, lacrime, angoscia, determinazione. E tanto orgoglio e tanto patriottismo.
Sono i segni che ho potuto leggere nei loro occhi, per tutto il tempo passato insieme.

Alessandra, Nicola e la loro bandiera



10 Commenti
  1. Patrizia

    L’Amministrazione comunale di Borgo Val di taro ha riunito le Associazioni di Volontariato e ha dato vita ad un Gruppo di lavoro che si occuperà dell’emergenza.
    Alessandra Foschi lo coordinerà. Per informazioni tel 3383099631.

  2. Marino

    Personalmente chiedo scusa al popolo ucraino in quanto ritengo che il 50 x cento della colpa della guerra sia della nato + biden, dunque nostra, non siamo riusciti o non abbiamo voluto cercare una soluzione diplomatica alla guerra mediando e anzi abbiamo spinto x il conflitto, sottovalutando putin, grosso errore pagato a caro prezzo dal povero popolo ucraino vittima dei giochi dei potenti.

  3. Sonia Carini

    E' una doppia guerra! Mi dispiace parecchio per il popolo Ucraino e anche per popolo Russo che sarà ridotto in povertà e indigenza per colpa di una persona, di un tiranno, che di nome fa Putin. Fermatevi!

  4. Ory

    Penso che dovremmo manifestare un dissenso comune alla decisione presa dal nostro governo di inviare armi e rinforzi italiani in Ucraina. Per il semplice motivo che anziché mediare affinché finisca il conflitto, si getta benzina sul fuoco, mettendo in pericolo diretto ed indiretto, tutta la popolazione italiana. Bisogna manifestare a favore della pace assoluta.

  5. Palmiro

    Un indovinello:

    Afgahnistan
    Iraq
    Libia
    Serbia
    Siria

    Vi ricordate chi ha cominciato a bombardare e i partiti di casa nostra che hanno deciso per il supporto militare?

  6. LUCIANA BERTORELLI

    Si parla tanto in questi giorni di chi è stata la colpa, delle responsabilità di questo campo e di quello avverso... intanto sotto i missili e sotto le bombe ci sono delle persone umane, dei bambini, dei vecchi.
    Io sono nata nel 1946 e NON avrei mai creduto che avrei visto in Europa una guerra di questo tipo.
    Adoperiamo la diplomazia per risolvere al più presto la situazione (io non sono per le armi, vorrei arrivare al DISARMO globale) e poi cerchiamo di non mettere delle condizioni che generano già, per come saranno scritte, dei capestri a cui appigliarsi per generare guerre future.

  7. Robbi

    Ricordiamo sempre che gli Usa di Kennedy stavano per far scoppiare una guerra mondiale nel 1962, proprio perché si stava paventando l’installazione a Cuba di missili in grado di colpire gli Americani; i Russi dovrebbero invece accettare supinamente i missili della Nato posizionati in Ucraina ?
    Per quanto riguarda l’informazione mainstream, si può solo definire scandalosa, depositaria di un’unica versione dei fatti, il segretario del Pd osa attaccare l’inviato da Mosca, Marc Innaro, solo per aver fatto notare quello che è davanti agli occhi di tutti, ovvero che è la Nato ad essersi espansa ad Est…

  8. Trilussa

    Visitai con la famiglia la bella Leopoli una decina di anni or sono. Ora la speranza si è riaccesa per tornare. Sulla seconda di copertina della guida alla città scrissi questa breve poesia del poeta ucraino Adam Zagajewski:

    E ora, in fretta, soltanto fare
    le valigie, sempre, ogni giorno,
    e andare senza fiato, andare a Leopoli, dopotutto
    esiste, calma e pura come
    una pesca. Leopoli è ovunque.

  9. Remo Ponzini

    Non c'è nulla da aggiungere all'orrore a cui noi tutti stiamo assistendo.

    Ripeto una cosa ovvia: "TUTTE le DITTATURE vanno combattute... ROSSE o NERE che siano".

  10. Ruggero

    È una guerra che sto vivendo con maggior coinvolgimento sia perché molto vicina, con minacce vere o presunte di allargarla e soprattutto perché ho contatti diretti con colleghi ucraini con cui lavoro da 5 anni e con cui ormai c’è una grande amicizia e conoscenza caratteriale reciproca.

    È la guerra dei messaggi whatsapp per sapere giornalmente come stanno, chi più al sicuro (al momento) su Leopoli, chi invece in attesa in metropolitana a Kiev e chi ormai non sento più perché è fuori dalle città e le connessioni internet non sono più accessibili.

    I messaggi ancora attivi sono tutti uguali perché partono con “How are you” o “How is the situation today” e finiscono sempre con “Glory to Ukraine”. Ogni giorno ricevo da questi uomini e donne delle belle lezioni di vita di cosa sia la determinazione ed il coraggio nel rincorrere il sogno della autodeterminazione.

    La mia speranza è che finisca tra un mese forse due…… ma la sensazione è che si sta per aprire una guerra di quartiere ancora più sanguinosa di quella attuale con la solita conseguente stagione dell’odio reciproco che in fin dei conti già abbiamo visto nella disgregazione della ex Jugoslavia.

    Su “Putler” difficile fare previsioni, se è impazzito, se ha un disegno geopolitico lucido, se ha fatto una partita a poker con mazzo da 52 carte ma in realtà gioca con la vita di giovani ventenni su carri armati piuttosto vecchi…… sarà giudicato dalla storia... oltre che dal popolo ucraino!!!

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